Stoeger airguns fa il bis: dopo essersi conquistata in brevissimo tempo una notorietà con le proprie carabine a molla e pistone, un paio di anni or sono ha debuttato con la sua prima Pcp, la Xm1, accolta con un successo estremamente significativo da parte del segmento degli appassionati, grazie a un buon rapporto qualità/prezzo congiunto a una estetica e a una ergonomia veramente personali e innovative.
Nel 2022 l’azienda, parte del gruppo Beretta, ha deciso di rilanciare ulteriormente, assecondando una specifica tendenza del mercato delle Pcp e affiancando così alla sua Xm1 (che resta in produzione) una specifica variante bullpup. Con tale termine si indica una carabina nella quale il sistema di alimentazione e di sparo è integrato nella calciatura, il che, a parità di lunghezza di canna rispetto a una carabina tradizionale, consente di ridurre l’ingombro complessivo di circa un terzo. Così è anche per la Xm1 bullpup, che a fronte di una lunghezza del complesso canna-manicotto di volata pari a 580 mm (contro i 565 della Xm1 tradizionale), misura in tutto soli 700 millimetri, a fronte dei 990 della Xm1 “prima maniera”. La configurazione bullpup, inoltre, consente di avere il baricentro dell’arma pressoché coincidente con l’impugnatura a pistola, il che determina una imbracciata estremamente istintiva, una maneggevolezza straordinaria e, volendo, anche la possibilità di utilizzare l’arma con una sola mano.
Come è fatta
L’arma utilizza un telaio in lega leggera, che nella parte anteriore porta vincolata la bombola dell’aria compressa, in basso, e sopra di essa la canna, in parte “nuda” e in parte (dall’estremità anteriore della slitta porta ottica in avanti) contenuta entro un manicotto del diametro di 28 millimetri. Tre i calibri disponibili: 4,5 mm, 5,5 mm e 6,35 mm.
L’otturatore è di tipo scorrevole, azionato grazie a una leva a ginocchiello sul lato destro, con una manetta cilindrica verticale solcata da alcune scanalature volte a rinsaldare la presa della mano. Grosso modo al centro della calciatura c’è il vano di alimentazione, nel quale si inserisce un caricatore a tamburo, polimerico, che ha una capacità di 8 pallini per il 6,35 mm oggetto della nostra prova, 9 pallini in 5,5 mm e 11 pallini in 4,5 mm.
La bombola dell’aria precompressa ha una capacità di 265 cc ed è completamente integrata all’interno della calciatura polimerica, fatta salva l’estremità anteriore che, oltre a incorporare il manometro per la verifica della pressione residua, prevede la sede per l’ugello del quick fill, protetto da un carter tubolare a scatto.
La sicura manuale è costituita da un traversino cilindrico posto in senso perpendicolare al grilletto, spinto verso sinistra consente lo sparo e scopre un circoletto di colore rosso, spinto verso destra blocca fisicamente il grilletto impedendo lo sparo.
La calciatura è il pezzo forte del progetto perché, come è tradizione della gamma Stoeger airguns, è stato sviluppato secondo i dettami del cosiddetto “Human tech design”, che fonde uno stile ispirato dalla città di Urbino (culla dell’Umanesimo), alle capacità tecniche di professionisti milanesi nel campo del design industriale e nell’user experience. Da un punto di vista estetico, ciò si traduce in un profilo sinuoso e futuristico che stacca prepotentemente questa Xm1 dalla pletora dei concorrenti; dal punto di vista pratico, sottende però altrettanta utilità, sia sotto forma di ergonomia, sia sotto il profilo della modularità. Per quanto riguarda in particolare l’ergonomia, due sono i criteri ispiratori delle scelte adottate: il Multi grip system e il Proadaptive checkering. Il primo prevede zone zigrinate e “prensili” non solo in corrispondenza dell’impugnatura a pistola e dell’astina, bensì anche in altre posizioni strategiche (per esempio sotto la pala del calcio), in modo da garantire una presa salda qualsiasi sia il tipo di imbracciata che viene preferito dall’utilizzatore. Il Proadaptive checkering invece è un concetto che si traduce con una texture differenziata ad alta tecnologia a seconda delle aree della calciatura. Una prima texture più “dura”, per così dire, è denominata Hexacell e interessa il calciolo, la parte frontale dell’impugnatura a pistola e la parte posteriore della front grip; una seconda texture, più “morbida”, definita Thiridion, interessa la parte posteriore dell’impugnatura, la parte inferiore della calciatura e la parte anteriore della front grip. La texture “dura” aiuta a rendere l’arma inamovibile nell’imbracciatura, saldandone le forme ai due principali punti di contatto del tiratore che sono la spalla e la mano forte; la texture “morbida” consente una presa efficace alla mano debole consentendo, però, al contempo di variare e ottimizzare la presa di volta in volta, in funzione della posizione di tiro (in piedi, seduti, sdraiati) e delle preferenze.
