Nell’arma dei carabinieri. i gruppi cinofili sono un realtà consolidata dal dopoguerra. A Firenze c’è la scuola e il centro dei carabinieri cinofili. Come ci ha spiegato il vice comandante, capitano Giovanni Santoro, ogni regione ha gruppi che operano in tutti i settori in cui il cane può essere impegnato: ricerca di esplosivi, traffico di stupefacenti, polizia giudiziaria, antivalanga. Sono due le razze maggiormente impiegate: pastori tedeschi e labrador, quest’ultimi sono le new entry in un settore che ha visto per molti anni l’impiego esclusivo dei pastori. I labrador, che hanno particolare attitudine per la socialità, sono impiegati per ricerca di persone e stupefacenti. Ma come vengono avviati alle varie specialità e quali attitudini richiedono le singole razze?
Tutto viene basato sul carattere del singolo esemplare in quanto il lavoro viene facilitato se non si deve reprimere, ma incoraggiare le doti: tutti gli esemplari che manifestano una forte personalità, coraggio e carattere sono avviati a compiti di ordine pubblico, nei quali potrebbe essere richiesto un cane che deve far leva sulla propria immagine di animale determinato; al contrario, un animale molto predisposto al gioco, alla curiosità e a tutte quelle cose che fanno spesso definire un cane “simpatico”, viene indirizzato alla ricerca di stupefacenti, lavoro in cui il particolare meccanismo dell’addestramento sfrutta questa dote che si può applicare nello scovare e nell’intrufolarsi in mezzo a gente o a bagagli. I cani vengono “arruolati” in allevamenti privati di fiducia e ogni conduttore ha a disposizione box attrezzati e moderni in cui il cane risiede nei momenti di riposo. wÈ bene ricordare che è prevista la possibilità di chiedere in custodia, presentando domanda ai comandi di regione, animali arrivati all’ esonero per età, veri e propri “eroi”, in alcuni casi con tanto di medaglia per meriti di servizio.
Nell’arma dei carabinieri. i gruppi cinofili sono un realtà consolidata dal dopoguerra. A Firenze c’è la scuola e il centro dei carabinieri cinofili. Come ci ha spiegato il vice comandante, capitano Giovanni Santoro, ogni regione ha gruppi che operano in tutti i settori in cui il cane può essere impegnato: ricerca di esplosivi, traffico di stupefacenti, polizia giudiziaria, antivalanga. Sono due le razze maggiormente impiegate: pastori tedeschi e labrador, quest’ultimi sono le new entry in un settore che ha visto per molti anni l’impiego esclusivo dei pastori. I labrador, che hanno particolare attitudine per la socialità, sono impiegati per ricerca di persone e stupefacenti. Ma come vengono avviati alle varie specialità e quali attitudini richiedono le singole razze? Tutto viene basato sul carattere del singolo esemplare in quanto il lavoro viene facilitato se non si deve reprimere, ma incoraggiare le doti: tutti gli esemplari che manifestano una forte personalità, coraggio e carattere sono avviati a compiti di ordine pubblico, nei quali potrebbe essere richiesto un cane che deve far leva sulla propria immagine di animale determinato; al contrario, un animale molto predisposto al gioco, alla curiosità e a tutte quelle cose che fanno spesso definire un cane “simpatico”, viene indirizzato alla ricerca di stupefacenti, lavoro in cui il particolare meccanismo dell’addestramento sfrutta questa dote che si può applicare nello scovare e nell’intrufolarsi in mezzo a gente o a bagagli. I cani vengono “arruolati” in allevamenti privati di fiducia e ogni conduttore ha a disposizione box attrezzati e moderni in cui il cane risiede nei momenti di riposo. wÈ bene ricordare che è prevista la possibilità di chiedere in custodia, presentando domanda ai comandi di regione, animali arrivati all’ esonero per età, veri e propri “eroi”, in alcuni casi con tanto di medaglia per meriti di servizio.
