Gli Stati Uniti si confermano il principale Paese venditore di armamenti militari: secondo quanto reso noto dal Congressional research service, una divisione della biblioteca del Congresso statunitense, su un mercato mondale pari a 80 miliardi di dollari nel 2015, gli Stati Uniti si sono aggiudicati contratti per 40 miliardi di dollari (4 miliardi in più rispetto al 2014), pari quindi al 50 per cento esatto del mercato mondiale. Al secondo posto, con notevole distacco, c’è la Francia, con 15 miliardi di dollari di controvalore (più 9 miliardi rispetto al 2014). Tra i principali acquirenti ci sono i Paesi mediorientali: il Qatar da solo ha firmato contratti di acquisto per 17 miliardi di dollari, seguito dall’Egitto che ha acquistato armamenti per un controvalore di 12 miliardi, e dall’Arabia Saudita (8 miliardi). Il valore totale delle spese per la difesa è, comunque, calato rispetto al 2014, di circa 9 miliardi di dollari: il calo è da attribuire principalmente alla diminuzione dei budget a disposizione dei Paesi in via di sviluppo, che nel 2014 hanno acquistato armi per 79 miliardi e nel 2015 hanno invece ridimensionato la spesa a 65 miliardi. La diminuzione del budget è stata attribuita alla debolezza dell’economia globale, che ha portato alcuni Paesi ad acquistare aggiornamenti per i loro sistemi di difesa già esistenti, anziché rimpiazzarli completamente con altri di nuova generazione.
Fonte: New York Times.