L’esercito punta in alto, e precisamente alle vette dell’Himalaya. Il 1 aprile prenderà il via la “Chamlang expedition 2016”, la quarta spedizione del progetto “Vertical dreams” della Sezione militare di Alta montagna del Centro addestramento alpino di Aosta. La missione è quella di aprire una nuova via sulla parete, del tutto inviolata, del Chamlang, la montagna himalayana.
A tentare l’impresa saranno il caporal maggiore scelto Marco Farina (a sinistra) e il caporal maggiore François Cazzanelli. Quest’ultimo, ha così commentato sul suo blog: “In questi giorni tanti amici, familiari e conoscenti mi hanno chiesto perché tornavo in Nepal e non andavo in un altro Paese. Diciamo che il Nepal ha una riserva di cime, creste e pareti che non basterebbero due vite per girarle tutte, in più il calore, la generosità e l’ospitalità del suo popolo fanno sì che si ritorni sempre volentieri perché ci si sente come a casa”.
Farina e Cazzanelli voleranno alla volta di Kathmandu, po un volo interno permetterà loro di raggiungere Lukla, da dove comincerà il trekking di avvicinamento alla montagna della durata di una settimana circa. Gli alpinisti avranno a disposizione un periodo di circa 25 giorni per completare l’acclimatamento e per tentare l’ascensione.
I due militari non sono nuovi a imprese così ambiziose. Già nel dicembre 2014, insieme al C.le magg. sc. Marco Majori, raggiunsero la vetta del celebre Cerro Torre lungo la “Via dei Ragni” in Patagonia. Farina, Majori e Cazzanelli si erano trovati in Argentina dall’inizio di novembre: rimasti fermi per giorni a causa delle impossibili condizioni meteo, nell’ultimo weekend del mese riuscirono a compiere una prima ripetizione sulla cima del gruppo del Fitz Roy. Dopo altri giorni di meteo sfavorevole, a metà dicembre attaccarono il Cerro Torre, salendo dalla via dei Ragni, aperta da Casimiro Ferrari, Daniele Chiappa, Mario Conti e Pino Negri nel lontano 1974.
Per il 2016, i due alpinisti dell’esercito hanno invece deciso di dedicare la loro attenzione e la loro preparazione all’Himalaya. Il Chamlang è una montagna che raggiunge la quota di 7.319 m con la sommità occidentale, oltre a presentare altre due cime di quota inferiore (centrale e orientale), tutte superiori ai 7.100 m.
Fu il leggendario Sir Edmund Hillary il primo uomo a raggiungere la vetta dell’Everest, a notare, nel 1954, il Chamlang. I primi a salire sulla sua cima furono, nel 1962, alpinisti giapponesi. Da allora, considerate le elevate difficoltà tecniche, sono state poche le spedizioni che, finora, sono riuscite a raggiungere la vetta.
Tuttavia, l’impresa italiana si concentra su una parete completamente inviolata, quella Nord, che, già da alcuni anni fa gola ai più famosi alpinisti contemporanei. Farina e Cazzanelli hanno già individuato nei mesi scorsi alcune possibili linee di salita dell’imponente versante Nord di circa 2.000 m, allenando il proprio fisico per le tipologie di terreno che troveranno. Dovranno essere pronti ad affrontare ascensioni su ghiaccio e sul misto.
Il Chamlang rappresenta un ulteriore step di difficoltà e impegno complessivo del progetto pluriennale “Vertical dreams”, nel quale gli alpinisti della Sezione militare di Alta montagna saranno impegnati nella realizzazione di nuove vie in stile alpino, in contesti sempre più difficili e a quote sempre più elevate.
Era il 1934 quando le esigenze relative alla preparazione sci-alpinistica di ufficiali e sottufficiali alle truppe alpine, unitamente allo studio del loro armamento ed equipaggiamento, aveva portato alla costituzione della Scuola centrale militare di alpinismo. La località prescelta fu la città di Aosta, con sede presso il Castello Duca degli Abruzzi, oggi Castello Generale Cantore. Dopo una serie di successi sportivi internazionali e olimpici, la Scuola diede vita a una delle più importanti realtà dello sport d’eccellenza italiano per quanto riguarda le discipline invernali. Il Reparto attività sportive (Ras) del Centro addestramento alpino inquadra infatti i migliori atleti militari di entrambi i sessi degli sport della neve e del ghiaccio: gran parte di loro fanno parte delle Squadre nazionali italiane e partecipano alle principali competizioni nazionali e internazionali.
Al suo interno, il Gruppo militare di Alta montagna (Gmam) è formato da alcuni tra i migliori elementi del panorama alpinistico italiano. Composto dalle più qualificate Guide alpine militari dell’esercito italiano, rappresenta oggi la migliore e più elevata espressione delle capacità tecniche del Centro addestramento alpino nell’alpinismo di alto livello.
Andrea Cionci