La munizione 6,5 Creedmoor è stata prodotta nel 2007 dalla Hornady essenzialmente, per il tiro a lunga distanza: una alternativa “compatta” rispetto al 6,5-284 Norma o al 6,5 Remington Magnum. Il bossolo deriva dal .30Tc che a sua volta deriva dal .300 Savage e, con bossolo lungo 48,8 millimetri, il 6,5 Creedmoor ha una lunghezza complessiva di 71,8 millimetri il che lo rende impiegabile nelle azioni corte dei bolt-action o nei serbatoi degli Ar 10.
Alcuni vedono questo calibro anche come una alternativa al .260 Remington e al 6,5×47 Lapua anche se, a detta di alcuni, è meno preciso del calibro finlandese. Ultimamente, con ricariche e palle di 140 grani, pare si siano raggiunti alcuni risultati on par col 6,5×47 Lapua. Una delle principali limitazioni addebitate al 6,5 Creedmoor è il fatto che i bossoli tengono solo una decina di ricariche, mentre la vita dei bossoli del 6,5×47 è decisamente più lunga. In questo senso, un aiuto pare che arriverà proprio dalla Lapua che ha annunciato che nel 2017 produrrà i bossoli anche per il calibro “concorrente”.
Detto questo, la diffusione del 6,5 Creedmoor non è stata lusinghiera, ma recentemente le cose stanno cambiando e grazie all’insperato “aiutino” di alcuni produttori di fucili. Nello specifico, poi, di fascia economica. Ruger, Browning e Savage producono modelli d’attacco che negli Usa hanno un prezzo davvero interessante, alcuni forniti addirittura di ottica. Sono in verità carabine da caccia più che da tiro e con canne di soli 22 pollici, ma sembra che il pubblico che si interessa sempre di più al tiro a lunga distanza, abbia deciso di approfittare di queste opportunità per iniziare la pratica con poca spesa.
Ruger offre il proprio modello American rifle Predator dotato di scatto regolabile Marksman, slitta per ottiche, calciatura sintetica, canna filettata a 529 dollari; il Browning Ab3 Composite Stalker costa 599 dollari mentre la Savage arms offre invece il modello Axis II Xp con scatto Accu Trigger e ottica Weaver Kaspa 3-9×40 a 485 dollari: sono prezzi di listino, ma si tenga presente che, normalmente, al negoziante i prezzi sono anche molto più bassi. (Claudio Bigatti)