Nella annuale riunione allargata del consiglio del ministero della Difesa russo tenutasi a Mosca il 24 dicembre, il presidente Vladimir Putin fa il punto sullo stato delle forze di difesa russe e sulle strategie.
Il presidente afferma che la difesa russa è in grado di garantire la sicurezza del paese, in un momento di grande instabilità internazionale. Lo status di preparazione al combattimento delle forze armate è alto e sono in grado di adempiere la loro missione, come previsto. Arrivano poi le considerazioni più strategiche, Putin ribadisce che la qualità delle armi russe deve essere la migliore al mondo e che la tecnologia deve essere superiore agli standard mondiali perché: “Questa non è una partita a scacchi in cui a volte, possiamo pareggiare. Questa è l’organizzazione militare dello Stato”.
Il presidente, insistendo sulla importanza nazionale delle capacità di difesa, ha aggiunto la promessa di continuare gli sforzi per lo sviluppo di ulteriori e avanzati sistemi missilistici in grado di garantire la deterrenza da una eventuale aggressione contro la Russia e i suoi alleati.
Nel suo discorso il presidente ha affermato che nel 2019 vi sono stati significativi cambiamenti qualitativi e di sistema nello sviluppo delle forze armate russe, e che la percentuale di armi moderne nella triade nucleare della Russia ha raggiunto l’82%; aggiunge inoltre che le consegne del nuovo aliante ipersonico Avangard (tipo di testata manovrabile, anche nucleare) sono già iniziate. Infine, una pallida apertura agli Usa: Mosca è pronta a collaborare a nuovi accordi di controllo degli armamenti, ma in caso contrario continuerà a sviluppare le proprie forze nucleari.
Il discorso contiene da un lato la nota assertività di Putin e, dall’altra, moniti espliciti ad amici e nemici: le tecnologie avanzate hanno la priorità nell’ammodernamento della difesa russa come le nuove armi strategiche nucleari. Scelte dettate certo dalle contingenze economiche e dal perdurare delle sanzioni alla Russia, ma che svelano se non altro, la chiave delle “risposte” in caso di conflitto come sempre, malaugurato.
Il discorso di Putin è certamente espressione di orgoglio nazionale, ma arriva anche, a “conforto” di un Annus horribilis per la difesa russa: il futuribile carro T-14 Armata accumula ritardi e si riducono gli esemplari che verranno adottati, idem per l’avveniristico caccia di quinta generazione Su-57 che ha avuto la sua prima perdita proprio il 24 dicembre in esercitazione, incendi ed esplosioni a ripetizione nel deposito di munizioni vicino ad Achinsk in Siberia, il catastrofico incidente radioattivo presso il sito sperimentale di Nyonoksa ad Arkhangelsk (alcuni indicano tra le cause, possibili test del cruise nucleare 9M730 Burevestnik), i ripetuti incendi ed incidenti a bordo dell’unica portaerei russa, l’Admiral Kuznetsov, con l’ultimo sviluppatosi giusto il 12 dicembre. Incidenti che minano seriamente la credibilità della difesa russa. O no?
Le “Superarmi” di Putin
Nel marzo 2018 Putin, rimandando a un suo discorso del 2014 in cui affermava che la Russia avrebbe avuto una nuova generazione di armi, annunciava: “Praticamente, nessuno voleva parlare con noi. Nessuno ci ascoltava. Adesso… ci ascolterete”. E l’annuncio parlava di nuove e invincibili armi strategiche e alcune non avevano neppure un nome all’epoca, tra cui: il nuovo missile intercontinentale (Icbm) Sarmat (nella foto sotto) dotato della testata indipendente Avangard (aliante ipersonico) non intercettabile da alcun sistema antimissile, un missile cruise a propulsione e testata nucleare con raggio d’azione praticamente illimitato senza eguali in occidente (Burevestnik o Skyfall nel codice Nato), un drone sottomarino a propulsione e testata nucleare anch’esso con portata egualmente illimitata (Poseidon o Kanyon nel codice Nato), un nuovo missile ipersonico con testata nucleare aviolanciabile (Albm) con gittata compresa tra i 2.000 ed i 3.000 chilometri e velocità tra il 10 ed i 12 Mach (Kh-47M2 Kinzhal). Armi accolte inizialmente dall’Occidente come un bluff o semplice propaganda di Putin: salvo ravvedersi sulla strada di Damasco (e la citazione non è casuale…) e avere, oggi, la considerazione dell’intelligence e del governo americano che le valuta come serie minacce in almeno tre casi su quattro: la reale capacità operativa del Burevestnik è ancora messa in dubbio. Ma anche due su quattro come nei casi del Sarmat/Avangard e del Kinzhal… non sembra poi tanto un bluff con brutte carte in mano. Tanto che negli Usa, sono ripartiti programmi in precedenza abbandonati come difesa antimissile, missili con tecnologie hypersonic glide e nuovi Irbm/Icbm.
