La necessità di fare il punto della situazione e di cominciare a tracciare un primo bilancio sono stati il motore aggregante che ieri sera ha permesso a buona parte dei partecipanti alla riunione del 22 aprile di ritrovarsi nuovamente, in un appartamento romano. Tra i presenti Stefano Ciccardini, Andrea Gallinari, l'avv. Fabio Sacco (padrone di casa), l'avv. Gianfederico Rotellini per Auda e Firearms united, Marco Ricciardi per il Partito nazionale dei Diritti nonché diversi altri sostenitori e gestori di armerie e poligoni.
Fabio Pellegrini, dell'armeria Frinchillucci, ha riportato sinteticamente in apertura il contenuto dell'incontro svoltosi in mattinata al ministero dell'Interno, ove era presente per Assoarmieri il consigliere nazionale Massimo Moroni Frinchillucci, nel quale si è parlato anche dell'applicazione del decreto terrorismo. Al di là del trattamento dei caricatori, già purtroppo conosciuto, giungono notizie circa l'ipotesi di aumentare il numero di armi sportive detenibili di modo da rimediare almeno parzialmente ai danni che la riqualificazione delle armi di categoria B7 ha già cominciato ad apportare al settore. Solo un'ipotesi, ma se non altro non negativa. Di contro pare che la stretta sulle licenze di Porto di fucile per uso Tiro a volo sarà operata mediante l'imposizione di tasse e certificazioni mediche, probabilmente annuali, e forse tramite l'obbligo di iscrizione per i titolari a un poligono o a una federazione sportiva.
Per quanto riguarda le crescenti adesioni, oltre all'apertura del ConarmI registrata lo scorso incontro, pare che anche l'Anpam stia cominciando a mostrarsi disponibile a una partecipazione al movimento e, anche per questo, punto importante della riunione è stato cominciare a organizzare l'incontro coi produttori a Gardone Val Trompia (Bs), già richiesto in precedenza al ConarmI, al fine di coordinare una resistenza compatta. Ulteriori segnali sono stati riportati da importanti importatori e produttori, mentre appare chiaro che occorra la sensibilizzazione di ogni singolo operatore.
Venendo al punto centrale, si è poi discusso della raccolta firme avviata nei giorni scorsi e per la quale si sono mobilitati le associazioni principali e centinaia di poligoni e armerie, che pare procedere a ritmo spedito e con ottimi risultati. È emersa quindi la necessità di censire tutti i punti di raccolta di modo da poter seguire regolarmente l'incremento delle adesioni e cominciare a coordinarsi in vista di una manifestazione, suddivisa presumibilmente tra Roma e Verona, che voglia portare in evidenza la nostra causa. Infine, anche in relazione alle necessità future di convogliare presso un unico soggetto tutte le firme raccolte, si è posto spontaneamente il problema della forma che il movimento dovrà assumere e della sua denominazione, che probabilmente rimarrà quella nata spontaneamente, "Comitato direttiva 477", a ribadire il principio della centralità della direttiva europea quale punto di riferimento su cui reimpostare la normativa nazionale. (Giulio Magnani)
Sull'argomento della riunione è intervenuta in seguito una precisazione del Comitato direttiva 477.