Modularità all’estremo
La modularità è un altro dei leitmotiv della serie di carabine Stoeger airguns: nella Xm1 bullpup si traduce nella possibilità di variare la lunghezza del calcio, rimuovendo uno o entrambi gli spaziatori interposti tra il calcio e il calciolo; trasformare il puntale dell’astina, a coda di castoro, in una vertical grip modernissima ed efficace, oltre che per dare appoggio alla mano debole, anche come rest per stabilizzare il tiro in appoggio; sui lati dell’astina, inoltre, sono presenti due spezzoni di slitte Picatinny, utili per applicare le gambe di un bipiede, o torce, o altri accessori, che nella parte frontale integrano un porta caricatore di ricambio. Anche l’appoggiaguancia di serie può essere sostituito con uno rialzato di 10 millimetri, garantendo in tal modo una collimazione ottimale anche con cannocchiali dal diametro di obiettivo importante che, di conseguenza, necessitano di un montaggio più alto. Infine, è possibile sostituire anche la parte frontale dell’impugnatura, con altra di misura Xl (nera, per distinguerla a prima vista da quella di misura standard, che è blu). La cosa interessante è che tutti questi optional… non sono optional, perché sono tutti forniti di serie con l’arma, insieme a un caricatore di ricambio e all’ugello per la ricarica rapida dell’aria.
Mire e scatto
Come è la regola per questa tipologia di carabine Pcp, non sono previste mire meccaniche: sulla sommità del telaio è predisposta una slitta lunga 185 mm con interfaccia Picatinny, che dà agio di installare qualsiasi cannocchiale si desideri. Per la nostra prova, l’azienda ci ha messo a disposizione un cannocchiale Steiner Ranger 4 3-12×56 mm.
Lo scatto è, normalmente, uno dei punti deboli delle Pcp in configurazione bullpup, a causa della distanza considerevole che c’è tra il grilletto e il dente di scatto che sgancia la massa battente. Per quanto riguarda questa Xm1, possiamo affermare che sia stato fatto un lavoro eccellente: lo scatto è in due tempi, la precorsa è relativamente breve, un po’ lungo il secondo tempo ma pulitissimo e costante, con uno sgancio netto e prevedibile con un peso di circa 1.000 grammi.
La nostra prova
Abbiamo svolto la prova di precisione nel Tiro a segno nazionale di Pesaro, sulla distanza di 50 metri, in appoggio anteriore. L’arma è estremamente maneggevole e leggera (2.800 grammi), il rifornimento della bombola è rapido e agevole: basta tirare in avanti il manicotto di protezione del foro del quick fill, inserire nel foro in questione l’ugello collegato alla frusta a sua volta collegata alla bombola. Pochi secondi e il livello di 200 bar è raggiunto. Il caricatore si rifornisce ruotando prima la piastra in polimero trasparente posteriore, in modo da mettere in tensione la molla interna al rotore. Si blocca quindi il rotore inserendo nel foro di alimentazione del tamburo, dalla parte anteriore, un pallino. Quindi, ruotando la piastrina, si inseriscono gli altri pallini dal lato posteriore. Una volta presa la mano, l’operazione è del tutto agevole. Il caricatore ha una forma “a goccia” e due rilievi longitudinali che consentono di inserirlo nell’arma solo dal lato giusto, anche semplicemente al tatto e senza necessità di vederlo per forza. Ovviamente per inserirlo bisogna prima arretrare la leva di caricamento a ginocchiello. La permanenza in sede, a leva aperta, è coadiuvata da piccoli magneti in neodimio. La manovra della leva è agevole e l’indurimento a fondo corsa, che testimonia l’armamento della massa battente, è piuttosto contenuto, quindi il riarmo risulta molto fluido e può essere eseguito senza necessità di perdere l’imbracciata. Il caricatore, una volta esauriti i colpi, ha il rotore conformato in modo da ostacolare la chiusura dell’otturatore, fungendo da avviso di arma scarica.
