Nel confronto, vengono analizzate le armi americane per una buona ragione: di fatto rappresentano, nei pesi e nelle soluzioni, anche buona parte delle adozioni occidentali. La suddivisione e contrapposizione Est ed Ovest può sembrare anacronistica o da Cold war, ma le armi dell’ex Urss, rimangono le più diffuse negli odierni teatri di guerra convenzionale e asimmetrica. Possibile che vi sia un “peccato originale” o peggio, una “superbia ideologica” nell’Ovest? Probabilmente sì. In merito alle armi leggere, possiamo tranquillamente analizzare e confrontare le adozioni americane dato che statisticamente, poi, di armi veramente “americane” oggi nell’Us army ve ne sono ben poche.
Nell’analisi, volutamente, abbiamo escluso l’arma individuale concentrandoci su quelle di squadra: riguardo ai fucili d’assalto le considerazioni sono ancora diverse, le analisi ancora più problematiche, le discussioni ancora aperte e si rischiava di esaurire lo spazio… contrapponendo Ak47/Akm/Ak74 contro M16/M4. Più che altro un capitolo a parte, per quanto interessante.
Mitragliatrici medie. La Pk e la sua versione “modernizzata” Pkm costituiscono uno dei più antichi problemi: la Pk pesava 8.500 grammi a vuoto mentre la Pkm… 7.500 grammi. Le Mg3/Mg42, le Mag 58 e le M240 nelle varie versioni che derivano pari pari dalla Mag 58, pesano mediamente intorno ai 12.500 grammi. Si intuisce bene che il peso decisamente più leggero delle Pk/Pkm abbia giocato tatticamente a favore delle forze che la impiegano, in tutti gli scenari, con altrettanti e ovvi vantaggi ove il terreno sia impervio. Gli americani con le M60 prima e M240B dopo, non sono mai riusciti a colmare questo svantaggio se non, creando altri problemi: come la messa in linea e in squadra della Minimi/M249, che però essendo in 5,56×45 (7.500 grammi a vuoto), nulla poteva contro la distanza di ingaggio del 7,62x54R. Attenzione, a questa “stortura” hanno aderito anche la maggior parte degli eserciti europei. Il problema però obiettivamente, non poteva non essere affrontato dagli americani ed ecco la M240B lightweight: ultra alleggerita e che grazie all’impiego di Titanio ed altre leghe pesa appena…10.100 grammi. Nell’era dei caccia di “quinta generazione”, dei satelliti e dei droni intercontinentali, non sono riusciti nemmeno lontanamente ad eguagliare il peso della Pkm. Una arma concepita negli anni 60. Scarso impegno o, si continua a sottovalutare il problema? A oggi ci sono ancora persone che obiettano: la M240B è una vera Gpmg e pertanto deve essere pesante, cosa che non è la Pkm. A questi, controbattere che nel resto del mondo la Pkm è usata come Gpmg (su treppiede, su supporto, come arma coassiale) non appare una risposta sensata. Altra obiezione: la Pkm non ha una vita operativa come le Gpmg occidentali. Chiedere a questi, quali analisi comparative siano state fatte in merito tra le due, appare come una provocazione. A parte il fatto che le Pkm, costano una frazione delle nostre Gpmg: altro particolare su cui si glissa disinvoltamente e che invece, ne ha favorito la distribuzione globale.
Fucili di precisione. L’Svd Dragunov pesa 4.300 grammi a vuoto ed è dei primi anni 60, l’M110 adottato nel 2008 ossia 40 anni dopo pesa… 4.871 grammi e quasi 7.000 grammi con bipiede e ottica, ma se si monta anche il moderatore, si arriva intorno agli 8.000 grammi. Diamo pure per scontato che l’M110 sia più preciso e che abbia anche un vantaggio di circa 100 metri in più negli ingaggi, ma a quale prezzo nei confronti di pesi e costi del “sistema” americano? Anche questo era un problema evidente oltre che imbarazzante, dato che si è oggi arrivati all’adozione dell’Hk G28 Csass, più leggero e più compatto, ma con canna più corta dell’Svd e comunque, hanno impiegato 50 anni per mettersi in pari. Dubitiamo tuttavia che nel frattempo, l’Hk G28 Csass raggiunga o superi numericamente, gli Svd sui campi di battaglia. Un cattivo pensiero: ma se all’Svd si accoppiano una calciatura light, una ottica migliore, gli si accorcia la canna e si monta un moderatore efficace? È quanto già impiegano gli Spetznaz.
Lanciarazzi leggeri. L’Rpg-7 nato negli anni 60 pesa 6.300 grammi e riguardo alla sua leggerezza, ubiquità, economicità ed efficacia c’è assai poco da aggiungere. Dopo decenni di danni provocati all’Us army ed eserciti alleati, si è deciso di mettere in squadra qualcosa per contrastare la distanza di stand off messa in campo dalla “Triade” Pkm-Svd-Rpg-7: il Carl Gustav, arma anch'essa degli anni 60 ma “modernizzata” e alleggerita nella versione M3 (anni 90) che pesa… 8.500 grammi. Due rapidi calcoli: un Rpg-7 con dotazione di 4 razzi Og7 antipersonale pesa complessivamente 13.340 grammi, Un Carl Gustav M3 con soli 3 colpi He pesa 17.500 grammi. Da più parti si sottolinea entusiasticamente che le munizioni anti personale dell’M3 raggiungono i 1.200 metri, offrendo circa 200 metri in più rispetto ai razzi dell’Rpg-7. Da capo, la combinazione Rpg-7 e munizioni è decisamente superiore alla configurazione dell’M3 e dimenticano anche un altro particolare: la gittata dei nuovi razzi anti personale Ofg-7V degli Rpg-7, è adesso di 2.000 metri.
Dopo tutti questi decenni non si è ancora arrivati, oggi, ad avere soluzioni alla pari: badate bene nemmeno superiori alle armi dell’ex Unione Sovietica. La situazione pare non preoccupare più di tanto e nel caso, ha portato a soluzioni di contingenza che possiamo tranquillamente definire non soddisfacenti. Vi è stata anche una sorta di cover up almeno da parte delle forze armate americane: nei post action report degli scontri in Afghanistan, per esempio, si concludeva dicendo che gli insurgents ingaggiavano da più lunghe distanze gli alleati a causa “…della evidente superiorità delle nostre dotazioni e proprio per timore di queste”. Oggi però, vi è stata una presa di coscienza e come misura contingente, l’Us army ha deciso di mettere in squadra il Carl Gustav M3: una vera ed onesta “rivoluzione” è ancora lontana. E non partirà certamente con l’eventuale vincitrice del concorso Mhs-Modular handgun system.
Secondariamente, possiamo dire che vi è stato nel frattempo una sorta di “asservimento psicologico” riguardo alle scelte dell’Us army, che ha pesantemente condizionato le forze armate in Europa e secondo un ragionamento perverso: Se va bene agli americani che di guerre ne combattono di più e più seriamente di noi, quale altro riferimento dovremmo avere in occidente? Sarebbe opportuno invece, riflettere su quante guerre hanno vinto ultimamente. (Claudio Bigatti)