Decima divisione balistica Rapax Tactical e Rapax II compact calibro 9×19

    È la versione tattico-operativa dell’arma che negli ultimi anni vince in Production e Production optics Ipsc: nuovo sistema di chiusura brevettato a blocchetto rotante, asse di canna ultra-basso, è disponbile in formato full size e compatto con una miriade di scelte in fatto di finitura

    Decima divisione balistica è un’azienda situata in quel di Poggibonsi, tra le colline senesi, che ha realizzato una pistola semiautomatica decisamente innovativa, denominata Rapax (“predatrice”, dal nome della XXI legione romana reinquadrata da Ottaviano dopo la battaglia di Azio). Risulta declinata in due differenti versioni principali: la Sport, destinata al tiro action, che negli ultimi tre anni è stata assegnata in valutazione ai tiratori Ipsc Davide Indizio (Production open), Valerio Passalia e Giuseppe Perrucino (Production) vincendo tutto quello che c’era da vincere, e la Tactical, più prettamente destinata all’impiego operativo/difensivo, con la sua “sorella minore” (ma solo nelle dimensioni) Rapax II Compact. Dopo mesi di prove, sperimentazioni, messe a punto e un considerevole rinvio determinato dalle vicissitudini della pandemia Covid 19, finalmente, negli ultimi giorni del 2023, l’azienda toscana ha deciso di organizzare un evento per la stampa specializzata, volto a presentare ufficialmente il progetto nei confronti del mercato e, in definitiva, del mondo. L’oggetto, o meglio “gli” oggetti della nostra prova sono le versioni tattiche della Rapax, che abbiamo avuto modo di testare a fuoco ed esaminare nel dettaglio, direttamente nell’azienda dove la finitura e l’assemblaggio vengono eseguiti. La distribuzione per il mercato italiano è affidata all’armeria Frinchillucci di Roma.

    Una chiusura innovativa
    L’ideale in una pistola semiautomatica, verso il quale la maggior parte dei produttori cerca di tendere, è quello di avere un asse di canna il più basso possibile rispetto all’asse dell’insieme costituito da braccio, polso e mano del tiratore, il tutto a vantaggio della controllabilità allo sparo e dell’annullamento del momento torcente, in altre parole del rilevamento. L’obiettivo, con la Rapax, può dirsi abbondantemente conseguito, grazie a un sistema di chiusura decisamente innovativo (e coperto da specifico brevetto internazionale). In sostanza la chiusura potrebbe essere definita come a corto rinculo di canna “a blocchetto rotante”: la canna infatti ha un movimento esclusivamente rettilineo lungo l’asse longitudinale, il vincolo con il carrello è determinato da un blocchetto a forma di “U” che abbraccia la canna appena oltre la camera di cartuccia ed è fermato in posizione per mezzo di una flangia solidale alla canna medesima. Il blocchetto vincola la canna al carrello per mezzo di due alette laterali, che si innestano entro opportune sedi nel carrello. Quindi allo sparo canna e carrello rinculano solidalmente per un breve tratto, nel frattempo il blocchetto è costretto a ruotare dall’interazione tra due profili a camme ricavati sulla sua superficie inferiore e altrettante spine che protrudono dallo chassis in acciaio che costituisce il telaio portante, fintanto che le alette non si disimpegnano dalle sedi nel carrello. La scelta delle due spine, anziché una sola, ripartisce uniformemente lo sforzo. Canna e blocchetto quindi si arrestano ed è il solo carrello a proseguire la propria corsa retrograda, estraendo ed espellendo il bossolo. Questa soluzione, oltre a essere obiettivamente bassissima in termini di asse di canna, ha anche il pregio aggiuntivo (tutt’altro che trascurabile) di minimizzare la massa costituita da canna e sistema di chiusura e, soprattutto, di evitare qualsiasi tipo di sollecitazione tra il sistema di chiusura e il telaio e/o il perno di smontaggio, in termini di contraccolpo di fine corsa. Il piolo trasversale per lo smontaggio dell’arma ha, quindi, solo il ruolo di evitare l’avanzamento del complesso canna-carrello-blocchetto oltre il punto di chiusura e quindi è sollecitato solo in misura minima durante lo sparo. Per lo smontaggio dell’arma, basta arretrare di qualche millimetro il carrello e sfilare il perno dal lato destro, fino all’arresto. Il perno infatti è prigioniero e non può uscire del tutto, quindi non può essere smarrito. Due sono le configurazioni dimensionali di questa pistola: la Rapax Tactical ha canna lunga 127 mm, cioè i classici 5 pollici, lunghezza totale di 206 mm e altezza di 146 mm, la Rapax II Compact ha invece canna lunga 110 mm, carrello dimensionato di conseguenza, ma anche l’impugnatura risulta meno sviluppata in altezza, risultando pari a 135 mm con caricatore dotato di pad maggiorato e 116 mm senza pad. Il caricatore, bifilare a presentazione singola, ha una capacità di 17 cartucce per la full size, 13 per la Compact che diventano 15 utilizzando il caricatore con pad. Altra differenza sostanziale è rappresentata dal guidamolla: monolitico, in polimero, con singola molla a spirali piatte per la Tactical, telescopico con ben tre differenti molle a spirale per la Compact. Al posto della canna standard è possibile, sia per la full size sia per la compact, avere canne di lunghezza maggiorata con il tratto di volata filettato.

