] L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta – Centro di Referenza Nazionale per le Malattie degli Animali Selvatici, ha stilato una nota dal titolo “Informazioni per cacciatori e guardiaparco sull’ influenza aviaria”. Tale nota merita di essere diffusa poiché fornisce importanti chiarimenti riguardo alle caratteristiche della malattia e all’ atteggiamento corretto che deve essere adottato in sua presenza o sospetta presenza. Ne deriviamo le seguenti informazioni: -L’influenza aviaria è una malattia altamente contagiosa, sostenuta da virus influenzali di tipo A, caratterizzata da sintomi di gravità variabile a carico di apparati respiratorio, enterico e del sistema nervoso centrale. Colpisce numerose specie di volatili selvatici (migratori come il germano reale) e domestici, come polli, tacchini, faraone, oche, quaglie, galline e fagiani, causando molto spesso la morte del soggetto colpito. -Gli uccelli selvatici, in particolare quelli che hanno come habitat elettivo le zone umide, vengono considerati il principale serbatoio dei virus influenzali in natura. Le specie ritenute maggiormente ricettive in Italia sono gli Anatidi, che raggiungono le nostre latitudini per lo svernamento, e i Limicoli, che utilizzano le nostre aree per alimentarsi prima di proseguire per le zone di svernamento in Africa. Gli Anatidi sono spesso colpiti da infezioni miste sostenute da sottotipi virali, che favoriscono la possibile comparsa di virus “nuovi”, potenzialmente trasmissibili ai volatili domestici (il cosiddetto salto d’ospite). -Attualmente non c’è alcuna evidenza di trasmissione dell’influenza aviaria da uomo a uomo né di trasmissione attraverso il consumo di carni avicole e uova. Il virus può sopravvivere a lungo nei tessuti e nelle feci di animali infetti, a basse temperature; al contrario, è sensibile alle alte temperature (almeno 70° C) e viene completamente distrutto durante la cottura degli alimenti. Si raccomanda di mantenere i più rigidi standard di igiene durante eventuali catture di uccelli da parte di ornitologi e cacciatori, evitando i contatti con allevamenti intensivi di pollame. Ogni episodio di mortalità di massa deve essere segnalato alle competenti autorità sanitarie e territoriali, astenendosi assolutamente dal rimuovere le carcasse. -Il Piano nazionale di monitoraggio dell’influenza aviaria prevede il campionamento di Anatidi (80%), Limicoli (10%) e altri uccelli selvatici (10%) svernanti o in transito nelle zone umide identificate dal suddetto Piano. Le specie sono in particolare le seguenti: Germano reale, Alzavola, Fischione, Codone, Mestolone, Canapiglia, Marzaiola e Folaga. Si tralasciano qui le indicazioni tecniche su come si effettua il “tampone cloacale”, metodo che permette di prelevare campioni di sostanza organica per le successive analisi di laboratorio tese ad accertare l’eventuale presenza del virus: chi fosse interessato a questi specifici passaggi, può informarsi direttamente presso gli enti segnalati più sotto. Si ricorda soltanto che, in caso di volatili abbattuti, il tampone cloacale deve essere effettuato entro 30 minuti dall’ abbattimento. -In caso venga rinvenuto un volatile morto in condizioni sospette, l’intera carcassa deve essere inviata al laboratorio rispettando le più rigorose norme igieniche (guanti monouso, sacco in plastica monouso). [
] Numeri utili: 1. IZS Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta – Laboratorio di Virologia, Dr.ssa Mandola Maria Lucia, tel. 011/2686272 2. IZS Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta – Ce.R.M.A.S., Dr.ssa Ghiggia Stefania e Dr.ssa Volpi Samantha, tel. 0165/238558 3. Centro di Referenza Nazionale per le Malattie degli Animali Selvatici Ce.R.M.A.S., Via G. Rey 5, 11100 Aosta – fax 0165/238775, e-mail: cermas@izsto.it – riccardo.orusa@izsto.it