L’Italia non è più fanalino di coda d’Europa sulle tematiche ambientali. Nonostante le difficoltà del passato, causate da divisioni interne e mancanza di indirizzo programmatico, adesso il nostro Paese è in grado di recitare un ruolo di primo piano nell’attuazione delle politiche per la salvaguardia della biodiversità. Per farlo, occorre basarsi sulle esperienze vincenti degli altri Paesi europei che, attraverso il corretto impiego delle risorse, programmi condivisi e un chiaro indirizzo politico, hanno reso possibile una sinergia tra il rispetto dell’ambiente e la valorizzazione, anche economica, del patrimonio naturale.
Del confronto tra questi esempi virtuosi, l’attuale situazione italiana e la proiezione verso gli scenari futuri si è parlato ieri durante l’evento “Italia – Ambiente: verso i virtuosismi” che si è tenuto presso il Palazzo Samsung di Expo Milano 2015, a cui hanno partecipato Renata Briano, europarlamentare, vicepresidente Intergruppo Eu Biodiversità, Caccia e Ruralità , che ha salutato brevemente in teleconferenza; lo spagnolo Fernando Ballesteros, biologo, “Fundacion Orso Pardo”; Carlo Maria Medaglia, del ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare; Silvio Barbero, vice presidente Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo; Maria Luisa Bargossi, responsabile del Servizio Territorio rurale ed attività faunistico-venatorie della Regione Emilia Romagna; Michl Ebner, presidente Face; il finlandese Christian Krogell, vice direttore Generale Ministero dell’Agricoltura e Foreste Finlandia; Stefano Masini, Responsabile Area Ambiente e Territorio Coldiretti; Filippo Segato, Segretario Generale Face; Giampiero Sammuri, presidente Federparchi; Heinrich Aukenthaler, direttore dell'Associazione Cacciatori Alto Adige; Massimo Marracci, Presidente del Comitato Esecutivo Anuu Migratoristi, Gian Luca Dall’Olio (Presidente Federcaccia); Nicola Perrotti (Presidente Cncn); Osvaldo Veneziano (Presidente Arci Caccia); Maurizio Zipponi, coordinatore Progetto Filiera Ambientale.
L’evento ha rappresentato un’occasione di approfondimento tra i vari soggetti – istituzioni, associazioni ambientaliste, venatorie ed esponenti del mondo dell’Università e della Ricerca – che collaborano, ognuno nel rispetto dei propri compiti e delle proprie identità, alla tutela della natura e alla salvaguardia della biodiversità. Per farlo, occorre un confronto con le migliori esperienze europee in materia ambientale.
«Oggi dimostriamo che anche l’Italia può produrre iniziative virtuose in grado di dialogare con le migliori esperienze europee sulla salvaguardia della biodiversità – ha dichiarato Maurizio Zipponi – tra queste si inserisce certamente Una (Uomo Natura Ambiente) la fondazione che nascerà con lo scopo di riunire sotto un’unica sigla realtà con storie ed esperienze molto diverse tra loro (ambientaliste e venatorie) per condividere progetti e buone pratiche per la salvaguardia del territorio italiano e la sua valorizzazione anche dal punto di visto economico e occupazionale. Il prossimo obiettivo di Una è quello di creare presso i Ministeri interessati un tavolo di confronto traducendo le nostre iniziative in una pratica istituzionale permanente: mondo ambientalista e venatorio insieme per il bene del Paese».
Tanti gli spunti offerti dall’evento, a partire delle esperienze straniere di Finlandia e Spagna in materia di salvaguardia della biodiversità. «Sulle questioni ambientali in Finlandia abbiamo sostituito l’approccio “museale” con strategie di conservazione della biodiversità – ha dichiarato Christian Krogell –. Lo abbiamo fatto con tutti gli stakeholder, cacciatori compresi. Dai noi si parla di conservazione e non di protezione, perché solo attraverso politiche attive si può arrivare ad una virtuosa gestione di habitat e specie».
Parole che hanno trovato la piena condivisione di Filippo Segato: «Solo con le politiche attive si può produrre in Italia un salto di qualità sui temi della tutela ambientale. A livello europeo la caccia non è considerata tra le cause della perdita di biodiversità. Per questo n Italia si deve recuperare la partecipazione dei cacciatori nella valorizzazione dell’ecosistema ambientale».
