Israele muta radicalmente il proprio atteggiamento nei confronti dei cittadini possessori di armi: finalmente si riconosce il loro ruolo fondamentale nel contrasto al terrorismo
Israele è uno dei Paesi con la legislazione in materia di armi tra le più restrittive e, in particolare, risulta praticamente impossibile (come in Italia…) ottenere un porto di pistola per difesa personale. Le cose, però, sembra siano destinate a cambiare e anche repentinamente, come peraltro ha annunciato il ministro per la pubblica sicurezza Gilad Erdan, il quale intende consentire a qualsiasi cittadino che abbia ricevuto un livello 07 di addestramento da parte dell’esercito (Idf) di acquisire una licenza di porto d’armi. Le autorità di polizia non si sono opposte alla proposta, chiedendo però che il corso di addestramento obbligatorio passi dalle attuali 2 ore a 4,5 ore. Queste linee guida sono il risultato degli sforzi del parlamentare della Knesset Amir Ohana (Likud), il quale da lungo tempo si batte per una più ampia diffusione delle armi tra i cittadini israeliani, principalmente in funzione di tutela contro il terrorismo. Facendo particolare riferimento agli attacchi terroristici degli ultimi anni, nei quali cittadini israeliani sono stati costretti a reagire alla minaccia con strumenti di circostanza (inclusa una chitarra), Ohana ha dichiarato: “un civile che porta un’arma è più una soluzione che un problema, e raddoppia l’efficacia delle forze di sicurezza. Solo nell’area di Gerusalemme, in 11 attacchi terroristici sono stati i cittadini a neutralizzare la minaccia. Obbligare i cittadini israeliani a proteggere se stessi con bastoni per i selfie, chitarre e ombrelli è un crimine che lo Stato commette contro i propri cittadini. Un cittadino rispettoso delle leggi, che abbia le necessarie abilità di base, è perfettamente in grado di difendere se stesso e chi gli è accanto”. Secondo le previsioni di Erdan, nei giorni successivi alla modifica legislativa è possibile che siano decine di migliaia le richieste di porto d'armi.