Non ce ne vogliano i possessori o amanti dei gatti, ma dalle ultime ricerche sembra proprio che abbiano un piccolo ma grande predatore in casa. Il problema era già stato evidenziato, ma ultimamente è stato riportato all’attenzione da un recente studio internazionale comparso su Nature Communications. In pratica i gatti, se lasciati in libertà, arrivano a nutrirsi di più di 2.000 specie diverse di animali, dei quali molti a rischio di estinzione. I ricercatori datano la domesticazione del gatto da parte dell’uomo in un’epoca molto più giovane rispetto a quella del cane domestico, all’incirca 9.000 anni fa. Dalla quale poi i gatti, sicuramente complice la loro piccola taglia, sono partiti alla conquista delle case ma sopratutto anche della natura, nella quale spessissimo riacquistano immediatamente la veste di veri predatori, come gli altri felini. È stato stabilito che oltretutto sono molto generalisti e che la loro dieta è alquanto variegata. Inoltre, per evitare che vadano a caccia non serve alimentarli pesantemente quando vengono assunti al rango di domestici, perché conservano la loro vena predatoria anche e soltanto per istinto, spesso senza nutrirsi degli animali catturati. È nota la consueta constatazione di molti possessori, i quali dichiarano che spesso il gatto porta loro le prede catturate per poi lasciarle lì, o mangiarle solo in parte. Ecco perché hanno un impatto predatorio molto ma molto superiore a tutte le specie selvatiche. I numeri delle catture sono stati fedelmente riportati anche da Christopher Lepczyk, che opera nell’Università Auburn, negli Stati Uniti. Ne è risultato un tableu di tutto rispetto, tra cui 981 specie di uccelli, 463 di rettili, 431 di mammiferi, 119 di insetti, 57 di anfibi oltre a 33 specie di altri animali. Naturalmente in molti di questi numeri si trovano specie in estinzione, o gravemente minacciate. Molto spesso, anzi prevalentemente, tutto questo avviene di notte, con gatti che gravitano intorno alle case di giorno, ma che si irradiano nel territorio circostante la notte.
Spesso, rientrando a buio da impegni venatori, su determinate strade interne interpoderali o secondarie, contiamo sempre dagli 8 ai 10 gatti che girano indipendenti per cacciare. Tale fenomeno avviene anche nel nostro giardino, letteralmente invaso la notte dai gatti dei vicini, di cui poi ritroviamo gli avanzi delle varie predazioni. A tal proposito i più anziani ricorderanno che anni fa i gatti vaganti erano considerati come nocivi. E quindi abbattibili. Tale problema è stato preso in considerazione in Australia dove i gatti selvatici, ma anche quelli domestici, rappresentano un vero problema. Addirittura verranno considerati abbattibili da parte di cacciatori. O catturati in natura e poi soppressi. Nel continente australe si stimano 2,8 milioni di gatti randagi, e 6,6 milioni di domestici. Aggiungiamo che altrettanto spesso, anche quando domestici, vengono considerati dai rispettivi padroni come liberi di vagare e andare ovunque, generando i problemi suddetti. In Australia si stima che i gatti uccidano circa 377 milioni di uccelli, e 649 milioni di rettili. Solo negli Stati Uniti le cifre arrivano a 1,3-4 miliardi di uccelli e 6,3-22,3 miliardi di mammiferi predati. Cifre da capogiro, che oltretutto tolgono cibo a moltissimi altri predatori selvatici. Insomma si potrebbe far diminuire di molto queste cifre, circa il 35%, apponendo loro al collo un campanello che limita molto la silenziosità durante un agguato. Ma sopratutto tenerli sempre sotto controllo e, ancor di più, tenendoli sempre in casa.