L‘esercito italiano è stato tra i precursori nell’impiego di unità cinofile Il tenente colonnello Ugo Gaeta ci ha ricordato “quello che fin dalla fine dell’ Ottocento ha rappresentato il cane nell’impiego bellico”. Su molti su libri è stato narrato quanto il cane sia stato impiegato in vere e proprie operazioni in prima linea con compiti di portaordini, ricerca di nemici e assalti. Ma anche, e specialmente, per portare materiali da costruzione per le trincee in alta quota e munizioni per gli obici in terreni e pendii dove nemmeno i muli potevano arrivare. Precursore di questo particolare servizio di addestramento fu il capitano Carlo Mazzoli, comandante, durante la prima guerra, dell’8° reggimento alpini in alta Val Dogna. Gli scenari sono cambiati, ma l’alto valore del cane è più che mai necessario per diversi impieghi nell’esercito che, però, sono più circoscritti rispetto ad altri corpi, anche se non meno delicati in quanto quasi tutte le unità sono utilizzate per la localizzazione degli esplosivi e delle mine come, per esempio, avviene nelle missioni all’ estero. Altro impiego è quello di guida pattuglia con i cani che individuano nascondigli o abitazioni sospette e, grazie al fiuto, avvertire i conduttori di particolari insidie. L’unità conduttore-cane vive sempre insieme anche dopo il pensionamento. Razze predisposte per questi impieghi sono i pastori belgi e tedeschi per la loro predisposizione all’addestramento, con un occhio particolare alla tranquillità del soggetto: un animale che non si agita nell’ eccitazione del momento di un ritrovamento non incorre in urti o movimenti che potrebbero avere conseguenze pericolosissime. Nonostante l’impiego così rischioso, non ci sono mai state perdite di animali.
Col colonnello Rosso Rossano, capo reparto dei soccorsi speciali, abbiamo parlato delle origini del servizio cinofilo che è strutturato e organizzato stabilmente dal 1992. Sono, circa, 400 le unità del corpo: 150 in corso di addestramento le rimanenti pronte per il servizio operativo. Dislocazione su tutto il territorio e molti i compiti dato il particolare indirizzo di questo reparto. Il soccorso la fa da padrone nell’attività della croce rossa e, quindi, le razze sono molteplici e sempre provenienti da allevamenti privati. I cani sono presi in carico dall’ente come volontari alla fine dell’addestramento che prevede uno stretto contatto cane-conduttore amplificato dal fatto che ambedue vivono nella stessa casa, l’uno sempre a disposizione dell’altro. Docilità ed equilibrio sono i requisiti necessari per operare, spesso, insieme ad altri cani ed evitare liti, gelosie o cali di prestazione. Anche all’inizio dell’addestramento viene utilizzato, al fianco del cucciolo, un esemplare più anziano per tranquillizzarlo durante le fasi più severe. Una delle difficoltà è quella di non avere campi addestrativi fissi per cani che servono alla ricerca dopo terremoti o crolli di edifici: è facile, infatti, simulare addestramenti su armi, droga e persone nascoste, è molto più difficile creare per un animale cunicoli, masse di cemento, travi, detriti che non rappresentino pericoli, ma che simulino lo scenario di un terremoto o di un crollo. Attualmente, di campi per l’addestramento, ce n’è soltanto uno a Cremona, ma è grande la difficoltà di spostare cani e conduttori da tutta Italia. Molte le razze impiegate tra cui anche Border collie, molto veloci, snelli e agili con un parametro in più molto importante: la trasportabilità, che deve essere ottima su terra e molto più su elicotteri, slitte e altro. La vita di un cane da soccorso è molto lunga, operativamente parlando: dopo il “pensionamento” dal soccorso, infatti, viene spesso impiegato, con il conduttore, in pet therapy per la facilità insita in questi cani nell’avvicinare le persone in difficoltà.
