Ha fatto il giro del mondo la notizia secondo cui alcuni membri del Sas britannico, esaurite le munizioni, siano riusciti a sgominare un gruppo di miliziani Isis a colpi di baionetta. Ma come è possibile?
Il Daily star ha rivelato che nei pressi di Mosul si è svolta una battaglia che ha visto coinvolto un numero imprecisato di soldati inglesi del Sas (Special air service), circondati da 50 militanti dell’Isis. Ormai a corto di munizioni, risoluti a non cadere prigionieri dei fondamentalisti islamici, pare che i militari siano balzati fuori dai loro ripari e abbiano “risolto” la questione a colpi di baionetta. Non è chiaro quanti soldati di Sua maestà siano rimasti sul terreno, è stato però riferito che lo scontro si sia risolto a favore delle forze speciali britanniche, con un bilancio di 32 miliziani morti.
La notizia ha senz’altro dell’incredibile, ma occorre considerare che esiste un illustre precedente, sempre con protagonisti militari britannici e sempre in Iraq: quella che è passata alla storia come “la carica alla baionetta di Basra”, avvenuta nel Sud dell’Iraq nel 2004.
Ma come è possibile che nel XXI secolo l’arcaica baionetta riesca ad aver ragione dei Kalashnikov? In realtà una ragione c’è, anzi, ci sono più fattori da considerare. Il primo, è costituito dal fatto che la propaganda islamica punta molto, nel motivare i propri miliziani, sul dipingere i soldati statunitensi e inglesi come una massa di codardi. Quindi, l’effetto sorpresa di un reparto che si scaglia all’attacco è pressoché doppio. Inoltre c’è un altro fattore psicologico, costituito dal fatto che molti miliziani dell’Isis, a prescindere da quanto mostrato nei video di propaganda, in realtà sono poco o nulla abituati al combattimento corpo a corpo. A ciò, infine, va aggiunta la contrapposizione tra elementi di un reparto disciplinato e addestrato (i britannici) che in quel momento si giocano il tutto per tutto non avendo ormai più nulla da perdere, ed elementi meno disciplinati che, in un contesto di lotta corpo a corpo, perdono più facilmente coesione. Quindi, la conclusione è che a prescindere dal mezzo bellico utilizzato, in battaglia è ancora il fattore umano a fare la differenza.