Due intense settimane di esercitazione, con scenari in tutta la provincia di Vicenza e la partecipazione di 250 carabinieri e 264 operatori di polizia (compresi Polizia di Stato e Guardia di finanza) provenienti da 35 Paesi dell’Ue ed extra Ue e dell’Unione africana nonché esperti e osservatori di 9 organizzazioni internazionali. Tutto questo si inquadra nel più ampio progetto “Eupst 2011-2013” promosso dalla Commissione europea e sviluppato da un Consorzio multinazionale composto dal Collegio europeo di Polizia (Cepol), dal ministero degli Affari esteri ed europei francese, dalla Gendarmeria nazionale francese, dalla Guardia civil spagnola, dalla Gendarmeria romena, dalla Marechaussee dei Paesi Bassi e dall’Arma dei Carabinieri, che ne ha assunto la leadership.
L’esercitazione svolta a Vicenza presso il Centro di Eccellenza dell’Arma dei Carabinieri per le Stability Police Units (CoEspu), è quella finale del programma addestrativo voluto dalla Ue, e segue analoghe attività organizzate in Spagna dalla Guardia Civil (duplice sessione), in Francia dalla Gendarmeria , in Kenya a cura dell’Arma dei Carabinieri, in Camerun a cura del ministero degli Affari esteri francese, nei Paesi Bassi a cura del Marechaussee. Paesi partecipanti, dapprima, hanno messo a confronto le rispettive procedure d’intervento nelle varie materie al fine di sintetizzare le tecniche più efficaci per migliorare l’interoperabilità nelle missioni internazionali di gestione civile delle crisi, applicandole successivamente a un caso pratico ambientato in un ipotetico scenario caratterizzato da un’area geografica ad alta instabilità ove una forza di polizia internazionale interviene sotto mandato dell’Unione europea (il cui intervento era stato chiesto dalle Nazioni unite) per affiancare la polizia locale e le organizzazioni non governative nella immediata gestione di turbative dell’ordine pubblico e nella lotta al crimine organizzato.
Nel dettaglio, infatti, l’esercitazione, denominata EupolMil (European union Police mission in Limanistan) relativa alla pianificazione e alla condotta di attività sul campo, ha prefigurato come scenario l’immaginario Paese del Limanistan. All’indomani di un sanguinoso conflitto fra etnie contrapposte, una missione internazionale di polizia interviene a sostenere le fragili istituzioni democratiche da poco insediatesi. Qui il contingente, oltre a garantire l’ordine pubblico in manifestazioni e scorte a delegazioni, fronteggia una feroce e strutturata organizzazione criminale che si autofinanzia con il traffico e lo sfruttamento di esseri umani, nonché con attività di illecito smaltimento di rifiuti tossici. Fra scorte a profughi, indagini scientifiche in casi di omicidio, scavi di fosse comuni, irruzioni con liberazione di ostaggi, rinvenimento di sostanze tossiche e interventi risolutivi per la cattura di pericolosi criminali, l’attività si sviluppa con il meccanismo dell’attivazione da parte della direzione di esercitazione e della risposta delle forze multinazionali sul campo, fino alla disarticolazione dell’organizzazione ed alla consegna dei criminali alla giustizia. (Gilberto Cervellati)