«La proposta di legge vorrebbe barattare l’accesso ai terreni di caccia pubblici con il divieto di utilizzo delle munizioni in piombo», si legge nella nota pubblicata dalla Nssf, National shooting sports foundation, l’associazione che rappresenta gli interessi del mondo armiero statunitense. La reazione della Nssf è una risposta alla proposta di legge avanzata dallo Us Fish and Wildlife service (Usfws), l’agenzia federale che si occupa della tutela della fauna selvatica, della pesca e degli habitat naturali, che offre ai cacciatori americani la possibilità di cacciare in 19 aree protette, per un’ampiezza di 54 mila acri, includendo, però, anche una clausola che vieterebbe, di fatto, l’impiego di munizionamento tradizionale in piombo durante l’esercizio venatorio.
Un tentativo simile fu già messo in atto al termine del mandato dell’amministrazione Obama, ma la richiesta fu considerata priva di fondamento scientifico e respinta dal segretario degli Interni Ryan Zinke.
«La proposta di legge», prosegue il comunicato della Nssf, «non presenta alcuna base scientifica e avrebbe l’unica conseguenza di togliere diritti agli uomini e alle donne amanti delle attività all’aperto che sostengono e finanziano la conservazione». La stessa Usfws, infatti, ha dichiarato che nel corso di quest’anno sarebbe stata raccolta dai diversi Stati la cifra record di 1,5 miliardi di dollari per la conservazione, dei quali 1,1 miliardi proverrebbero dalla cosiddetta tassa Pittman-Robertson imposta ai produttori di armi e munizioni, indirettamente proveniente dalle tasche degli appassionati, che, in buona sostanza, sostengono la conservazione semplicemente acquistando questo genere di prodotti.