Altro parallelismo tra Italia ed estero è stato fatto circa la salvaguardia delle specie a rischio estinzione, come quella dell’orso marsicano. «Spagna e Italia devono lavorare insieme per salvaguardare le specie di orsi a rischio (l’orso pardo iberico e quello marsicano italiano) – ha commentato Fernando Ballesteros – il punto chiave è la coabitazione tra animali e l’uomo e in questo percorso giocano un ruolo fondamentale anche i cacciatori. In Spagna – ha concluso Ballesteros – siamo riusciti a collocare loro nel percorso di salvaguardia dell’orso pardo e anche l’Italia può fare lo stesso per l’orso marsicano».
Sulla stessa linea programmatica anche Giampiero Sammuri: «L’orso marsicano è una specie ancora a livello di rischio e anche le attività venatorie devono partecipare alla sua salvaguardia. L’orso marsicano rappresenta anche una risorsa economica, basti pensare a tutto l’indotto legato al turismo in Abruzzo”.
Altro argomento sviluppato nel confronto di ieri in Expo riguarda la valorizzazione della filiera agroalimentare».
«L’agricoltura, come la caccia, devono sottoporsi a un’operazione verità – così è intervenuto Stefano Masini – bisogna ritornare a parlare con i cittadini di quel che accade in campagna rendendo i presidi agricoli autentici baluardi della biodiversità. In questo cammino le attività venatorie giocano un ruolo chiave e l’approccio condiviso alla base di Una va nella giusta direzione”.
Dalle campagne alla tavola. Nel corso dell’evento si sono toccati, infatti, i temi di scottante attualità legati all’utilizzo delle carni rosse (e in particolare a quella di selvaggina), dopo l’allarme gettato dal documento dell’Oms. «La carne di selvaggina è naturalmente biologica – ha dichiarato il prof. Silvio Barbero – perché più magra, e priva di antibiotici. Rispetto alle altri carni rosse si può considerare più sicura. Sul tema della corretta alimentazione occorre un approccio multidisciplinare come quello alla base del progetto “Selvatici e buoni” curato dall’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo».
«La carne di cacciagione è una risorsa proteica di alto valore, nonostante rappresenti una piccolissima parte del consumo pro capite di carni in Europa – ha replicato Heinrich Aukenthaler – la selvaggina di qualità, mantiene proprietà organolettiche e nutrizionali di alto livello che andrebbero maggiormente valorizzate».
Sul tema è intervenuta anche Maria Luisa Bargossi: «Le buone esperienze di valorizzazione della carne richiedono la presenza di professionisti d’eccellenza. Bisogna valorizzare i territori attraverso una pianificazione virtuosa delle attività faunistica-venatoria, che ridia alle aziende agricole un ruolo chiave nelle dinamiche alimentari».
Iniziative come questa vanno nella corretta direzione – questo il plauso dell’europarlamentare Renata Briano – i progetti della Filiera Ambientale, frutto della sinergia tra associazioni ambientaliste, venatorie e mondo universitario, si inseriscono a pieno nel confronto doveroso che Italia e Europa devono condividere sul tema della salvaguardia della biodiversità.
Le conclusioni sono state affidate al Presidente Face Michl Ebner: «La natura è un bene comune e tutti, con interessi differenti, abbiamo l’obiettivo di salvaguardarla. I cacciatori hanno dimostrato di tutelare l’ambiente, e sono parte integrante dell’ecosistema. Il connubio agricoltura-ambiente-caccia, italiano, quindi, deve crescere e saldarsi come già avvenuto nei paesi dell’Europa del nord e i progetti portati avanti da Una sono un passo fondamentale verso questa direzione».
A Expo Milano 2015, quindi, prosegue il percorso di Una (uomo, natura e ambiente), la Filiera Ambientale nata nel gennaio 2015 da un’alleanza progettuale tra esponenti del mondo venatorio, ambientale, agricolo, dei parchi, della ricerca e fondata su 5 progetti concreti. Tale alleanza, novità assoluta e straordinaria, dimostra come il nostro Paese sia capace di rappresentare in Europa un benchmark positivo, in grado di costruire, finalmente, una sinergia proficua tra Uomo Natura e Ambiente.