La maggioranza dei Paesi aderenti all’Onu, durante le sessioni del comitato sulle armi convenzionali dell’Assemblea generale, ha confermato la volontà di creare un nuovo trattato internazionale sul commercio degli armamenti. L’elemento fondamentale che ispirerà il trattato sarà il rispetto dei diritti umani, attraverso la limitazione o impossibilità di trasferimenti ove esista un chiaro rischio di successivi dirottamenti, come nel caso di violazione di embargo inte…
La maggioranza dei Paesi aderenti all’Onu, durante le sessioni del comitato
sulle armi convenzionali dell’Assemblea generale, ha confermato la volontà di
creare un nuovo trattato internazionale sul commercio degli armamenti.
L’elemento fondamentale che ispirerà il trattato sarà il rispetto dei diritti
umani, attraverso la limitazione o impossibilità di trasferimenti ove esista un
chiaro rischio di successivi dirottamenti, come nel caso di violazione di
embargo internazionali, e se c’è il pericolo che le armi vengano usate per
gravi crimini o possano avere impatto negativo sullo sviluppo sostenibile. Un
gruppo di esperti governativi di 28 Paesi (tra cui l’Italia) comincerà a
inserire le indicazioni dei governi in una prima bozza, che sarà presentata
nell’ottobre 2008 al primo comitato dell’Assemblea generale dell’Onu. “Le
persone comuni e i cittadini”, ha dichiarato Brian Wood, responsabile dell’Arms
control research di Amnesty international, “dovrebbero essere incoraggiati dal
fatto che la maggior parte degli Stati desideri oggi controllare il flusso
mondiale delle armi convenzionali, che contribuisce in maniera pesante agli
abusi dei diritti umani. Però, un gruppo di Stati molto potenti, come Usa,
Cina, Russia e India rimangono sfortunatamente scettici al riguardo. 153 Stati
hanno votato a favore del trattato, oltre 100 hanno inviato indicazioni scritte
e 70 hanno fatto richiesta di partecipare al gruppo di esperti che andrà a
modellare il testo definitivo”.