Taurus Raging bull .480 Ruger, belva gentile

Un'arma poderosa camerata in .480 Ruger. Il risultato? "Belva" domata in scioltezza e con grande precisione. L'impugnatura made in Taurus ha fatto la differenza nell'ammortizzare il rinculo

Foto Matteo Galuzzi

Se il più massiccio, potente e autorevole rappresentante della categoria dei revolver è stato, negli anni Sessanta e Settanta, il modello 29 Smith & Wesson calibro .44 magnum, anche Taurus ha deciso di dire la propria con il poderoso Raging bull. Concepito fin da subito per sopportare senza battere ciglio i più "tosti" caricamenti in .454 Casull e .44 magnum, questo mastodonte si sta dimostrando la piattaforma ideale per supportare le più recenti evoluzioni in tema di grossi calibri.
Una delle interpretazioni di più grosso calibro è in .480 Ruger: questa cartuccia, presentata dall'omomima azienda statunitense in collaborazione con Hornady e per il suo "revolverone" Super Redhawk, si propone di risolvere brillantemente un problema che, almeno per i cacciatori statunitensi, sembra essere prioritario, cioè poter disporre di un revolver capace di lanciare palle di almeno 300 grani a velocità superiori a quelle raggiungibili da un .44 magnum, senza però avere come controparte il rinculo punitivo del .454 Casull.
L'obiettivo sembra, effettivamente, raggiunto: il .480 Ruger sviluppa, con palla di 325 grani, una velocità di 410 m/sec e un'energia di 190 kgm, contro una velocità di 490 m/sec del .454 Casull con palla di 300 grani, a cui corrispondono circa 240 kgm. Il .44 magnum, sempre con palla di 300 grani, arriva a sviluppare 380 m/sec, con relativa energia di 140 kgm.
Ci troviamo, insomma, di fronte a un impianto balistico che, seppur non ai livelli del Casull, si propone come uno dei più "cattivi" mai sviluppati: oltre all'energia viva, inoltre, bisogna considerare che il notevole diametro del bossolo (la palla misura .475 pollici, pari a 12 mm tondi) "mangia" decimi importanti di spessore delle camere del tamburo. Ne consegue che, pur sviluppando pressioni inferiori al Casull, il tormento a carico della meccanica non è troppo diverso.

L'impostazione del Raging bull è stata più volte descritta ma, a vantaggio dei neofiti, giova comunque riassumerla: si tratta di un massiccio revolver a telaio chiuso, con tamburo ribaltabile sul lato sinistro ed espulsione simultanea dei bossoli. Il tamburo ha la capacità di cinque camere. Il bloccaggio del cilindro in chiusura è dato da due chiavistelli indipendenti: il primo protrude dal centro della faccia posteriore del tamburo, per inserirsi nello scudo di rinculo, mentre il secondo sporge dalla parte superiore del giogo per inserirsi in uno scasso praticato al di sotto del cono di forzamento. Il primo chiavistello di bloccaggio si sgancia spingendo in avanti il nottolino posto sul lato sinistro del castello, appena dietro allo scudo di rinculo. Il secondo blocco, invece, si disabilita spingendo verso il basso una levetta posizionata al centro del giogo. Entrambi i pulsanti di sgancio sono efficacemente zigrinati, per consentire una presa salda in ogni circostanza.
L'organizzazione del sistema di scatto e percussione è imparentata con quella tipica della Smith & Wesson, e si avvale di due distinte molle a spirale: una, di maggiore lunghezza, è situata all'interno dell'impugnatura e serve a dare l'impulso al cane, mentre l'altra agisce su una slitta che consente il ritorno del grilletto in posizione di riposo.
Lo scatto è ad Azione mista, la percussione è data da un voluminoso cane esterno che, per mezzo di una barra (transfer bar) comunica l'impulso al percussore, flottante all'interno del fusto. La transfer bar è incernierata direttamente al grilletto, e si interpone al cane solo se la leva di scatto è completamente premuta. In caso contrario, un'appendice praticata nella parte superiore del cane urta contro il castello, impedendo il contatto con il percussore e fungendo, in tal modo, da sicura contro lo sparo accidentale.
