La storia, dicono, è fatta di corsi e ricorsi e, in particolare per quanto riguarda il “fucile automatico”, inteso come arma di accompagnamento della fanteria, potrebbe essere in piena fase di “reflusso di marea”, a quanto pare. Il concetto del “fucile automatico” risale nel proprio concetto generale alla prima guerra mondiale, come arma dall’elevata capacità di fuoco (in particolare considerando che all’epoca i fucili della fanteria erano a ripetizione manuale) ma anche dalla leggerezza e mobilità sufficienti per accompagnare fisicamente la squadra fucilieri, diversamente dalle mitragliatrici che, sempre all’epoca, avevano un peso molto elevato e, conseguentemente, una mobilità assimilabile più a quella di un pezzo d’artiglieria che a un’arma propriamente “di squadra”. Il concetto del fucile automatico si è poi evoluto in particolare nel secondo dopoguerra, con l’adozione dei primi battle rifle e fucili d’assalto, intendendo con questo particolare termine un’arma con una elevata comunanza di parti rispetto al fucile della fanteria, alimentazione a caricatore compatibile con quello del fucile di fanteria, canna più pesante per sostenere elevati ritmi di fuoco e, talvolta, modifiche in senso ergonomico e tattico alla calciatura (magari con l’aggiunta di un bipiede). Esempi i questo senso sono stati per esempio la versione “lourd” dell’Fn Fal (adottata per esempio da Israele e da altri Paesi), l’effimero M14A1, ma anche per esempio del nostro Fal Bm59 fu sviluppata una versione “fucile automatico di squadra”. Anche con l’avvento della successiva generazione dei fucili d’assalto in 5,56 mm fu tentata la strada della variante “squad automatic weapon”, per esempio con versioni a canna pesante dell’Imi Galil, come dell’Ar70/90 (il mitico As 70/90, mai adottato dalle nostre forze armate). Fu, tuttavia, proprio con le armi in 5,56 mm che avvenne il definitivo tramonto del “fucile automatico”, a favore della mitragliatrice leggera e in particolare (ma non solo) della Fn Minimi, adottata dall’esercito statunitense come M249 e, comunque, diffusa in svariati Paesi in ambito Nato e non solo. A cambiare le carte in tavola, seppur limitatamente al corpo dei marine statunitensi, è stato il concorso Iar (Infantry automatic rifle) del 2005, volto proprio a dotare le truppe di un’arma rispondente, di nuovo, ai criteri del “fucile automatico”, nel senso appunto di elevata comunanza di parti con il fucile o la carabina d’assalto individuale, medesimi comandi e funzionamento, medesimo sistema di alimentazione (caricatori Stanag), ma accorgimenti volti a consentire più prolungati periodi di tiro. Lo scopo era specificamente quello di sostituire nel ruolo di accompagnamento la mitragliatrice leggera. Per partecipare a questo concorso, la Colt propose una variante ampiamente modificata della propria piattaforma Ar15-M16-M4, con canna rapidamente sostituibile e sistema di funzionamento a recupero di gas con pistone, che è stata tuttavia scartata a favore dell’M27 poi adottata ufficialmente, prodotta da H&K su piattaforma HK416. Nel frattempo, l’Iar di Colt si è ulteriormente evoluto, mantenendo la canna fissa e il sistema a sfruttamento diretto dei gas dell’archetipo M16, con un upper specifico dotato di astina integrale con slitte Picatinny, e una astina inferiore specifica, maggiorata, volta a dissipare più rapidamente il calore. In questa configurazione, nel 2010 l’arma è stata adottata dai marine messicani e, nel corso del 2023, è stata adottata dall’esercito indonesiano, andando a sostituire la mitragliatrice leggera Ultimax 100, di produzione nazionale e in servizio ormai da alcuni decenni. L’alimentazione può essere fornita sia con caricatori classici Stanag da 30, sia con caricatori Beta C-mag a doppia chiocciola da 50 o 100 colpi, mantenendo, anche con questa configurazione, un vantaggio tutt’altro che trascurabile di peso rispetto alle mitragliatrici leggere. È chiaro che da un lato, lo sviluppo delle cosiddette mitragliatrici “d’assalto” ultraleggere (delle quali per esempio è esponente la nuova Fn Evolys) potrà rimettere in discussione questa tendenza, così come la scelta da parte dell’esercito statunitense di scegliere una componente “di accompagnamento” per il programma Ngsw alimentata a nastro, potrà rimescolare nuovamente le carte. Di certo c’è, comunque, che dopo anni di relativo oblio, l’era del “fucile automatico” sembra non essere tramontata definitivamente.