La Beretta completa la gamma delle pistole Px4 Storm (Armi e Tiro, gennaio 2005) con il calibro .45 acp. Adesso, il nome dato al progetto iniziale, Px4 (vale a dire pistola per quattro calibri: 9×19, 9×21, .40 S.&W. e .45 acp) si associa definitivamente a questo riuscito modello della Casa gardonese. Abbiamo analizzato le due nuove versioni proposte, la Px4 Storm con canna di 102 mm (4 pollici) e la Special duty, con canna di 115 mm (4 pollici e mezzo). La seconda versione è quella che ha attirato maggior mente la nostra attenzione perché destinata al programma Socom statunitense, alla ricerca di un’arma corta con cui dotare le forze speciali dell’esercito, della marina e dell’aviazione Usa (Delta force, Ranger, Green berets, Seal, Sow). La Special duty è riconoscibile per la colorazione del fusto verde oliva chiaro con tonalità vicine al desert (flat dark earth sarebbe il nome esatto della tonalità) e per la canna, che sporge di mezzo pollice dal carrello. La sporgenza della canna è dovuta alle misure richieste dal capitolato Socom, mentre le dimensioni del fusto e del carrello sono identiche a quelle della versione “nera”. La firma Giugiaro per il profilo non è solo una questione di estetica, ma anche funzionale: il design è lo stesso delle sorelle in calibri minori, con carrello privo di sporgenze e fianchi smussati che favoriscono l’estrazione dalla fondina. Il carrello è realizzato in acciaio, sabbiato, fosfatato e rivestito Bruniton, con la parte superiore chiusa, come la Beretta della serie 8000, da cui prende anche il sistema di chiusura geometrica rototraslante, modificato e reso più robusto. Si tratta, infatti, di un sistema che vede canna e carrello uniti da due tenoni di chiusura posti a 180 gradi che, allo sparo, arretrano insieme per un tratto breve, fino a quando il perno ricavato nel blocchetto d’acciaio posto sotto la camera di cartuccia non fa ruotare la canna per mezzo di un profilo a camme, producendo l’uscita dei tenoni di chiusura dalle sedi. Si libera, così, il carrello che prosegue da solo la sua corsa in condizioni di sicurezza, visto che le pressioni sono ormai azzerate dal ritardo di apertura. La canna ha un diametro ridotto e limitati punti di attrito, il che ne facilita il funzionamento in tutte le condizioni atmosferiche: presenta, in prossimità del suo contatto con il foro anteriore del carrello, un ispessimento per garantire il miglior accoppiamento in fase di sparo e una conseguente maggior precisione.
Nella versione Sd questa maggiorazione non è presente sul vivo di volata, ma è leggermente arretrata, visto che la canna sporge. Gli intagli praticati anteriormente e posteriormente sul carrello sono molto pratici e si scarrella senza difficoltà in qualsiasi situazione, sia di umidità sia di stress. Le mire per entrambi i modelli sono compatte e prive di spigoli, il disegno Novak, anche se rimpicciolito, è indovinato per la tipologia d’arma. Le mire presentano tre punti luminosi ad alta definizione trattati con Superluminova, uno speciale materiale fotosensibile che li rende visibili in condizioni di scarsa luminosità. Questi punti si caricano, però, solo se esposti per un breve periodo alla luce, anche di tipo artificiale. Gli organi di mira sono amovibili e facilmente sostituibili con altri tipi. Sui lati posteriori del carrello c’è la sicura manuale ambidestra che, se azionata, consente l’abbattimento del cane e manda il grilletto in “folle”. L’ingombro laterale di questa sicura è minimo, quasi nullo, e non dà alcun problema in fase di scarrellamento rapido. Questo tipo di sicura viene definito “F”. È possibile richiedere anche la sicura di tipo “G”, ma solo per la versione standard di 4 pollici: la sicura manuale, una volta azionata, fa abbattere il cane, ma ritorna in posizione di sparo senza disattivare lo scatto e, quindi, rendendo l’arma pronta a far fuoco sparando il primo colpo in Doppia azione. L’estrattore, che funge da avviso di colpo in canna, è di tipo esterno, con un’ampia fresatura per facilitare l’espulsione del bossolo. Oltre al sistema di sicura manuale c’è la tradizionale sicura automatica al percussore che impedisce, a quest’ultimo, ogni movimento se il grilletto non è tirato a fondo. Premendo il grilletto si vede il funzionamento della sicura automatica, che sporge dalla parte superiore del carrello, in prossimità della tacca di mira. Nonostante le dimensioni delle sicure manuali siano ridotte, sono disponibili versioni ancora più compatte, definite Stealth. Questo vale anche per la leva di arresto dell’otturatore, facilmente sostituibile come la maggior parte degli elementi. Anche il gruppo di scatto è facilmente amovibile per la pulizia, anche se necessita di un cacciaspine e qualche attenzione in più.
