Il 24 aprile si è svolto a Milano un summit del Cic (Consiglio internazionale della caccia e della conservazione della fauna selvatica), al fine di confrontarsi con i leader delle forze dell’ordine, delle organizzazioni e delle convenzioni Onu e dei governi, sul tema dei crimini commessi a danno della fauna selvatica. “Questo Summit globale”, si legge nel comunicato, “è stato organizzato come risposta al devastante impatto, che ha raggiunto livelli senza precedenti, dei crimini nei confronti della fauna selvatica, inclusi la tratta e il traffico illegale. L'incontro segue la recente attenzione a livello globale e l'impegno a combattere i reati nei confronti della fauna selvatica già dimostrato da molti ad alto livello nazionale con iniziative bilaterali e multilaterali, conferenze ed incontri al vertice. Tuttavia, il Cic è preoccupato dal fatto che anche sforzi ben intenzionati nel combattere il bracconaggio, spesso non siano sufficienti a fare emergere le differenze tra l'uso legale e illegale della fauna selvatica ed il suo commercio. La sola azione repressiva non è sufficiente per vincere la battaglia contro la criminalità nei confronti della fauna selvatica! Il Presidente del Cic Bernard Lozé chiede "tolleranza zero verso il bracconaggio e verso l’uso e il commercio illegale della fauna selvatica.”
L’uso della fauna selvatica bel regolato e sostenibile e la corretta partecipazione delle comunità locali e delle popolazioni indigene sono una parte essenziale per la conservazione della fauna selvatica. La presenza dei cacciatori sul territorio riduce l'incidenza dei crimini contro la fauna selvatica.
I cacciatori, come primi custodi della fauna selvatica, vogliono dimostrare unità e accordo nel predisporre una serie di attività contro i crimini sulla fauna selvatica al fine di collaborare con la comunità globale per la crescita sistematica degli sforzi necessari ad arginare l'ondata del bracconaggio e del commercio illegale”.