Dal blog della nota giornalista di sinistra Concita De Gregorio, una lettera molto istruttiva su come non sia più improvvisamente facile pontificare sul disarmismo "senza se e senza ma" quando la casa svaligiata… è la tua!
La lettera-sfogo pubblicata sul blog della nota giornalista Concita De Gregorio è emblematica dell’eterna diatriba tra chi stigmatizza la possibilità di difendersi in casa da eventuali ladri “senza se e senza ma” e chi, invece, vive nel mondo reale. E quando accade che i maitre à penser del disarmismo totale, del “bisogna lasciar fare alle forze dell’ordine”, vivono sulla loro pelle (sfortunatamente) la profonda violenza di un furto, ecco allora scatenarsi la rabbia primordiale: "Non ho mai scritto ai giornali”, scrive il docente Enzo Fazzi, “lo faccio oggi. Le piccole cose possono diventare grandi cose. Sono uno dei tanti colpiti dai 'topi di appartamento'. Piccoli furti, a volte insignificanti per i valori asportati: piccole somme (qualche centinaio di euro in banconote), alcuni gioielli custoditi (incautamente) in un cassetto, ma con un grande valore affettivo. Tutti i giorni vengono fermati dalle forze dell'ordine autori di furti che dopo qualche giorno vengono rilasciati, poi il processo e niente, o quasi, di fatto. Dove abito, in provincia di Grosseto sul Monte Amiata, i furti negli appartamenti sono all'ordine del giorno. Con grosse difficoltà i carabinieri cercano di risolvere i singoli casi con sopralluoghi e indagini: nelle loro parole si coglie la rassegnazione, così si limitano ad aggiungere alle precedenti la nuova denuncia. Vivono tanti immigrati nel mio paese, oltre il 20 per cento della popolazione (mille, quelli censiti, su cinquemila abitanti). Molti lavoravano nell'edilizia, settore oggi in crisi, moltissimi lavorano stagionalmente nelle vicine aziende del Brunello di Montalcino, sotto il controllo di caporali che li trasportano giornalmente con pulmini, mentre le famiglie risiedono nei paesi dell'Amiata, diventati il dormitorio dei senesi: ‘Vae amiatae nimium vicinae monti elcinio’ (Montalcino). Poi balordi, drogati, disoccupati… ed ecco i furti. Tutto chiaro? Tutto bene?. Alla notizia di una intrusione si è fatto il callo, quasi non ci si presta attenzione, si aggiunge alle tante precedenti. Tanto non ci riguarda personalmente. Oggi è cambiato il mio punto di vista: sono stato colpito al cuore: qualcuno ha forzato in mia assenza la porta, ha messo a soqquadro la "mia" casa: cassetti estratti e armadi svuotati, tutto per terra come in una discarica. Trovarci davanti a quello spettacolo fa scattare una molla dentro, una rabbia incontrollabile. Sono di sinistra, tollerante e, finché possibile, accogliente. Come reagirei se sorprendessi qualcuno in casa mia?. Dalla cronaca sappiamo di proprietari che sparano e spesso vengono accusati di eccesso di difesa… È giusto sparare? Con difficoltà, ma oggi dico di sì. Bisogna mettersi nei panni del derubato che vive momenti di particolare emotività. La legge, e quindi la Giustizia, quasi sempre parla di eccesso di difesa. Forse è così (la vita vale certamente assai più di qualsiasi oggetto), ma non tiene conto di un particolare: rientrare in casa o svegliarsi di notte e trovarsi estranei in casa suscita uno stato d’animo di spavento e un istinto di difesa. Non si può richiedere in quella situazione che tutti siano in grado di compiere una valutazione e di avere una reazione razionali. Semplicemente: non accade nella realtà. C'è una casa violata, una ferita che non si rimargina, una insicurezza prima sconosciuta. In ogni momento, uscendo o rientrando, il pensiero è sempre lì. Quelle immagini non si cancellano dalla mente. È un ferita profonda dell'anima. Non vivi più come prima. E per la prima volta penso ad armarmi. Sì, se sorprendessi qualcuno in casa, sparerei. Forse alle gambe".