Tutte le molle della Special duty sono sottoposte a nichelatura, mentre per tutti gli altri particolari che possono subire problemi di corrosione in condizioni ambientali limite sono state apportate modifiche, come costruire la sfera della sicura e i perni in acciaio inossidabile, rivestire alcune parti interne con cromatura (leva di collegamento dello scatto, gruppo scatto) e realizzare i caricatori con rivestimento Pvd. La canna ha ricevuto una cromatura dell’anima di spessore doppio rispetto a quella normale e all’esterno ha subito un trattamento di nichel con alto tenore di fosforo, il tassello centrale è stato sottoposto a un trattamento particolare con deposito di diamante. La durata è garantita per almeno 40.000 colpi, quanti ne ha testati la Beretta. Lo scatto è ad Azione mista, con una buona Doppia azione molto fluida e una Singola azione non leggerissima, ma precisa, in grado di dare soddisfazioni anche nel tiro mirato. Abbiamo provato la Special duty con una dozzina di combinazioni ricaricate e qualche commerciale più diffusa. La rosata migliore l’abbiamo ottenuta con 6,2 grani di Rex gialla e palle Jfn di 200 grani della Fiocchi, con bossoli nuovi già innescati Fiocchi, per un’ altezza totale della cartuccia di 30,5 mm. Ma altre combinazioni con palle più pesanti hanno fornito buoni risultati in precisione.
Quello che ci ha colpito è la considerevole differenza di impatto sul bersaglio già a 15 metri: le palle leggere impattano 70-80 millimetri in basso a sinistra rispetto al punto mirato, mentre quelle di 230 grani raggiungono il bersaglio in prossimità del punto mirato. I tecnici della Beretta ci hanno confermato che i test di taratura sono stati eseguiti con palle di 230 grani. Sarebbe quindi opportuno, nella ricerca della giustezza del tiro con tutte le combinazioni, di sostituire la tacca con una combat regolabile di ultima generazione. Le prove a fuoco hanno messo in evidenza diversi aspetti: prima fra tutti l’affidabilità con tutte le combinazioni, anche quelle con energia inferiore ai 30 chilogrammetri, anche se il carrello è rimasto aperto, a serbatoio esaurito, solo con muni zioni che hanno sviluppato energie sopra i 40 kgm, vale a dire tutte le commerciali e un paio di ricaricate.
