Si chiama laconicamente “20E” ed esteticamente, ricorda la General purpose machine gun Qjy-201 (7,62×51) con identica calciatura regolabile e, probabilmente, analogo sistema di funzionamento “ibrido” con corto rinculo della canna e tradizionale sistema a recupero di gas.
Usiamo il condizionale dato che dell’arma non sono state divulgate le caratteristiche tecniche, le speculazioni parlano invece di un peso compreso tra i 10 e i 12 chilogrammi, canna di circa 24-25 pollici di lunghezza e cadenza di tiro di circa 600 colpi/minuto (in analogia con le realizzazioni occidentali).
Osservando la mitragliatrice 20E, notiamo però una costruzione con la presenza di rivettature sul fusto, espulsione dei bossoli e delle magliette sul lato destro, coperchio di alimentazione tradizionale con apertura solo dall’alto: non sembra in questo caso, seguire il trend delle Medium machine gun occidentali che offrono invece la possibilità di sfruttare interamente la linea di mira con Picatinny ininterrotta (per le ottiche aggiuntive…) grazie a soluzioni alternative con vassoio di alimentazione traslante lateralmente oppure, con coperchio ridotto. In effetti, questa “noncuranza” potrebbe invece avvallare l’ipotesi dell’interessamento dell’esercito cinese (Pla – People’s liberation army), notoriamente più “conservatore” rispetto agli altri eserciti. Perché poi l’ipotesi del .338 Lapua magnum anche se con bossolo non proprio ottimale per l’alimentazione a nastro? Perché nel recente passato erano emerse informazioni su una mitragliatrice sperimentale cinese in questo calibro… dopo che erano già emersi sniper rifle cinesi sempre in .338 Lapua.
L’alimentazione avviene dal lato sinistro del fusto e con manetta di alimentazione dal solo lato destro: parrebbe dunque non reversibile. Un caratteristica particolare dell’arma, è che l’astina anteriore copre soltanto il lato sinistro e la parte superiore della canna, lasciando completamente aperto il lato destro: probabile soluzione per velocizzare il cambio canna.