Di Luca Brigatti, foto Renzo Molteni
Il Sako trg 42 calibro .338 Lapua è stato per lungo tempo l'ultima frontiera per quanto riguarda le armi militari destinate al cecchinaggio su lunga distanza. Oltre alla impressionante capacità di raggruppamento, il Trg è anche un'arma robusta, in grado di resistere ai maltrattamenti dervianti da un utilizzo tattico "estremo".
Parlare di estetica in un fucile destinato alla dotazione militare è forse fuori luogo considerato che si tratta di un’arma destinata all’uso pratico, alla quale si richiede la massima efficienza.
L’unica reale differenza rispetto al predecessore Trg-41, oltre al nuovo bipiede, risiede proprio in alcune soluzioni ergonomiche adottate sul 42, volte principalmente a migliorarne l’impiego in posizione prona: l’impugnatura a pistola è stata angolata maggiormente, per rendere più agevole la punteria e la soluzione ha sviluppato un nuovo punto di appoggio della mano debole.
Nuovo è il sistema di sospensione del bipiede, abbinato a un perfetto bilanciamento dell’arma con il fulcro posizionato in prossimità dell’impugnatura.
Il Trg 42 ha il calcio a scure, con uno scasso che serve come ulteriore punto di presa per la mano debole in posizione prona mentre, per l’impiego all’imbracciata, l’astina è sagomata a goccia per consentire una presa perfetta anche in condizioni estreme. Il bipiede, inoltre, anche se ribaltato non interferisce minimamente con la mano del tiratore.
La calciatura del Trg-42 è scomponibile in due sezioni, vincolate all’azione da due viti Allen, ed è interamente realizzata in resine epossidiche rinforzate con fibra di vetro.
La sezione posteriore del calcio ha numerose regolazioni, per migliorare il comfort e per meglio adattarsi alle esigenze del tiratore.
A questo scopo l’appoggiaguancia è regolabile sui tre assi, può, cioè, essere alzato, inclinato o spostato sul lato. Tutte le regolazioni sono effettuate semplicemente agendo su una vite di ritegno posta alla sommità dello stesso.
Anche il calciolo è regolabile sui tre assi, per adattarsi a qualsiasi tiratore. In entrambe le regolazioni, gli spostamenti possono essere effettuati sul campo, senza interventi esterni. Al contrario, lo spessoramento di entrambi i particolari richiede l’inserimento di appositi distanziali forniti come accessori.
In teoria, il problema avrebbe potuto essere risolto utilizzando una vite senza fine come avviene sulle carabine destinate alla Libera, in pratica ciò avrebbe comportato non pochi problemi a livello di manutenzione in quanto allungando il calciolo o alzando l’appoggiaguancia si sarebbe venuto a creare uno spazio vuoto, nel quale si sarebbe formata sporcizia. Gli attacchi della cinghia per il trasporto sono ben cinque, quattro dei quali ad aggancio rapido.
Il bipiede è un piccolo capolavoro d’ingegneria. La vera novità risiede nelle soluzioni tecniche adottate, che prevedono un punto di infulcramento delle due gambe più alto rispetto alla canna. Il vantaggio è che il fucile risulta appoggiato al suo punto di sostegno e non sospeso, di conseguenza è estremamente stabile e non può assolutamente cadere su un lato.
L’azione è di tipo convenzionale. La parte inferiore della culatta è agganciata su una rotaia monolitica, ottenuta mediante procedimento di estrusione e con ampie costolature di rinforzo, che incrementa notevolmente la robustezza ed elimina ogni tipo di torsione o di vibrazione al momento dello sparo.
La rotaia non termina alla fine dell’azione, ma prosegue sino al punto di aggancio con il bipiede, che risulta parte integrale dell’azione. Il tratto di binario compreso tra l’azione e il bipiede è completamente staccato dalla canna, lasciando libera una intercapedine di raffreddamento alta poco meno di dieci millimetri. Nella parte superiore della culatta una fresatura a coda di rondine, oltre ad aumentare la robustezza dell’azione serve come punto di ancoraggio per gli attacchi dell’ottica.
La funzione di compensatore è svolta da tre camere di dimensione identica con gli sfiati inferiori angolati di 45° verso il basso, per deflettere i gas di sparo sui lati della linea di mira. Nella parte superiore, una curva con bordi paralleli permette ai gas di sparo di fuoriuscire verticalmente, senza ostacolare la linea di mira.
Il caricatore è realizzato in lamiera stampata fosfatata verde ed è bifilare a presentazione singola. Ha due piccole protuberanze che corrispondono a uno scasso nella calciatura e servono come punti di presa per l’estrazione. La leva di sgancio è posta immediatamente dietro a esso ed è protetta contro gli urti accidentali anteriormente dal caricatore stesso, mentre nella zona posteriore dal ponticello del grilletto. Il fucile è totalmente sprovvisto di organi di mira metallici, inutili su un fucile da cecchino, anche se è presente la fresatura di montaggio del mirino e la tacca di mira può essere montata direttamente sulla scanalatura a coda di rondine.
Il sistema di mira ottico adottato sul Trg-42 è l’Hensoldt Ssg Zf 3-12×56 (omologato dalla Nato con il numero 1240-12-334-9850), dotato di agganci rapidi, realizzati direttamente sul corpo dell’ottica.
Il fucile è stato provato a cento metri, con diverse sessioni di tiro da 5 colpi ciascuna con il calcolo della media automatica effettuato dal computer del poligono. I risultati sono stati sorprendenti, il punteggio peggiore è stato 10 al 95%, il migliore 10 al 97%, in tutti i casi si è trattato di rosate di diametro compreso tra i 7 e gli 8 millimetri, rosate misurate dal computer di tiro usando come punti di riferimento il punto centrale di impatto del proiettile.
Il risultato è a dire poco strepitoso, rosate da un quarto di minuto d’angolo con munizionamento commerciale non sono affatto comuni.
L'articolo completo è stato pubblicato su Armi e Tiro – giugno 2001
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Modello: Trg-42 Mil
Calibro: 338 Lapua magnum
Lunghezza totale: 1200 mm
Lunghezza canna: 690 mm
Rigatura canna: 4 righe ad andamento destrorso e un passo di 1 a 305 mm
Altezza: 60 mm
Peso a vuoto: 5.100 grammi
Calciatura: resina epossidica rinforzata con fibra di vetro interamente regolabilie sui tre assi
Finitura: fosfatazione opaca
Sistema di chiusura: girevole scorrevole a tre tenoni frontali
Culatta: in acciaio forgiato ottenuta per martellatura a freddo
Scatto: regolabile sui tre assi e in un intervallo compreso tra 1 e 1,5 kg
Sicura: leva della sicura silenziosa a cursore posizionata davanti al grilletto
Caricatore: in acciaio armonico bifilare a singola presentazione
Organi di mira: organi di mira metallici opzionali; ottica Hensoldt Ssg Zf 3-12×56