Particolarmente interessante il risultato di una ricerca comparsa sulla rivista Science, nella quale si afferma che in Mozambico, causa la guerra che si è protratta dal 1977 al 2004, stando a quanto dichiarato dai ricercatori della Princeton university, le femmine di elefante in queste zone sarebbero caratterizzate dal fatto di essere prive di zanne. Tutto ciò, secondo gli studiosi, sarebbe motivato dalle intense azioni di bracconaggio cui sono stati sottoposti questi animali, che ha appunto lasciato in vita soltanto le femmine prive di tali attributi, cosiddette tuskless. Le femmine, riproducendosi, trasmettono tale gene alla prole che, a sua volta, nasce ugualmente priva di zanne, almeno per quanto riguarda gli individui di sesso femminile. Al di là del valore scientifico della ricerca, è interessante notare come, visto che il 90% della popolazione di elefanti è andata perduta per la guerra, siano rimaste in vita soltanto le elefantesse senza zanne, perché ritenute prive di valore dai bracconieri. Per cui, essendo le uniche rimaste, riproducendosi hanno influenzato maggiormente con i loro geni trasmessi la nascita di altrettante femmine prive di zanne. La perdita delle zanne, quindi, è da attribuirsi a semplici fattori geneti, e non a un qualche tipo di istinto di difesa o sopravvivenza.
Che le femmine tuskless abbiano poco valore lo testimonia anche il fatto che in alcuni casi sono oggetto di safari che prevedono un costo notevolmente inferiore rispetto a quelli diretti a maschi con zanne, proprio per lo scarso valore trofeistico che rappresentano e anche al fine di evitare la riproduzione di queste femmine. Tali soggetti, per di più, risultano spesso anche più aggressivi rispetto a quelli muniti di zanne, vista lo spiccato istinto protettivo che in genere dimostrano nei confronti dei piccoli. Se si volesse incentivare la ricomparsa in numero maggiore di elefantesse con zanne, tuttavia, bisognerebbe iniziare proprio con l’abbattimento di quelle che ne sono sprovviste, che continuano a trasmettere tale gene.