Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Comitato direttiva 477, a commento dell'approvazione delle modifiche alla direttiva armi votate l'altroieri dal Parlamento europeo:
Ora che le modifiche alla direttiva 91/477/CEE sono approvate e sono state eliminate le peggiori limitazioni proposte dalla Commissione europea, per quanto inutilmente penalizzanti e ingiuste siano quelle comunque rimaste, inizia un periodo forse ancora più delicato: il recepimento. Come abbiamo avuto modo di provare sulla nostra pelle negli ultimi anni, in Italia il sentimento politico è ancora fortemente antiarmi ed il rischio di restrizioni ben più pesanti di quelle introdotte dalla nuova direttiva è altissimo. Non si può infatti fingere di non sapere che se anche il testo della direttiva fosse stato non solo giusto, ma magari perfino a noi favorevole, il recepimento sarebbe stato comunque una ghiotta occasione per imporci restrizioni non previste a livello comunitario, come d'altronde esplicitamente consentito dalla direttiva stessa.
Ora che le modifiche alla direttiva 91/477/CEE sono approvate e sono state eliminate le peggiori limitazioni proposte dalla Commissione europea, per quanto inutilmente penalizzanti e ingiuste siano quelle comunque rimaste, inizia un periodo forse ancora più delicato: il recepimento. Come abbiamo avuto modo di provare sulla nostra pelle negli ultimi anni, in Italia il sentimento politico è ancora fortemente antiarmi ed il rischio di restrizioni ben più pesanti di quelle introdotte dalla nuova direttiva è altissimo. Non si può infatti fingere di non sapere che se anche il testo della direttiva fosse stato non solo giusto, ma magari perfino a noi favorevole, il recepimento sarebbe stato comunque una ghiotta occasione per imporci restrizioni non previste a livello comunitario, come d'altronde esplicitamente consentito dalla direttiva stessa.
Il Comitato D-477 è però fiducioso nel sentimento popolare, sempre più vicino agli armigeri e che non potrà essere ignorato ancora a lungo dalla politica, e nel consolidamento progressivo del comparto nazionale al fine di portare avanti la difesa dei diritti di tutti. Per quanto ancora insufficiente a respingere del tutto gli attacchi subiti, già il solo fatto che in un anno e mezzo si sia riusciti a portare dalla nostra parte quasi 180 parlamentari è un risultato di assoluto rilievo, specie se consideriamo che nel 2008 il voto sulle modifiche alla direttiva fu pressoché unanime.
I prossimi 15 mesi richiederanno un grande impegno e una partecipazione massiccia. Consci del fatto che per la politica sono solo i numeri che contano, dovremo inoltre estendere al massimo la rappresentanza del Comitato di modo che, sommandosi alle Associazioni e Federazioni già esistenti, possa dare il massimo contributo all'intero comparto e far sentire il suo peso anche a livello politico. Specie se si considera che molto probabilmente il recepimento sarà portato a termine non dall'attuale ma dal prossimo governo, con tutti gli ulteriori rischi che ne derivano. La partita è appena ricominciata e la strada è in salita, ma sicuramente siamo molto più forti oggi di quanto non lo fossimo solo due anni fa e senza dubbio possiamo incrementare di molto il nostro peso.