Il piano di prelievo sul cervo, da attuare nel Parco nazionale dello Stelvio, è stato duramente contestato dall’Enpa, prendendo a spunto il suo rinvio per non poter attualmente trovare un sistema per mettere in commercio tutta la carne prelevata. L’occasione per la plateale protesta è stata, tuttavia, determinata dal fatto che secondo l’Enpa la natura stessa del Parco nazionale non è compatibile con l’abbattimento dei cervi.
L’affermazione è quantomeno singolare, considerando che già in tutti i parchi e zone protette si effettuano abbattimenti selettivi su specie divenute in sovrannumero. Lo ha ricordato, in questa occasione, anche Gianpiero Sammuri, ex presidente di Federparchi, aggiungendo che, solo nel 2021, tra parchi e zone protette, sono stati abbattuti ben 16.000 cinghiali circa. Anche la direzione del Parco stesso ha ricordato le motivazioni della decisione degli abbattimenti in programma: in un territorio non possono vivere solo gli animali “belli” che fanno tanta immagine per le associazioni animaliste, ma anche tutti gli altri, anche quelli più “brutti”. I suddetti cervi, nel momento in cui oltrepassano la densità programmata per un territorio, producono danni da brucatura troppo invasivi, sia per il bosco sia per l’alimentazione di altre specie, che decadono numericamente perché sovrastate. Vedi i caprioli per esempio. Ma anche per evitare la desertificazione del sottobosco, rifugio per tassi, istrici, faine, martore, lepri e avifauna. Ma forse è un discorso troppo difficile da capire, o meglio, da sopportare per l’animalismo nostrano. Il quale, in proposito, non ha trovato di meglio che tirare nuovamente fuori la storia che sarebbero i lupi, in assenza di abbattimenti, a regolare la quantità di cervi nel territorio. Dimenticando anche in questo caso che, mentre gli abbattimenti si fanno per classi di età o comunque su base scientifica, al contrario i lupi acchiappano quello che capita e che è più facile predare in quel momento. In genere, quasi sempre piccoli. Oltretutto, per tenere sotto controllo una popolazione vasta di ungulati, dovrebbero esserci sul territorio centinaia di lupi. I quali, oltretutto non stanno a guardare se rimane il giusto numero. Cose possibili solo nelle favole animaliste. La natura, però, è altro.