    Lo sgancio del caricatore è a pulsante, alla base del ponticello, reversibile sul lato opposto per i tiratori mancini. L’unico altro comando esterno è rappresentato dalla leva dell’hold open, sul solo lato sinistro, non è prevista alcuna sicura manuale. Sono, invece, presenti una sicura automatica sul grilletto, che ne impedisce l’arretramento se la scarpetta vera e propria del grilletto non viene fatta ruotare (cosa che può avvenire solo con una pressione volontaria) e una sicura automatica al percussore, che impedisce a quest’ultimo di urtare l’innesco se il grilletto non è volontariamente premuto. Inoltre, quando l’arma è pronta al fuoco la coda del percussore protrude da un foro al centro della piastrina posteriore del carrello, fungendo da avviso dello stato di armamento. Il foro di egresso risulta, tuttavia, collocato al centro di un avvallamento rispetto alla superficie della piastrina medesima, in modo tale che la protrusione ad arma carica non costituisca un eventuale punto di impigliamento.

    Lo chassis portante è realizzato in acciaio, è innestato sul complesso telaio-impugnatura e fissato a quest’ultimo per mezzo di due spine. Il telaio è realizzato in lega leggera, nella parte posteriore e laterale della porzione centrale dell’impugnatura presenta una guancetta modulare amovibile e sostituibile, sempre in lega leggera, che scorre sull’impugnatura stessa per mezzo di guide all’estremità superiore e inferiore ed è fissata per mezzo di una vite per ciascun lato. Questo vero e proprio dorsalino può essere dimensionato in modo tale da risultare praticamente a filo della superficie laterale e posteriore dell’impugnatura, oppure essere maggiorato, al fine di garantire un maggior grip a chi abbia mani grandi o, comunque, in funzione delle preferenze di tiro. Il ponticello è ampio e squadrato, il dust cover integra una slitta Picatinny che arriva fino alla volata e che nella Tactical presenta ben sei slot per il fissaggio di accessori e nella Compact ben quattro.

    Il carrello, ovviamente in acciaio, è prismatico ma con gli spigoli superiori smussati e rastremati procedendo verso la volata. La porzione compresa tra la tacca di mira e la finestra di espulsione della rastrematura è solcata da una serie di scanalature per fornire il necessario punto di presa per l’armamento.

    La canna è a sezione circolare, ma gran parte della lunghezza del tratto compreso tra il bordo anteriore della flangia del blocchetto di chiusura e la volata è solcata da tre profonde scanalature a 120 gradi che, oltre ad alleggerirla, secondo il produttore con il moto alternativo del carrello contribuiscono a creare una corrente d’aria che “pompa fuori” l’aria calda e “pompa dentro” l’aria fresca esterna, contribuendo al raffreddamento della canna stessa.

    Le finiture disponibili sono quantomai varie: la canna può essere in acciaio nudo, oppure con trattamento Dlc nero lucido, oppure con trattamento al nitruro di titanio dorato. Per il carrello è possibile optare tra nitrurazione nera, trattamento Dlc o nichelatura nera, il fusto può essere anodizzato, nichelato nero oppure con trattamento Cerakote, ma è possibile concordare qualsiasi tipo di finitura su richiesta.

    Mire e scatto
    Gli organi di mira sono tipicamente tattici e sono costituiti da un mirino a lama, nero, innestato su una guida a coda di rondine frontale sul carrello e poi fermato con un grano. La tacca di mira è innestata su una coda di rondine trasversale e sempre fermata tramite un grano. La tacca di mira a “U” ha la faccia posteriore rigata in funzione antiriflesso mentre la parte frontale è squadrata per consentire l’armamento di emergenza a una sola mano. Stranamente, vista la destinazione d’uso, non sono stati al momento previsti riferimenti colorati o luminescenti per la collimazione istintiva.

    Lo scatto è in due tempi, molto pulito e prevedibile nello sgancio, in Singola azione, con un peso di sgancio di circa 1.500 grammi del tutto scevro da qualsiasi collasso di retroscatto.

