Parchi naturali, guida agli sprechi
Più che la gestione del patrimonio ambientale, sembra che agli enti che controllano i Parchi naturali italiani interessino le consulenze. È quanto sostiene la Corte dei conti in un esame sulla gestione finanziaria dal 1995 al 2001, che rimprovera agli enti di aver pagato onorari costosissimi per consulenze che, invece, avrebbero dovuto e potuto essere svolte prevalentemente con risorse proprie. In particolare, il Parco dei Sibillini ha speso in consulenze 2,68 miliard…
Più che la gestione del patrimonio ambientale, sembra che agli enti che
controllano i Parchi naturali italiani interessino le consulenze. È quanto
sostiene la Corte dei conti in un esame sulla gestione finanziaria dal 1995 al
2001, che rimprovera agli enti di aver pagato onorari costosissimi per
consulenze che, invece, avrebbero dovuto e potuto essere svolte prevalentemente
con risorse proprie. In particolare, il Parco dei Sibillini ha speso in
consulenze 2,68 miliardi delle vecchie lire (provenienti quasi tutti da fondi
europei), mentre un altro miliardo è stato speso per il progetto “un Parco per
tutti”. Valutazioni simili anche per il Parco del Pollino, passato dai 288
milioni di lire del 1997 ai 388 del 1998. Il Parco della Val Grande, invece, ha
dovuto fare ricorso a consulenti o utilizzare dipendenti di altri enti pubblici
per tamponare le carenze di organico. Già nel 2002, i giudici della Corte dei
conti avevano criticato duramente il Parco nazionale d’Abruzzo, accusando gli
amministratori di finanziamenti illegittimi, spese per missioni senza
rendiconti, uso abusivo di carte di credito, automobili e appartamenti. Franco
Tassi, il direttore del Parco, fu condannato a restituire 914.000 euro e il
presidente Fulco Pratesi dovette restituire 88 mila euro.