E nel “convenzionale”?
Non è un caso che Putin punti sulle forze strategiche nucleari e sulle tecnologie avanzate per bilanciare quelle convenzionali. Numericamente, le forze corazzate russe non sono certo quelle dell’Unione Sovietica: un buon quantitativo di moderni T-84, molti meno T-90 e pochi esemplari di pre-produzione o prototipici (circa 20) del super carro T-14 Armata e forse, altri 100 in ordine, ma un dispiegamento di forze di artiglieria e razzi… ancora temibile. Non dimentichiamo comunque che le tecnologie delle corazze composite sono state iniziate da loro nei primi anni ’60, che le corazze aggiuntive reattive russe di ultima generazione, sono capaci di diminuire fortemente e/o neutralizzare anche i proiettili Apfds occidentali. Tali corazze aggiuntive oltre che poco conosciute, sono state praticamente abbandonate da noi, dati i pesi considerevoli dei nostri tank rispetto a quelli russi, più leggeri. Non solo: i russi sono anche gli inventori dei sistemi attivi anti-missile (Aps) per carri, seguiti molto tempo dopo dagli Aps israeliani e acquistati, oggi, anche dall’Us army. Nel caso si pensasse che la loro non fosse stata una buona idea.
Gli Spetznaz poi, rimangono ancora una forza in grado di impensierire per tenacia e “creatività”.
Missilistica: i missili russi sono da sempre una delle punte di diamante delle forze russe, che siano anti aerei (Sam) o anti carro hanno dato esempio di credibilità della minaccia: non si spiegherebbero altrimenti le paure degli occidentali e degli Usa in primis, riguardo la diffusione dei missili anti aerei S-300 e S-400 come i nuovi missili anti balistici A-235 Nudol, con postazioni mobili difficilmente individuabili.
Aviazione: analogo discorso come per le forze terrestri: non una forza numerosissima ma con alcuni aerei come i Su-27, Su-30, Su-34 e Su-35 in discreto numero e on par con le realizzazioni occidentali. Su-57: ancora una analogia “terrestre” e con il T-14 Armata. Solo 10 prototipi volanti e critiche sulle sue capacità stealth, sui motori non perfettamente affidabili, capacità dei suoi radar Aesa e tant’altro. Tutto vero? Ci si dimentica che la Lockeed Martin intuì la fattibilità dell’F-117 Nighthawk ed iniziò la sua progettazione grazie agli studi del 1964 del fisico-matematico russo Petr Ufimtsev: è probabile che i russi sappiano anche loro, qualcosa di stealthiness?
