La Heckler & Koch ha intentato causa, tramite la corte di Coblenza, contro il governo tedesco: la vertenza riguarda le affermazioni del ministero della Difesa in merito alla presunta mancanza di precisione dell’Hk G36 in condizioni di particolare surriscaldamento. A questa affermazione poi, si sono aggiunte altre accuse riguardo ai protocolli di verifica delle armi destinate alle forze armate tedesche (oltre 160.000 fucili). Questa decisione viene presa dopo una lunga serie di spiacevoli indiscrezioni, contestazioni e gravi accuse che hanno coinvolto la nota azienda produttrice a partire dal 2012.
A titolo cautelativo, il 22 giugno 2104 il ministero della Difesa ha temporaneamente sospeso gli ordini ancora in corso del G36 (pari a 34 milioni di euro) e ha successivamente fatto eseguire nell’aprile 2015 verifiche ufficiali, affidate agli istituti Fraunhofer Ernst-Mach-Institut (Emi) e Wehrtechnischen Dienststelle 91 (Wtd91) che hanno confermato il problema. Non esistono tuttavia prove che questa “deficienza” abbia mai messo a rischio la vita di alcun soldato tedesco.
La Heckler & Koch dal canto suo, ha sempre affermato di non aver modificato mai nulla nel G36 dalle prove di accettazione da parte dell’esercito tedesco (effettuate oltre 20 anni addietro), che il G36 è in servizio in oltre 40 Paesi e che non sono mai emerse nel frattempo anomalie del genere. L’azienda sottolinea inoltre che i “parametri” delle prove riguardanti la contestazione in oggetto, non sono quelli stabiliti a suo tempo dall’esercito tedesco durante le omologazioni: ampiamente superati dall’Hk G36.
L’azienda chiede quindi alla corte di giustizia di far luce sulla questione e di evidenziare se la Heckler & Koch abbia mai agito con dolo o contravvenuto alle leggi: questo per tutelare l’onorabilità e il prestigio della Casa di Oberndorf, senza dimenticare i gravi danni di immagine e commerciali, ingiustamente patiti.