Sono stati resi finalmente pubblici i risultati sulle stime della presenza del lupo in Italia, indagine svolta dall’Ispra su mandato del ministero della Transizione ecologica e guidata da Piero Genovesi, responsabile del Servizio coordinamento fauna selvatica sempre dell’Ispra. Il monitoraggio si è protratto negli anni 2020-2021 e svolto da un nutrito numero di operatori. Ha richiesto l’applicazione di diverse tecniche di indagine, da quelle genetiche a quelle puramente di osservazione, mediante fototrappole o avvistamento in presenza. Praticamente il territorio nazionale è stato diviso in tante celle di 10×10 km, considerando due progetti distinti riguardanti le regioni autonome e quelle dell’Italia peninsulare. I risultati sono notevoli: sono stati, infatti, effettuati 6.520 avvistamenti con fototrappole, trovate 491 carcasse di ungulati frutto di predazioni, rilevate 1.310 tracce visive, rinvenuti 171 lupi morti per varie ragioni e ben 16.000 analisi genetiche di escrementi dei quali si è potuta identificare la specie. Per fare questo si sono dovuti percorrere ben 85.000 km, con un impegno di 3.000 persone, tra operatori esperti, volontari e non. Diversi Parchi nazionali e Regionali, oltre ad associazioni locali, comandi dei Carabinieri Forestali eccetera. Nella regione alpina sono intervenuti gli operatori del progetto Life WoolfAlps Eu, mentre nell’Italia peninsulare il tutto è stato guidato da 20 tecnici incaricati da Federparchi. Si è anche affrontata la ricerca con mezzi più consoni e più moderni all’epoca attuale e, soprattutto, si è potuta avere una stima globale sul territorio italiano, mentre prima erano disponibili dati a campione o, comunque, disaggregati. Attualmente invece i risultati sono i più attendibili per il territorio nazionale e rappresentano la prima vera banca dati da cui partire per gli anni a venire. Oltre ai numeri della ricerca, il progetto ha avuto il pregio di creare un serbatoio di operatori formati che potranno essere riutilizzati per future e nuove ricerche sul lupo. Servirà anche, ma questo pensiamo sia l’aspetto già più conosciuto, uno studio organico sull’interazione tra questo animale e le attività dell’uomo. C’è da dire trattandosi di stime che, come la ricerca evidenzia, naturalmente nei dati raccolti c’è un margine, o forchetta come la definisce l’ente stesso, di errore. Alla fine si è arrivati a quantificare un numero totale di 3.350 lupi, dei quali 950 nelle regioni alpine, 2.400 nel resto della penisola. La stima di errore per la Zona Alpi è compresa tra 822 e 1.099 lupi, mentre per il resto d’Italia i numeri variano da un minimo di 2.020 a un massimo di 2.645. Per cui il lupo in estinzione, al di là delle forchette di errore, è un ricordo del passato e sicuramente il numero è destinato a crescere ulteriormente. Particolare attenzione dovrà essere indirizzata all’ibridazione del lupo con il cane domestico, attraverso un controllo capillare delle norme sulla detenzione degli animali domestici da parte di privati e di operatori dell’allevamento ovino. Certo, fatta la ricerca, ricordando la famosa frase “Abbiamo fatto l’Italia adesso dobbiamo fare gli italiani”, analogamente possiamo dire: Il Lupo finalmente c’è, ma il sistema per conviverci si dovrà trovare.