Sopra il calciolo, all’estremità posteriore del telaio, è presente una grossa vite Allen cromata, che consente la regolazione della forza della massa battente, incidendo di conseguenza sulla quantità di aria rilasciata e, quindi, sulla velocità del pallino. Rispetto ai due estremi dell’escursione, conviene sempre dare un mezzo giro in meno. Alla massima potenza, l’arma garantisce una energia cinetica di 52 joule, ai quali corrisponde una velocità di 230 metri al secondo con i pallini Haendler & Natermann Baracuda match di 2 grammi. Valore coerente con quello dichiarato dall’azienda di 250 metri al secondo per il calibro 6,35 mm (ma senza dichiarare il tipo di pallino). Per il calibro 5,5 mm è dichiarata una velocità massima di circa 280 metri al secondo, che diventano 300 per il 4,5 mm. Ovviamente si parla della versione full power, in 4,5 mm è disponibile anche la versione di libera vendita con energia inferiore a 7,5 joule.
Visto il calibro, le prestazioni del cannocchiale e la qualità del pallino, abbiamo posizionato il bersaglio alla distanza di 50 metri, ottenendo con i Baracuda match una rosata di cinque colpi in soli 20 millimetri. Abbiamo provato una rosata anche con i pallini Hornet sempre di Haendler & Natermann, a punta cava con cuspide in ottone, del peso di 1,43 grammi, ottenendo un raggruppamento ancora estremamente valido, di cinque colpi in 27 mm. Ci sono stati messi a disposizione anche due pesi di pallino slug, ma in tal caso i risultati sono stati incostanti e decisamente erratici. Probabilmente il passo di rigatura non è ottimizzato per questa tipologia di pallino.
Con i Baracuda match, non ci siamo fatti scappare la possibilità di realizzare anche una rosata a 100 metri, che per una Pcp, anche full power, non sono decisamente pochi. Il raggruppamento è stato paragonabile al “5” di un dado da gioco, con distanza massima tra i centri più lontani pari a 70 mm. A nostro avviso è un eccellente risultato, ulteriormente perfezionabile spessorando la base della slitta in modo da inclinare in avanti il cannocchiale, compensando la caduta del pallino. Con la slitta perfettamente allineata, abbiamo esaurito l’escursione in elevazione del reticolo e per colpire il bersaglio a 100 metri abbiamo dovuto allineare il bordo superiore della stadia spessa inferiore del reticolo Duplex. È chiaro che con un’ottica dedicata, da tiro, con la giusta escursione, si può fare ben di meglio.
L’autonomia della bombola consente, alla piena potenza, di sparare quattro-cinque tamburi di seguito, poi è necessario il refill.
L’articolo completo su Armi e Tiro di agosto 2022
Scheda tecnica
Produttore: Stoeger airguns, stoegerairguns.com
Distributore: Franchi, tel. 0722.30.71, franchi.com
Modello: Xm1 Bullpup
Tipo: carabina ad aria precompressa
Calibro: 6,35 mm (anche 4,5 e 5,5 mm)
Funzionamento: Pcp, riarmo con leva laterale a ginocchiello
Alimentazione: caricatore amovibile rotante; bombola di 265 mm con quick fill
Numero colpi: 8 (9 in 5,5 mm, 11 in 4,5 mm)
Lunghezza canna: 490 mm (580 mm incluso manicotto integrale)
Lunghezza totale: 700 mm
Sicura: manuale a cursore trasversale al grilletto
Mire: slitta Picatinny per il montaggio di ottiche di puntamento (in prova, Steiner Ranger 4 3-12×56)
Materiali: telaio in lega leggera, canna e meccanismo in acciaio, calciatura in polimero
Finiture: anodizzazione/brunitura nera opaca
Qualifica: arma sportiva
Peso: 2.800 g
Prezzo: 799 euro, Iva inclusa (versione libera vendita, 749 euro)