È una tradizione da ripristinare, dicono le associazioni venatorie e politici favorevoli alla caccia alla volpe. La legge voluta dal partito laburista alla fine del 2004 e operativa dal 2005 vieta appunto la caccia con le mute di cani, limitando pesantemente quindi la tradizionale stagione delle volpi. Il partito conservatore al governo ha fatto sapere di avere intenzione dopo le elezioni di maggio, nel caso torni ad avere la maggioranza, di consentire libertà di voto ai deputati sulla questione per abolire la legge laburista. La proposta ha avvicinato il partito di governo all’Ukip di Nigel Farage. Il leader del partito euroscettico ha infatti detto di sostenere l’idea dei conservatori. E ha promesso un referendum “contea per contea” per ripristinare l’antica tradizione.
Countryside alliance, oltre 100mila iscritti fra contadini, amanti della campagna e cacciatori ha ribadito che la caccia alla volpe con mute di cani è una tradizione, che risale al Cinquecento, da rispettare e che la legge attuale, molto confusa, ha fatto soprattutto crescere il pregiudizio verso chi va a caccia e ha dipinto negativamente un’antica tradizione britannica. La caccia alle volpi è sempre stata selettiva e un buon sistema di controllo dell’ambiente: raramente venivano uccisi animali sani e giovani ma a essere cacciati erano soprattutto quelli deboli e più malatia.
Fra le tante associazioni contrarie alla caccia alla volpe, invece, c’è la Hunt saboteurs association (“sabotatori della caccia”), spesso salita agli onori delle cronache per blitz contro squadre venatorie, proteste vivaci e manifestazioni davanti ai palazzi del potere. Contro la caccia alla volpe c’è anche il gruppo dei parlamentari Tory dissidenti, chiamati anche “gruppo della volpe blu”, rappresentati a Westminster da una decina di deputati. Hanno avvertito il premier David Cameron, sostenendo che l’abolizione della legge del 2004, sarebbe un duro colpo alla sua credibilità.