Consegnato al ministro Spadafora il report del Politecnico di Torino “Lo sport riparte in sicurezza”. Basso rischio per gli sport del tiro. Ma ora tocca al governo…
Lo scorso 28 aprile il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha informato i membri di aver inviato al ministro per le Politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, il report del Politecnico di Torino, titolato: “Lo sport riparte in sicurezza”. Il presidente Malagò, illustrando il documento, ha ringraziato il segretario generale, Carlo Mornati, che con il suo staff ha lavorato in questi giorni per portare a termine un lavoro di 404 pagine, comprensivo di numerosi allegati.
Come accade per l’Inail con l’elenco Ateco (attività economiche), questo studio serve per certificare i diversi fattori di rischio delle 387 discipline sportive facenti capo al Coni e al Comitato italiano paralimpico, fornendo indicazioni e azioni di mitigazione che possano accompagnare la ripresa dell’attività agonistica, quando sarà finito il lockdown, in virtù delle specificità proprie di ciascuna disciplina, con carattere temporaneo e strettamente legate alla fase di emergenza, sebbene alcune potranno essere utili anche ad emergenza superata. Le Federazioni sportive nazionali, le Discipline sportive associate e gli Enti di promozione sportiva hanno compilato un questionario analitico predisposto sulla base di un modello di analisi di rischio per ciascuna disciplina sportiva, che è allegato al report.
Per assicurare la ripartenza in sicurezza con gli allenamenti, il report è integrato anche con il protocollo di screening ad hoc e le raccomandazioni elaborati dalla Federazione medico sportiva italiana (Fmsi), in qualità di federazione medica del Coni e unica società scientifica accreditata dal ministero della Salute per la medicina dello sport.
Ogni singolo sport è rappresentato attraverso tabelle che definiscono quattro livelli di rischio: 0 inesistente, 1 scarso, 2 medio, 3 alto, 4 elevato, declinati in relazione alle condizioni di allenamento, di gara e di presenza del pubblico.
Tutti gli sport di squadra hanno una classe di rischio medio-alta, che aumenta ulteriormente laddove il gioco si svolge in ambiente chiuso; viene raccomandata l’effettuazione del tampone 48 ore prima dell’eventuale partita.
Gli sport individuali hanno invece fattore di rischio minore, fino a zero per la fase di allenamento (che è infatti già stata autorizzata a partire dal 4 maggio), in particolare per sport come il nuoto, il ciclismo, la ginnastica artistica, l’atletica leggera intesa come corsa. Il rischio però sale a 3 in caso di gara, a causa del possibile contatto di atleti. Dove è previsto l’uso di attrezzi, dal tiro con l’arco al salto in alto fino alla scherma, è necessario disinfettare ogni singolo attrezzo prima e dopo l’allenamento. Potrebbe essere il caso degli altri sport del tiro, anche se l’attrezzo e le cartucce sono sempre di proprietà del tiratore.
Nel tennis sono anche raccomandati gli occhialini protettivi per evitare il contatto occhi-mani, sia nei match singoli sia nei doppi, insieme all’uso di palline personalizzate. Negli sport di combattimento, dalla boxe al judo, è impossibile rispettare i criteri di sicurezza. Nel canottaggio e nella vela per gli equipaggi multipli, ci deve essere una riduzione del numero degli atleti.
Il Coni ha offerto il proprio contributo al decisore politico per l’individuazione dei fattori di rischio nello specifico settore sportivo. Sarà poi il governo a decidere i modi e i tempi della progressiva ripresa di allenamenti e gare dei diversi sport, garantendo adeguati livelli di tutela della salute e sicurezza di tutti. Il sottotitolo dell’iniziativa realizzata dal politecnico di Torino è “ognuno protegge tutti”, tenendo conto dei diversi fattori di rischio di ogni disciplina sportiva: gli atleti in quanto personaggi pubblici, ispiratori di valori e forti di dedizione e resilienza, possono contribuire a trasmettere questi comportamenti socialmente rispettosi nel principio di “ognuno protegge tutti”.