Forze navali: ormai l’ombra di quelle dell’Unione Sovietica, da sempre senza portaerei e con i sottomarini nucleari oggi, in scarso numero rispetto i sottomarini Usa: il Poseidon/Kanyon giunge a riequilibrare lo svantaggio? Contro i gruppi d’altura americani (i Battle carrier group con le portaerei nucleari) da sempre attenzionati nelle strategie navali russe, vi è un grande numero di missili anti nave sia supersonici (Kh-31 Kypton, P-270/Kh-41 Moskit, P-800 Oniks, K-300P Bastion-P) che ipersonici (Kh-15 Raduga, 3M22 Zircon, Kh-45M2 Kinzhal nella foto sotto) alcuni con testate nucleari. Senza contare quelli subsonici. L’occidente si sta avvicinando solo adesso al concetto dei missili antinave supersonici, mentre i Sovietici/Russi vantano una esperienza almeno quarantennale. Non solo, questi missili possono essere lanciati da terra, dagli aerei, dalle navi e dai sottomarini: vista la quantità, le prestazione e gli svariati vettori di lancio e anche se la marina russa non ha più la cosiddetta “Capacita di proiezione globale”, avvicinarsi alle coste russe come a quelle degli “alleati” della Russia (sistema Bastion/Oniks dispiegato in Siria) non è certo una opzione sicura. Mentre i lanci da vettori aerei con grande autonomia o dai sottomarini, possono pur sempre degradare o negare la “Capacità di proiezione globale” delle altre marine. Quale altro “Regional power” e non più “Global power, come viene oggi considerata la Russia, può fare questo?
Guerra elettronica: altro ambito tecnologico ove i russi svettano, forse uno dei pochi ambiti oggi, in cui viene riconosciuta loro una certa superiorità. Il generale Raymond Thomas (soltanto il comandante in capo del Socom…) parlando delle operazioni in Siria durante un simposio dell’intelligence geo-spaziale, ha affermato che gli aerei Lockeed Ec-130H Compas call (dei C-130 modificati per la guerra elettronica) venivano continuamente “disabilitati”: “Ci testavano ogni giorno (i russi), interrompendo le nostre comunicazioni, disabilitando i nostri Ec-130.” Non sappiamo poi, se questa esternazione abbia avuto delle conseguenze per il “sincero” generale.
Non solo: stando ai bollettini di guerra degli americani come degli israeliani, le forze di difesa aerea siriane (come quelle russe), sarebbero state annientate almeno tre volte. Di fatto, queste continuano ad esistere, e a dispetto dei “comunicati ufficiali”. I russi hanno da tempo dei decoys (inganni) elettronici che simulano le frequenze impiegate dai propri sistemi di difesa anti-aerea, distribuiti in prossimità di quelli reali, impiegano inoltre mock- up (modelli) dei propri sistemi missilistici sempre a fianco di quelli reali: e non si tratta di semplici “gonfiabili”, ma di strutture in alluminio, acciaio e vetroresina con riflettività radar e infrarossa molto simile o identica a quella degli originali.
In conclusione
Il discorso di Putin, onestamente, andrebbe inquadrato alla luce dei succitati discorsi del 2014 e poi del marzo 2019: è sia una strategia che una tattica. Vantare, esagerare, insinuare e anche “propagandare” certe idee ma poi, farle seguire dai fatti. Magari armi non così invincibili, magari non così perfette, magari non tutte operative al 100% ma che comunque, sono state messe in servizio e contro le aspettative di molti. Quindi, stupire? Anche questo fa parte della strategia.
Il discorso di Putin segue anche una logica filosofica sia sovietica prima che russa, dopo: i russi sono ben consci delle loro reali capacità come delle aree dove l’occidente in qualche modo prevale, e la tattica è sempre la stessa. Soluzioni efficaci di stop gap dove non possono recuperare troppo in fretta: come le protezioni dei carri, i missili supersonici ed ipersonici contro le portaerei, missili anti aerei sofisticati e tecnologie di guerra elettronica compresi i radar Nebo-M Vhf/Multi banda capaci secondo gli specialisti della Nato, di individuare anche se non si sa con quale precisione, anche gli F-35; tutto questo per negare o diminuire almeno fortemente le superiorità tecnologiche occidentali. Infine, le forze nucleari strategiche e qui, la malizia di Putin: se tutti nel nucleare sono stati al palo o a godersi i presunti dividendi del “crollo del muro”, dietro a quest’ultimo si pensava ancora diversamente. Senza dimenticare la cyberwarfare (russa e non più sovietica …) e visti gli ultimi casi, appaiono davvero bravi.
Nella foto sotto: il drone sottomarino Poseidon/Kanyon (filmato del Ministero della Difesa russo)