Nella guardia di finanza gli impieghi sono molteplici: antidroga, antiterrorismo, soccorso alpino, antivalanga e, ultimamente, anche antimacerie. Circa 400 le unità sparse per l’Italia e le razze impiegate, ancora una volta, sono pastori tedeschi e labrador. Entrambe le razze sono selezionate nell’ allevamento di Castiglion del lago, nei pressi di Perugia. Metodo addestrativo per tutto ciò che riguarda i cani da ricerca, che siano persone, droga, animali, è il meccanismo predazione-gioco-premio, investendo prima di tutto sull’istinto del cane a prendere qualcosa che lui ritiene appetibile o da possedere (predazione); questa caratteristica viene poi proposta sotto forma di gioco per spingere l’animale a fare sua il più possibile questa metodologia: dopo di che si arriva al premio, facendogli capire che la sua ricerca, ma molto più la riuscita del suo operato, produce quella “cosa buona”. Meccanismo che un cane non tarda a riconoscere, producendosi in un impegno motivato e vitale nel quale mette tutte le sue forze. Dato l’elevato numero di esemplari gestiti, i cani della guardia di finanza vengono tenuti nei box dedicati nella stessa sede in cui opera il conduttore, mentre per quelli che svolgono compiti di soccorso alpino la vita è più “intima”col proprio conduttore in quanto, per motivi pratici di pronto intervento, il cane vive assieme all’operatore. Anche in questo caso, una buona notizia: nel 99% dei casi, la coppia cane-operatore rimane unita in quanto ogni conduttore assiste il suo cane fino alla fine.
Già nel 1939 esistevano unità cinofile nei vigili del fuoco e dopo un periodo di blocco questa attività, a partire dagli anni Novanta, è ridiventata realtà e, attualmente, ben 80 unità sono dislocate in tutta Italia: prettamente civile il loro utilizzo volto alle ricerca di persone smarrite o imprigionate sotto macerie, smottamenti o valanghe. Ancora pastori tedeschi e retriever, impiegati, quest’ultimi, non per la loro particolare predisposizione all’acqua, ma per la loro spiccata capacità di socializzare. Ma nei vigili del fuoco c’è un particolare settore nel quale stanno diventando veri specialisti: quello per l’individuazione dei piromani che appiccano incendi: è sempre più praticata, infatti, l’indagine post-avvenimento, cioè indagini specifiche che tendono a stabilire l’eventuale dolosità dell’incendio, ma sopratutto a ritrovare le tracce lasciate dai colpevoli. Dopo un incendio, la zona è difficilmente ispezionabile per cui i cani sono addestrati e possono ritrovare tracce di inneschi, materiali di accensione, stracci imbevuti di liquidi e anche seguire le tracce di eventuali persone che si sono dileguate dopo aver commesso il reato. Molto dell’addestramento è anche indirizzato al “posizionamento” dell’ unità sul luogo dell’indagine mediante elicotteri e altri mezzi. I cani iniziano a 6-7 mesi l’addestramento e devono superare un test prima di proseguire l’addestramento avanzato. Passano tutta la loro vita con il conduttore addirittura in famiglia per enfatizzare il legame che deve consolidarsi tra i due.
Venti anni fa le prime esperienze cinofile per il corpo forestale dello Stato, poi divenute stabili dal 2000: 50 le unità sparse sul territorio nazionale, destinate principalmente alla ricerca di persone, anche sotto valanga. In futuro arriveranno anche cani addestrati per l’individuazione di persone sotto macerie, ma si sta lavorando anche a unità specifiche da impiegare per arginare il traffico di animali vivi, di oggetti e di souvenir. Per questa particolare applicazione sono stati scelti i golden retriever, i labrador, i pastori tedeschi e i lupi italiani, utilizzati esclusivamente dalla forestale. Tornando alle indagini sul servizio Cites (Convention on international trade in endangered species of wild fauna and flora), l’elenco dei reperti sequestrati in questi ultimi anni da questo speciale reparto sono tantissimi e testimoniano la validità di questa maniera di operare. Non solo i cani subiscono un iter addestrativo, ma anche i conduttori che effettuano un corso di ben due anni articolato in due fasi: nel primo stage si acquisiscono le tecniche di addestramento, mentre nei rimanenti 18 mesi si forma la coppia conduttore-cane che dovrà operare nei diversi teatri. Il conduttore dovrà anche essere in possesso di nozioni di primo soccorso, di ricerca e orientamento in quanto, spesso, le operazioni sono effettuate di notte, in boschi fitti. Al cane sono richiesti molto equilibrio e grande coraggio. Molto familiare il rapporto tra operatore e cane in quanto il conduttore tiene il cane a casa e quando arriva il momento della pensione rimarrà ancora con lui assieme al nuovo cucciolo che l’amministrazione gli metterà a disposizione.