    La nostra prova
    Abbiamo condotto approfonditi test di sparo nel balipedio interno all’azienda, purtroppo solo sulla distanza di 8 metri, che era la massima disponibile. Accostandoci alla parete in vetro blindato posteriore siamo arrivati sul limite dei 10 metri. L’impugnatura è perfetta per angolazione e dimensionamento, non è facile obiettivamente stabilire se il comfort sia superiore (atteso il fatto che le nostre mani sono medio- grandi) con il dorsalino standard, che equipaggiava la Tactical, oppure con quello maggiorato, che era invece applicato sulla compact. In entrambi i casi si apprezza lo spessore ridotto, la conformazione correttamente arrotondata degli spigoli del front strap e del back strap, l’elsa semplicemente “altissima” e profonda per una impugnatura davvero “dominante” sull’asse della canna. Il grilletto risulta ben arcuato, molto comodo nell’azionamento, pulitissimo nella corsa. Lo scarrellamento è fluido e risulta pressoché privo di giochi rispetto al fusto: questo, oltre che per l’elevato livello delle lavorazioni, è dovuto anche alla metà posteriore della lamina dell’espulsore, che è foggiata a rebbio elastico in modo tale da recuperare ogni eventuale gioco del telaio-chassis rispetto al carrello. La stabilità al tiro è fenomenale e la cosa si esalta ancor più nel tiro rapido, condizione nella quale la Rapax tira fuori tutto il proprio carattere ma, soprattutto, gli elevati contenuti tecnici della meccanica. Anche se il fusto è in realtà realizzato in due pezzi, l’accoppiamento del dorsalino sulle guide del fusto crea un insieme estremamente saldo, che sembra essere un pezzo unico. A “mancare” in effetti, dopo un po’ di pratica a fuoco con l’arma, è un vero urto di fondo corsa del carrello, che esaurisce, per così dire, la propria corsa in modo estremamente progressivo, senza un vero contraccolpo secco. Ed è questo, ancor più dell’asse estremamente basso della canna, a fare la differenza nel tiro rapido, per quanto riguarda specificamente il rilevamento. Ciò è vero in particolare per la full size Tactical, ma anche e altrettanto per la Compact. Le prove a fuoco sono state condotte con munizioni realizzate dalla Pbm (azienda collegata a Decima divisione balistica) con palla Fmj ogivale del peso di 124 grani, è chiaro che si tratta di una conformazione di palla tra le più “facili”, ma comunque non abbiamo riscontrato il benché minimo malfunzionamento o esitazione. La percussione risulta potente e centrata, i bossoli di risulta hanno solo una impercettibile bombatura in corrispondenza del fondo della boiling roon e per il resto sono come nuovi. Lo sgancio caricatore non ha una sporgenza eccessiva, risulta ben azionabile con il pollice. L’hold open ha una conformazione forse un tantino “maggiorata” per un’arma prettamente operativa, ma comunque non dà fastidio anche portando l’arma dentro i pantaloni e il suo azionamento è semplicemente fantastico per comfort e istintività.

    Al di là degli aspetti prettamente funzionali, le finiture sono comunque di alto livello e tutte le componenti sono realizzate tramite macchine Cnc, quindi alla “vecchia maniera” per asportazione di materiale da massello.

    La prova completa la trovate su Armi e Tiro di febbraio 2024

    Scheda tecnica
    Produttore: Xdb srl, strada provinciale per San Gimignano 27, 53036 Poggibonsi (Si), tel. 0577.15.91.167, decimadb.com, info@decimadb.com
    Distributore: Armeria Frinchillucci, via Barberini 31, 00187 Roma, tel. 06 488 4957, frinchillucci.com
    Modello: Rapax Tactical (Rapax II compact)
    Tipo: pistola semiautomatica
    Calibro: 9×19
    Funzionamento: corto rinculo di canna con blocchetto rotante
    Alimentazione: caricatore amovibile bifilare a presentazione singola
    Numero colpi: 17 (13-15)
    Lunghezza canna: 127 mm (110 mm)
    Lunghezza totale: 206 mm (190 mm)
    Altezza: 146 mm (135 mm con pad)
    Scatto: singola azione, monostadio, peso rilevato 1.600 g
    Percussione: percussore lanciato
    Sicura: automatica sul grilletto, automatica al percussore
    Mire: mirino fisso, sostituibile; tacca di mira tattica innestata a coda di rondine; slitta Picatinny sul dust cover per l’installazione di torce o laser
    Materiali: fusto in lega leggera con telaio in acciaio, canna e carrello in acciaio al carbonio
    Finiture: anodizzazione, nichelatura nera, nitrurazione, Cerakote o Dlc, a richiesta
    Peso: 1.095 g (950 g)
    Qualifica: arma comune
    Prezzo: 2.950 euro, Iva inclusa; con trattamento Dlc, 3.450 euro