La nuova Glock 44 calibro .22 non è una semplice “replica” della 19 destinata al plinking: è una vera rivoluzione nel settore delle pistole rimfire, perché…
La grande Rete e i Social network sono scatenati sulla nuova creatura di Casa Glock, debuttata ufficialmente in tutto il mondo alle ore 16 del 10 dicembre scorso: si tratta del modello 44 in calibro .22 lr. C’è chi già si è dichiarato “mai più senza” e chi resta scettico o, meglio, ritiene trattarsi di una semplice “replica” di una “vera” Glock. In realtà tali conclusioni non potrebbero essere più sbagliate: la Glock 44 è una vera rivoluzione nel segmento delle armi corte calibro .22 lr, e in particolare nel segmento delle corte in .22 derivate da armi di grosso calibro.
Di solito un’arma calibro .22 lr derivata da un’arma di grosso calibro, necessita di mantenere le forme esterne del carrello uguali all’arma dalla quale deriva. Si sceglie, così, di sostituire il materiale originale, l’acciaio, con altri materiali più leggeri, come l’Ergal o la Zama, dotati di opportuni inserti in acciaio nei punti soggetti a maggior sollecitazione. Anche con questo accorgimento, il carrello ha un peso comunque non trascurabile e, per consentire un regolare funzionamento, occorre accoppiarlo a una molla di recupero piuttosto dolce. Nonostante ciò, spesso e volentieri l’arma non funziona con molti caricamenti standard e occorre orientarsi sulle munizioni ad alta velocità “Hv”. Inoltre, il funzionamento risulta decisamente influenzato dal grado di pulizia dell’arma: dopo 150, 200 colpi sparati di seguito, se non si effettua la pulizia, il funzionamento rallenta e iniziano inceppamenti, mancate chiusure e altro.
I tecnici Glock hanno rivoluzionato completamente questo concetto, invertendo in modo totale i presupposti tecnici che regolano le armi in calibro .22 lr: il carrello ha una armatura in acciaio per garantire la massima durata dei punti soggetti a sollecitazione, ma il resto della struttura è in polimero, risultando quindi ancor più leggera rispetto a un carrello in Ergal convenzionale (per il calibro, ovviamente); un carrello così leggero consente di avere una molla di recupero molto potente, tanto è vero che sulla 44 è stato applicato concettualmente lo stesso guidamolla telescopico delle armi in 9 mm (anche se le molle hanno un libbraggio dedicato, malgrado apparentemente sembrino identiche). In questo modo si ottiene un ciclo di sparo estremamente veloce ed efficace nel vincere qualsiasi tipo di accumulo di fecce di sparo, inoltre l’arma è in grado di funzionare anche con le cartucce standard e non solo con quelle ad alta velocità. Per evitare incollaggi del bossolo con le munizioni più prestazionali (come le superveloci), i tecnici Glock hanno dotato la camera di cartuccia della canna di una serie di scanalature longitudinali, che consentono al bossolo di “galleggiare” su un sottilissimo cuscino di gas di sparo, garantendone così una estrazione efficace in qualsiasi circostanza.
Il risultato? L’arma è in grado non solo di sparare munizioni di tutti i tipi ma, diversamente dalla stragrande maggioranza delle pistole calibro .22 lr (in particolare se derivate da armi di grosso calibro), è anche in grado di macinare migliaia di colpi senza la necessità di una pulizia. Il ciclo di sparo particolarmente veloce non disturba nel tiro, perché la massa del carrello è comunque molto contenuta e, di conseguenza, l’arma mantiene una eccellente stabilità.
Per saperne di più, leggete lo speciale su Armi e Tiro di gennaio 2020!