Il primo corpo che abbiamo contattato è stata la polizia penitenziaria e, in particolare, l’assistente capo Gerardo Testa, istruttore capo per la Campania che ci ha introdotto alle varie caratteristiche che accomunano tutte le specialità nelle quali operano le unità cinofile. La polizia penitenziaria utilizza dal 2000 cani per servizio, ma non, come sarebbe logico pensare, per l’ individuazione di evasi, bensì quasi sempre per l’individuazione di sostanze stupefacenti all’interno delle carceri. Altro impiego è l’ausilio nei trasferimenti e nelle scorte a detenuti. Anche la penitenziaria si serve di pastori tedeschi e pastori belgi Malinois, anche in questo caso per la duttilità e l’equilibrio, le doti principali su cui impostare il lavoro di addestramento, ma anche per la robustezza. È necessaria un’educazione di base e un legame più che solido con l’operatore, poi si sfrutta il loro istinto di predazione-gioco, e successivo premio, prima di passare all’individuazione vera e propria delle diverse gamme odorose, sette quasi sempre, che contraddistinguono gli stupefacenti più diffusi. È molto importante creare lo scenario in cui l’animale andrà a operare, spesso denso di persone, confusione e sostanze ben occultate dentro nascondigli singolari e inaspettati. Uno dei requisiti più importanti da individuare subito è la mancanza assoluta di aggressività verso l’uomo, dovendo muoversi sempre in ambienti con persone in movimento. L’addestramento dura 12-24 mesi su esemplari che, a volte, vengono arruolati anche in canili per animali abbandonati, oltre, naturalmente, a soggetti di razza che provengono da allevatori qualificati.
La polizia di Stato utilizza cani a partire dagli anni Venti. Attualmente, i cani provengono da allevamenti privati, ma, molto spesso, anche da donazioni di cittadini: in un anno, sono stati acquisiti ben 12 esemplari di labrador avviati poi all’addestramento specifico: il giudizio sul loro operato è entusiasta, in particolare per l’abilità nella localizzazione di esplosivi. Attualmente tutte le unità, circa 240, sono tenute in caserme con box integrati che garantiscono velocità di operatività ed efficienza dei cani. A Nettuno (Rm), c’è la scuola incaricata di addestrare e avviare le coppie. Quasi tutte coperte le specialità: ordine pubblico, antidroga, ricerca esplosivi, soccorso alpino, ricerca dopo valanghe eccetera. Il pastore tedesco la fa da padrone, ma sono presi in considerazione anche cani non di razza donati o prelevati da canili o da privati con ottimi risultati. Anche tra i cani della polizia di Stato sono riconosciute le splendide capacità dei labrador, facili da addestrare. A fine carriera è possibile adottare i cani non tenuti dai loro conduttori (anche sul sito della polizia). Tristezza ed emozione nel corso della cerimonia a Piazza del popolo: tra i premiati c’era anche Mulan, bellissimo labrador di colore nero, che non ha potuto condividere l’ onorificenza, consegnata dal ministro dell’Politica agricole, Luca Zaia, con il suo conduttore, l’assistente capo Stefano Deon, nel frattempo deceduto. I due avevano individuato un cospicuo numero di armi, permettendo di bloccare una banda di albanesi responsabili di numerose rapine (11) nelle zone di Varese e Como con ulteriori crimini riguardanti il traffico di stupefacenti.
Protezione civile è un termine sempre più familiare a tutti i cittadini che, in questi ultimi anni, hanno assistito a vere e proprie emergenze in cui questo corpo ha prestato la sua opera con volontari e mezzi, tra cui molti cani indirizzati ad attività di soccorso e ricerca. Dagli anni Novanta, esiste questa realtà che vede impiegate diverse razze in quanto è il volontario stesso a portare e a proporre l’esemplare per i fini a cui l’ha addestrato. Novità, rispetto ad altri corpi che impiegano cani, è il fatto che la protezione civile svolge molte missioni all’estero per scopi umanitari. Andrea Ursillo, del dipartimento di protezione civile, ci ha spiegato quanto sia importante, oltre alle capacità ottenute con l’addestramento, avere animali con un alto grado di socialità e che non manifestino disagio dalla presenza di altri soggetti, che non siano litigiosi e gelosi. In più che non tendano a intimorirsi per situazioni ambientali anche estreme. In riferimento alle razze, ce ne sono di tutti i tipi in quanto gli interventi hanno un quadro tra i più ampi.