Il governo federale canadese ha dato al servizio postale nazionale l’autorità di immagazzinare e trasportare i 1.500 modelli di armi dichiarati “vietati” dal primo ministro Trudeau nel 2020, al fine di dare avvio alla prima fase del programma di riacquisto da parte del governo. Questa prima fase prevederà la consegna (dietro indennizzo) delle armi giacenti nei magazzini delle armerie e dei distributori, mentre per quanto riguarda la consegna delle armi in possesso dei privati, il periodo finestra è stato ulteriormente prorogato (per la terza volta) al 30 ottobre 2025.
Uno dei motivi della proroga consiste principalmente nel fatto che se da un lato i responsabili del servizio postale canadese hanno dichiarato la loro disponibilità a gestire le armi delle armerie e grossisti, hanno altrettanto esplicitamente affermato di non avere alcuna intenzione di prendere parte alla fase 2, a causa di criticità nel garantire la sicurezza dei dipendenti durante la fase in questione. Contrarietà che, peraltro, era già stata esplicitata lo scorso aprile.
Nel frattempo, il leader dell’opposizione in Senato, Donald Plett, ha presentato una interrogazione nella quale dà conto della cifra raggiunta finora per mettere in piedi il programma di Buyback: a fronte del fatto che non una singola arma è stata finora effettivamente riacquistata dalle mani dei detentori, sono già stati spesi 67,2 milioni di dollari canadesi, suddivisi in 56,1 da parte di Public safety Canada e 11,1 da parte delle “giubbe rosse” (Royal canadian mounted police). Ciò che ha maggiormente attirato l’attenzione e le ire del senatore è stato, tuttavia, il fatto che 11,5 di quei milioni di dollari canadesi sono stati spesi per consulenze esterne per software, logistica e supporto alla comunicazione. “67 milioni di dollari sono una cifra incredibile e scioccante da spendere per un programma che non esiste ancora”, ha dichiarato Plett alla Tv canadese, “e che in ultima analisi ha come target i possessori di armi autorizzati, addestrati e rispettosi della legge e non i criminali. Ancora più scandaloso è il fatto che 11 milioni di dollari di denaro guadagnato duramente dai contribuenti siano stati dati a consulenti esterni. Quei contratti devono essere resi pubblici”. Su quest’ultimo punto il rappresentante del governo al Senato, Marc Gold, ha replicato che non avrebbe presentato le informazioni dettagliate sui contratti ai consulenti esterni e che “il lavoro per lanciare il programma di riacquisto di armi da fuoco sono i punti centrali della preoccupazione del Governo per il benessere dei canadesi. È deplorevole che il programma non abbia fatto ulteriori progressi. Il governo sta facendo tutto il possibile per portarlo avanti”.