Questo è in parte dovuto alle nostre ricariche, che hanno coperto uno spettro ampio per testare affidabilità ai bassi dosaggi e risposta dell’arma con le cariche massime. Parte della mancata apertura è dovuta alla doppia molla di recupero del carrello, presente solo nella versione Sd per poter sopportare meglio le cartucce +P previste nei test del capitolato (l’arma deve digerire 20.000 cartucce standard e 1.000 +P). Il fatto che non rimanga aperto il carrello, con cartucce meno potenti, non è rilevante: se avvenisse con cartucce commerciali da un punto di vista tattico potrebbe sollevare qualche critica, anche se prima di arrivare a esaurire gli 11 colpi (10 colpi in caricatore +1 in canna) le cose si dovrebbero essere già risolte. Inoltre, non si deve dimenticare che l’arma scarica pesa solo 810 grammi e l’energia di rinculo del .45 acp non è la stessa del 9 mm. Conviene senza dubbio poter gestire meglio l’ arma, con una molla adeguata a contrastare i potenti .45+P, che preoccuparsi di capire se il carrello rimarrà aperto o meno quando si è scarichi. Comunque, le cartucce Fmjrn della Fiocchi di 230 grs sono note per la vivacità e la prova al cronografo di Casa Beretta, posto a 25 metri, ha fornito un’energia residua di 45 kgm e un power factor di 183. Non ci sono dubbi: con queste energie il carrello fa bene tutto il suo ciclo, così come con le altre munizioni commerciali, e rimane aperto quando si presenta l’elevatore del caricatore sulla leva di arresto dell’otturatore. Il peso ridotto dell’arma è sicuramente un grosso vantaggio per il porto prolungato, ma in fase di tiro si deve impugnare saldamente la pistola per riuscire a doppiare bene i colpi. Non ci si deve aspettare un rinculo di una pistola tutta in acciaio che pesa 1.300 grammi, perché non potrà mai essere confrontabile, però i risultati del tiro in rapida successione sono stati al di sopra delle aspettative.
Per testare l’ impennamento della Sd nel tiro rapido, abbiamo posto un bersaglio alla distanza di sette metri e abbiamo svuotato un caricatore da 10+1 colpi nel minor tempo possibile. Il risultato è stato di una rosata lunga 180 millimetri, ma larga solo 80. La rosata verticale denota un effetto torcente nullo e un impennamento controllabile, questo grazie alla tecnologia applicata, all’impugnatura in tecnopolimero che assorbe bene le vibrazioni, al sistema di chiusura che non consente abbassamenti della canna, ma solo la sua traslazione longitudinale, alla linea bassa della canna e agli accoppiamenti molto precisi di tutte le sue parti. Il fusto costruito in polimero rinforzato con fibra di vetro, vede imbrigliate nella sua parte superiore le guide metalliche che permettono di far scorrere il carrello in modo così preciso da non credere che la pistola sia prodotta in serie. La separazione tra fusto e carrello è semplicissima, così come il suo riassemblaggio. Il carrello si sfila premendo contemporaneamente le piccole alette posizionate nel fusto, sopra l’attaccatura del ponticello. Nel carrello alloggia l’asta guidamolla in metallo (in plastica nella versione standard), con l’estremità posteriore ospitata nel blocchetto. Tutto viene via con estrema facilità e si arriva allo smontaggio primario in pochi secondi. Il rimontaggio è altrettanto agevole e la chiusura si effettua facendo arretrare il carrello, stile Glock. Uno dei punti di forza della Px4 è l’ intercambiabilità del dorsalino dell’impugnatura, che si adatta veramente bene alle diverse grandezze di mani. Abbiamo voluto provare ed è veramente efficace: si deve sfilare il fermo a “U” posizionato nell’imboccatura dell’impugnatura, questo libera il dorsalino originale e si possono scegliere altre due configurazioni che si accoppiano perfettamente in sede senza lasciare alcun segno visibile nel perimetro, rendendo di fatto un pezzo unico l’ottima impugnatura. La zigrinatura anteriore e posteriore squamata rende il grip molto valido, sostenuto da un’angolazione molto istintiva dell’impugnatura e di facile confidenza, grazie agli arrotondamenti sull’elsa e sul dorsalino. L’ impiego del tecnopolimero rinforzato fiberglass, con percentuali non rese note (coperte dal segreto industriale), oltre a dare robustezza all’arma, rende il fusto molto resistente alla corrosione. La pistola ha reagito in maniera positiva a tutti i test di resistenza, quali l’esposizione a liquidi o acidi maneggiati o usati in situazioni operative militari speciali come, per esempio, tutti gli olii commerciali, insetticidi, benzina o solventi di uso comune.