L'unico altro dispositivo di sicurezza è fornito dal blocco a chiavistello Taurus Security system che, attivato con l'apposita chiave fornita in dotazione, impedisce l'armamento del cane. ​La canna è, indubbiamente, il particolare che maggiormente caratterizza l'estetica dell'arma. Lunga ben 212 mm (8 pollici e 3/8), è dotata di un contrappeso sottocanna (full lug) integrale e di una spessa bindella ventilata. In prossimità della volata sono praticate due serie di quattro fori che, deviando verso l'alto una parte dei gas di sparo, contrastano la tendenza al rilevamento.
L'impugnatura è costituita da una guancetta monopezzo in gomma morbida, con un funzionale cuscinetto antiurto posto nella parte dorsale. Oltre ad avere un'ergonomia particolarmente indovinata, questo tipo di impugnatura si è dimostrato di grande efficacia nell'assorbimento del rinculo.
Gli organi di mira sono robusti e razionali. Il mirino, tipo Patridge, è fisso, spinato alla canna. La tacca di mira è, invece, costituita da una foglietta a "U" regolabile micrometricamente in altezza e derivazione. Entrambi i riferimenti si sono dimostrati ben dimensionati e, pur non avendo alcun riferimento colorato, ottimamente acquisibili nel tiro mirato. Pur essendo sottoposti a un notevole scuotimento, hanno dimostrato di mantenere la taratura imposta senza la minima variazione.
Data la destinazione dell'arma (tiro informale o caccia, dove consentito), avremmo forse preferito un mirino e una foglietta leggermente più alti, ma si tratta di gusti esclusivamente personali che nulla tolgono all'efficacia dell'allestimento di serie.
Il grilletto, liscio e moderatamente arcuato, è ottimizzato per il tiro in Doppia azione: nonostante ciò, si è dimostrato ottimamente sfruttabile anche per il tiro in Singola azione. Lo scatto in Doppia è relativamente lungo e pesa circa 4.000 grammi. Molto più sensibile lo scatto in singola che, dopo una precorsa quasi inesistente, sgancia il cane con uno sforzo di poco superiore ai 1.500 grammi. Di particolare rilievo la pulizia della corsa, priva di filature o grattamenti: merito, indubbiamente, del buon livello di finitura del revolver, tanto a carico delle superfici esterne quanto di quelle non in vista. La prova pratica si è svolta alla distanza di 25 metri, sparando a due mani, senza appoggio. L'assoluta irreperibilità delle munizioni commerciali ci ha costretto a limitare il test alle sole ricariche, allestite utilizzando il materiale (palle, bossoli, die) messoci a disposizione dell'importatore, Prima armi. Per testare in modo ottimale il comportamento dell'arma sono state allestite tre ricariche, tutte con palla Hornady del peso di 325 grani semi jacketed soft point a punta piatta. Abbiamo utilizzato la polvere Norma R123, idonea anche al caricamento del .44 magnum, in dosi crescenti di 20, 21,8 e 23,5 grani. La dose più elevata, da considerarsi massima, ha riempito completamente il bossolo: questo è dovuto anche al tipo di palla, dotato di un solco di crimpatura notevolmente alto e, quindi, particolarmente affondata all'interno del bossolo.
In effetti, la lunghezza del tamburo consentirebbe di avere una munizione finita di maggior lunghezza, ma una crimpatura al di fuori della linea godronata predisposta di fabbrica risulterebbe insufficiente a resistere al notevole rinculo dell'arma, causando quindi la fuoriuscita delle palle dal tamburo con conseguente blocco dello stesso.
Il "peso" del calibro ha consigliato, ovviamente, di cominciare la prova con il dosaggio inferiore di polvere: una volta caricate le cinque camere del tamburo, abbiamo impugnato l'arma e, con un misto di timore ed entusiasmo, siamo andati in punteria.
Il primo colpo ci ha francamente sorpreso: un botto sordo, potente ma niente affatto fastidioso, ha accompagnato un rinculo estremamente progressivo, che si è scaricato sulla mano senza conseguenze. Il rilevamento è stato importante, tanto da farci sfiorare il soffitto della linea con il mirino.
Per i colpi successivi abbiamo rafforzato la presa sull'arma e, di conseguenza, il rilevamento è stato decisamente più contenuto.
La taratura di fabbrica degli organi di mira è risultata azzeccata: mirando al centro del bersaglio, i colpi sono andati a finire da subito nel nero.
