La “temperatura” militare del Medio oriente e del Nordafrica cresce rapidamente. Infatti, le forze armate dei Paesi mediorientali sono attualmente le più numerose del pianeta in rapporto alla popolazione e gli Stati in questione sono quelli che stanno maggiormente investendo sul militare in rapporto al Pil: la media è del 5,1 per cento del Prodotto interno lordo, contro l’1 per cento, per esempio, dell’Unione europea.
Nei primi anni del XXI secolo la regione ha investito il doppio dell’Asia meridionale (seconda zona al mondo per spesa militare) e negli ultimi dieci anni ha aumentato le importazioni di armi del 71 per cento, per un controvalore di 135 miliardi di dollari nel solo 2014. Secondo il Global militarization index, tra i primi trenta Paesi, su 152, ben 13 sono nordafricani e mediorientali. L’Arabia saudita è al terzo posto mondiale per bilancio militare, raddoppiato tra il 2004 e il 2014, ed è il primo acquirente di armi statunitensi e, più in generale, la prima importatrice di armi al mondo (nel solo 2015 per un controvalore di 9,8 miliardi di dollari, in aumento del 50 per cento rispetto all’anno precedente). Il secondo importatore di armi statunitensi invece sono gli Emirati arabi uniti. L’Algeria, lo Stato nordafricano più “spendaccione”, ha aumentato il bilancio della Difesa del 176 per cento dal 2004 e di un terzo negli ultimi cinque anni. Recentemente, tre Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo hanno introdotto la leva obbligatoria, le forze armate del Marocco hanno superato le 200 mila unità e la Giordania conta un soldato ogni 56 abitanti, la proporzione più alta di tutto il mondo arabo.