Il tecnopolimero garantisce nel tempo il mantenimento del colore originale che anch’esso fa parte dei requisiti richiesti dal “bando Socom” e lo troviamo perfetto per la valigetta, ma non per il fusto. Dal punto di vista cromatico preferiamo la versione nera standard. Completa la modularità dell’impugnatura il porta correggiolo, che può essere sostituito con uno privo di anello, che funge quindi solo da tappo al dorsalino. Questo diventa conveniente soprattutto se si impiegano i due caricatori da 10 colpi in dotazione, un po’ più lunghi di quello da 9, anch’esso in dotazione nella splendida valigetta che contiene tutti i ricambi descritti con aggiunta del kit di pulizia, libretto di istruzioni, lucchetto, il tutto ben alloggiato su due ripiani di gommapiuma. Nel ripiano inferiore si possono trovare anche due pulsanti di sgancio del caricatore, uno large e uno combat, adatto a impieghi più professionali. Può essere montato con facilità anche sul lato destro, per favorire i tiratori mancini. Sulla sua superficie è presente una zigrinatura per aumentare l’ aderenza. Nel ripiano superiore della valigetta, i due caricatori, che hanno una finitura nichelata con un’alta percentuale di fosforo, studiata appositamente per questa gara d’appalto. I caricatori presentano profili scanalati per “scaricare” eventuali residui e ridurre la possibilità di malfunzionamento. Il loro smontaggio è semplice e la pulizia regolare dell’ interno garantisce maggiore affidabilità. La guida Picatinny integrata nella parte anteriore del fusto, consente il montaggio di illuminatori e puntatori laser, come per i modelli in calibro 9 mm e .40 S.&W. Il prezzo della versione standard è in linea con quello degli altri calibri (749 euro), mentre la versione Special duty, venduta unicamente con la valigetta tattica e tutti gli accessori, costa 1.299 euro.
SCHEDA TECNICA
Produttore: Beretta armi spa, via Beretta 18, 25063 Gardone Val Trompia (Bs), tel. 03.08.34.11, fax 03.08.34.14.21, www.beretta.it
Modello: Px4 Storm e Px4 Storm Special duty
Tipo: pistola semiautomatica
Calibro: .45 acp Impiego specifico: arma per difesa
Numero colpi: 9+1 (10+1 con pad maggiorato)
Meccanica: chiusura geometrica con canna rototraslante
Percussione: indiretta mediante cane esterno e percussore inerziale Sicura: manuale ambidestra con funzione abbattimento del cane, automatica al percussore
Lunghezza canna: 102 mm (115 mm per la versione Sd)
Mire: fisse tipo Superluminova sostituibili
Materiali: fusto in tecnopolimero, carrello acciaio
Finiture: carrello sabbiato, fosfatato e rivestito
Bruniton Peso: 800 grammi (810 per la Sd)
Numero del catalogo nazionale: 16.215 e 15.831 (Special duty), entrambe armi comuni
Prezzo: 749 euro, Iva inclusa, la standard; 1.299 euro la Sd
Questi i requisiti richiesti dal capitolato della gara bandita dalla Socom americana e superati dalla Px4 Storm Special duty in calibro .45. – Mrs (Mean rounds between stoppage, colpi minimi tra un inceppamento e l’ altro): 2.000 colpi – Service life test: 20.000 colpi di cui il 5% con munizioni. 45 +P (con le prove effettuate in casa Beretta si è arrivati a 40.000 colpi) – Parts interchangeability: tutti i componenti della pistola devono essere al 100% intercambiabili con quelli dei modelli della stessa gamma – Lubrication test: la pistola deve poter sparare 1.000 colpi senza alcuna lubrificazione – Vibration shock test: La Special duty ha superato il loose cargo vibration test effettuato con metodo 514.4 Mil Std 810F. Il test ha lo scopo di stabilire l’effettivo stress e deterioramento delle parti componenti la pistola in condizione di trasporto (aereo, camion, nave eccetera). Vengono simulate e amplificate vibrazioni, misurate poi da un