In effetti l’idea può far sorridere e apparire come una diavoleria da Inspector Gadget, ma i micro Uav “indossabili” sono una realtà operativa e, questo, vuole espandere il concetto…
I micro Uav oggi, sono impiegati operativamente da alcune forze armate (come quelle americane e inglesi): si tratta di micro copter che si possono trasportare in cintura e operare con un tablet o uno smartphone. Date le dimensioni e l’autonomia però, i micro Uav hanno un raggio d’azione piuttosto limitato. Il brevetto recentemente presentato da una azienda americana, la Foundation productions Llc. (e non poteva essere diversamente…), mostra un diverso concetto: qui le dimensioni si avvicinano a quelle di un “mini Uav”, un quadricottero con scheletro in silicone deformabile, agganciato ad una specifica docking station su un elmetto (o casco) in modo conformal. Certo, aggiunge un qualche peso anche se minimo…sulla testa dell’operatore ma, è anche vero che oggi i pesi degli elmetti balistici e dei mini Uav vanno sempre più alleggerendosi.
Le dimensioni di questo mini Uav “indossabile”, consentono prestazioni migliori in termini di portata operativa e “nano” opto-elettronica avanzata. Il velivolo, che può rientrare ed agganciarsi autonomamente alla docking station sull’elmetto, è dotato di telecamera diurna/notturna, sistema di geo – posizionamento e trasmissione video o video registrazione. Può essere comandato manualmente sempre con smartphone, oppure eseguire ricognizioni programmate (tramite computer o tablet indossabile). Può quindi eseguire sia una ricognizione avanzata del terreno sul percorso di pattuglia, evitando imboscate o interruzioni di percorso impreviste, eseguire una ricognizione a più ampio raggio ed identificare persone o mezzi rilevandone la posizione e quindi, consentire eventuali attacchi di precisione a tiro indiretto tramite altri assetti. E questo, sia di giorno che di notte. Non solo, in caso di sorveglianza furtiva, il mini Uav può eseguire una ricognizione programmata tramite coordinate Gps pre – impostate, registrare e scaricare successivamente le immagini quando rientra sulla docking station: in questo modo non vi sono trasmissioni radio di nessun tipo, né per il controllo del mini Uav, né per la ritrasmissione delle immagini.
Sulla docking station attraverso la quale può sia ricevere che scaricare dati dallo smartphone (o tablet militare con funzioni di personal computer…) il mini Uav può ricaricarsi elettricamente posto che l’elmetto sia connesso ad un battery pack o power source integrati, sul soldato o sull’elmetto, come accade già in alcune combinazioni dei Future soldiers.
L’azienda americana però, ha allargato parecchio la propria idea con brevetti collaterali: micro Uav sempre da elmetto e da montarsi in alternativa al mini Uav, enne posizioni per le docking station come sulla parte superiore degli zainetti, su spallacci, gilet e perfino…sulla tomaie di sneakers e anfibi. E la possibilità di aggregare stormi interattivi di questi micro e mini Uav, stazioni di ricarica ad energia solare per questi…ad alveare.
Aldilà di tutto, questo nuovo brevetto mostra quanto si stia espandendo la tanto paventata integrazione uomo-macchina per il potenziamento delle capacità umane: si è incominciato con i visori notturni integrati sull’elmetto, poi con radio e computer indossabili infine gli eso scheletri.
Il concetto di Cyborg nasce nel lontano 1960 e la trasformazione da allora, sempre più velocemente… continua.