Nonostante il crescente (e motivato) dissenso nei confronti della bozza di direttiva europea disarmista, il primo ministro britannico David Cameron insiste nella propria posizione di supporto “senza se e senza ma” alla proposta di messa al bando delle armi semiautomatiche “ad alto potenziale”. Secondo recenti dichiarazioni rese in patria, Cameron sostiene la necessità di “assicurare hce i terroristi non possano accedere alle armi con le quali possano ripetersi tragedie come quelle appena avvenute. Quindi, chiederò un nuovo provvedimento di messa al bando europeo per tutte le armi semiautomatiche ad alto potenziale e una maggior cooperazione internazionale per il contrasto del traffico illecito, in particolare dai Balcani”.
A queste dichiarazioni ha risposto Katja Triebel, del gruppo Firearms united, considerando che “il Regno unito è uno dei Paesi più violenti d’Europa, malgrado ciò insiste che le proprie leggi nazionali vengano applicate a tutto il resto dell’Unione. Nessuna delle proposte di messa al bando, però, ha alcuna efficacia né contro il crimine, né contro il terrorismo”. Cameron “gestisce” 10 europarlamentari conservatori, appertenenti al gruppo europeo dei conservatori e riformisti. In compenso, per fortuna, i Paesi che hanno espresso già una forte contrarietà alla direttiva così come è possono contare su un numero di parlamentari sicuramente superiore: è quindi possibile che, nel caso in cui Cameron decida di giocare fino all’ultimo la carta dell’intransigenza oltre i limiti del buon senso, che al momento del voto la sua posizione gli si ritorca contro, facendogli perdere credibilità a livello europeo. Alcuni europarlamentari conservatori inglesi hanno già dichiarato il loro appoggio alle posizioni oltranziste di Camerno, altri invece si sono mantenuti su posizioni più prudenti.