accelerometro su ogni singola parte. Durante questo test non deve avvenire la partenza accidentale del colpo anche in condizione di cane armato e cartuccia in canna e non devono usurarsi in modo evidente le parti interessate – Salt fog test: 96 ore in nebbia salina. Ogni 24 ore la pistola deve poter sparare due caricatori. Il test in casa Beretta si è prolungato fino a 240 ore – Mud test: il test richiesto era il Top 3-2-045. Un kg di sabbia e un kg di argilla sciolti in 10 litri di acqua, per simulare il fango estremo. La Special duty ha superato anche il test AC 225 D14 (Specifica Nato) arrivando addirittura al grado 12. Sono stati utilizzati 5 kg di argilla, 1 kg di sabbia e 10 litri di acqua e la pistola doveva poter sparare due caricatori dopo essere stata immersa 60 secondi in tale soluzione – Freezing rain test: metodo 521.1 Mil Std 810F. Consiste nel far depositare uno strato di ghiaccio di 6 mm sull’arma e poi poter sparare un caricatore – Chemical compatibility requirement: la pistola non deve reagire in modo evidente dopo l’esposizione a una lista di liquidi o acidi comunemente maneggiati o usati in situazioni operative militari speciali, come per esempio tutti gli olii commerciali, insetticidi, benzina, solventi o acidi di uso comune – Immersion test: la pistola deve poter rimanere 2 ore a 20 metri di profondità nell’acqua e deve poi poter sparare due caricatori.
Questo test viene simulato con un recipiente a 2 atmosfere di pressione. La prova svolta a Gardone è stata effettuata a 4 atmosfere di pressione (come se la pistola si trovasse a 40 metri di profondità), ma per 24 ore – Uv test (non richiesto per la gara Socom): la pistola ha resistito 240 ore ai raggi Uv senza alcuna variazione cromatica del fusto in polimero. Sarebbe come simulare un’esposizione di 960 ore alla luce solare più intensa che esiste sulla terra, tipo deserto californiano – Sand test: la pistola deve restare sepolta per un minuto sotto la sabbia secondo la specifica AC 225 D14 e poter poi sparare 2 caricatori – Test di caduta: la richiesta prevedeva la caduta da 1 metro e mezzo da terra. La prova interna è stata effettuata a 2 metri di altezza su cemento con cane armato e colpo in canna. La pistola è stata fatta cadere su tutti i suoi lati possibili (6) – Test di resistenza a elevate temperature: 24 ore a +52 °C e poi sparare due caricatori – Test di resistenza a basse temperature: 24 ore a -54 °C e poi sparare due caricatori – Salt water test: immersione in acqua salata per 60 secondi e dopo 72 ore di esposizione all’aria sparare 2 caricatori – Umidity test: sottoporre la pistola a temperature dai 21 ai 41 gradi con variazioni di umidità dal 5 al 95% per 10 giorni. Al 1°, al 3°, al 5°, all’8° e al 10° giorno la pistola deve sparare due caricatori – 5.000 scatti a vuoto senza rotture di percussore o di molle (test non richiesto dalla gara Socom) – Ammunition compatibility requirement: la pistola deve poter sparare tutte le munizioni .45 auto presenti sul mercato americano –
La serie Px4 Storm è stata soggetta per la prima volta in Italia a un particolare test, denominato Tr, svolto dal Banco nazionale di prova di Gardone Val Trompia (Bs). È un test della polizia tedesca, adottato come specifica di prova per qualificare le armi anche dal Banco austriaco e divenuto necessario per poter partecipare alle gare per le polizie del Nord Europa. Il test consiste nel prelievo casuale di tre esemplari dalla produzione. Il Banco procede a realizzare le prove di resistenza alle elevate e alle basse temperature, test di durata di 10.000 colpi, prova del fango, sabbia e acqua salata per ciascuno dei tre esemplari. Il risultato ottenuto è stato di “zero difettosità” su tutti e tre i campioni.