Se gli agenti potessero usare la pistola elettrica, si potrebbero risolvere tante situazioni rischiose: Italia dietro agli oltre 100 paesi che già la utilizzano. Eppure la sperimentazione è cominciata nel 2014
«Non c’è due senza tre, ma la pistola Taser resta nella “fondina”»: la Confederazione sindacale autonoma di polizia (Consap) nell’esprimere solidarietà al poliziotto ferito alla stazione di Milano, segnala come la coltellata a distanza ravvicinata si sarebbe potuta evitare se il personale delle volanti di Milano avesse avuto in dotazione la pistola elettrica Taser.«Il tentato omicidio, perché di questo si deve parlare», spiega il segretario nazionale della Consap Stefano Spagnoli, «è il terzo episodio grave in ordine di tempo nella sola stazione di Milano e solo per un caso anche questa volta non c’è scappato il morto. Dopo il militare che si è quasi visto strappare l’arma e l’accoltellamento del poliziotto e di un altro militare, solo il giubbotto antiproiettile, ha impedito l’ennesima vittima del dovere. In tutti e tre gli episodi a favorire la furia omicida dei migranti è stata la necessità dei colleghi di avvicinarsi all’esagitato, circostanza che si sarebbe potuta evitare se il personale, che opera in contesti affollati, avesse avuto in dotazione la pistola elettrica Taser. Era il lontano ottobre 2014 quando arrivava il primo ok della Commissione Giustizia e Affari Costituzionali per l’uso della pistola elettrica alla polizia di Stato nell’ambito del decreto stadi, ossia l’uso in contesti affollati; ma dopo tre anni siamo ancora qui a chiederci perché l’Italia non si allinei agli oltre 100 paesi che già la utilizzano.
«La distribuzione di questa arma di difesa», spiega ancora Spagnoli, «è però una chimera. Non si hanno risultati circa la sperimentazione avviata, mentre alcune voci che girano nei corridoi ministeriali parlerebbero di uno stop per i cosiddetti “presunti danni collaterali”, anche se esperti del settore contattati dalla Consap, dati alla mano, li escludono per quanto riguarda specificatamente la pistola Taser cosa ben diversa dalla pistola elettrica. Intanto è morto anche il secondo rapinatore di Guidonia e il collega che, ligio al dovere, lo aveva colpito per impedire una sanguinosa rapina, ormai 52 enne è stato trasferito per ragioni di sicurezza lontanissimo da casa. Noi pensiamo – conclude Stefano Spagnoli – che questi siano danni collaterali: sarebbe bastata una pistola taser ed oggi avremmo tre divise in meno accoltellate e due rapinatori in galera e non all’obitorio».