Dopo aver "rodato" il revolver con le ricariche più blande, siamo passati al caricamento intermedio: il rinculo si è fatto immediatamente più secco e avvertibile, ma sempre ben controllabile. Anche la precisione, in compenso, è aumentata: la miglior rosata effettuata con questa ricarica misura, infatti, solo 35 mm. I risultati più eclatanti, però, si sono visti con la ricarica massima: il rinculo è diventato imperioso, il rilevamento consistente, tanto che impugnando l'arma con una presa appena meno salda del consueto siamo stati colpiti dalla cresta del cane in corrispondenza del pollice. In ogni caso, la vampa di bocca è stata praticamente inesistente, segno dell'ottima combustione della polvere nella lunga canna di 212 mm.
La rosata si è ristretta ulteriormente: il miglior raggruppamento ha visto tre colpi in appena 18 mm e, per di più tutti e tre nel 10 di Pistola standard.
Il prezzo di tutto ciò è stata una leggera difficoltà nell'estrazione dei bossoli che, invece, con i caricamenti inferiori non avevano palesato la minima deformazione.
Bisogna anche dire che la velocità raggiunta da questa ricarica superava sostanzialmente il valore "tabellare" proprio di questo calibro, raggiungendo i 425 m/sec e sfiorando, quindi, i 200 kgm. I bossoli di risulta hanno palesato un leggero affumicamento nella ricarica più blanda, una leggera deformazione anelastica con la ricarica più tosta. Costante a tutti e tre i dosaggi una percussione potente e sufficientemente centrata, con un lieve appiattimento dell'innesco. Dopo aver scaricato cinque tamburi completi, abbiamo avuto modo di apprezzare l'impugnatura made in Taurus, che ha saputo ammortizzare in modo ideale il rinculo trasformando, così, un'esperienza potenzialmente spiacevole in un'ora di relax e divertimento.
Considerando i quasi due chilogrammi di peso, pensavamo di incontrare maggiori difficoltà a restare in punteria, specialmente considerando la notevole "bandiera" offerta dalla canna. Invece, l'equilibrio notevole e il baricentro moderatamente appruato hanno fatto come "scomparire" buona parte del peso, consentendo di mirare con grande fermezza.
Ci sono armi destinate a difendere la vita delle persone e ci sono armi, invece, destinate a farle divertire: il Raging bull calibro .480 Ruger appartiene, senza dubbio, a questa seconda categoria, e riesce nel suo compito ottimamente. Il .480 Ruger riesce a realizzare un compromesso perfetto tra potenza e controllabilità, consentendo al proprietario di sentire il "fuoco" tra le mani senza uscire con le ossa rotte dal poligono. 325 grani a 400 metri al secondo sono un biglietto da visita eccellente per un calibro che, sicuramente, è ancora tutto da scoprire: volete provarci con l'arma giusta? ​Produttore: Forjas Taurus Sa, Av. Do Forte 511, Vila Ipiranga, tel. 00.55.51.34.74.000, fax 00.55.51.34.73.075, Porto Alegre (Rs); Taurus International manufacturing Inc., 16175 N.W. 49th Avenue, Miami, Florida 33014, tel. 00.13.05.62.41.115, fax 00.13.05.62.37.506, www.taurususa.com
Importatore: Prima armi, www.primarmi.it
Modello: Raging bull 480SS8
Tipo: pistola a rotazione
Calibro: .480 Ruger
Impiego specifico: caccia (ove consentito), tiro informale
Meccanica: telaio chiuso, tamburo ribaltabile sul lato sinistro
Numero colpi: 5
Scatto: Azione mista
Percussione: cane esterno, percussore inerziale a grano riportato
Sicura: transfer bar automatica al percussore, chiavistello sul cane Taurus security system
Canna: lunga 8 3/8" (212 mm), con compensatore integrale a otto luci; disponibile anche nella lunghezza di 6,5 pollici
Mire: mirino fisso, spinato alla canna; tacca di mira regolabile micrometricamente in altezza e derivazione
Lunghezza totale: 355 mm
Peso: 1.786 grammi
Materiali: acciaio inox
Finitura: satinata opaca
Numero del Catalogo nazionale: 12.973 (arma comune)