Il Comitato olimpico nazionale ha trasmesso all'Uits e a alla Fitav la mozione (firmata dal senatore pd Mario Morgoni) avente ad oggetto la revisione in funzione stringente della normativa in materia di porto d’armi e detenzione di armi a uso sportivo. Il Coni intende ottenere dalle federazioni elementi utili per una risposta e un intervento da parte dei principali interessati.
Come noto, già le premesse della nota destano molte perplessità per i collegamenti del legittimo possesso delle armi ai fatti delittuosi imponderabili, ma nelle conclusioni riassunte in 4 punti desta particolare allarme la proposta in merito alla custodia di armi sportive nei soli luoghi ove venga esercitata l’attività sportiva! Andrebbe ben scandita la percentuale dei delitti che sono all’80% commessi con armi illegali in possesso della delinquenza, al 10% dalle forze dell’ordine con le proprie armi d’ordinanza o private, mentre una cifra inferiore al restante 10% dai legittimi possessori di armi. I problemi suscitati sono solo fumo agli occhi perché l’unico strumento valido per evitare la maggior parte dei delitti commessi dai legittimi possessori di armi è quello della verifica tra le autorità preposte (sanitarie e di polizia) sul mantenimento dei requisiti. Ovvero manca completamente l’interconnessione tra eventi psichici e giudiziari che colpiscono un soggetto con regolare porto d’armi e l’informazione di tali dati alle forze di polizia affinché provvedano in tempo con misure cautelari in materia di armi.
Pare che almeno un'associazione venatoria abbia colto la pericolosità di quanto da qualche tempo di sta muovendo in parlamento: nello specifico il ddl 583 Amati-Granaiola che, come è noto, vorrebbe introdurre l'obbligo di deposito presso i poligoni delle armi sportive. Non è detto che il ddl venga effettivamente trattato, visto che non necessariamente tutti gli argomenti all'odg riescono a essere effettivamente discussi e visto che il ddl è già stato calendarizzato in passato, senza che seguisse la trattazione. Ma il ddl è ovviamente pericoloso per i suoi contenuti assurdi e impraticabili. Per fare alcuni esempi delle ulteriori restrizioni che si vorrebbero imporre: ulteriori esami medici, oltre a quelli già obbligatori per legge, effettuati da un collegio medico costituito presso l’Ussl territorialmente competente; la validità della licenza ad uso caccia ridotta da sei a tre anni.
«Il Governo aveva già anticipato la volontà di apportare un pesante giro di vite nei confronti di tutti i cittadini onesti che detengono legalmente un’arma», ha commentato Maria Cristina Caretta, presidente dell’Associazione cacciatori veneti-Confavi, «non preoccupandosi minimamente di disarmare invece tutti i delinquenti che girano indisturbati per il nostro Paese muniti di armi di offesa facilmente reperibili presso il mercato nero. Facciamo appello a tutte le forze politiche perché fermino questa insana iniziativa approdata al senato, la cui approvazione comporterebbe danni irreparabili sia nei confronti di tanti cittadini onesti che legalmente detengono a diverso titolo un’arma in casa, sia ad un intero settore economico già duramente provato dalle già fin troppo restrittive normative vigenti. Ci stupiamo come alcune forze politiche siano così miopi , o così in mala fede, da non accorgersi dell’immenso contraccolpo occupazionale che l’approvazione di questa sciagurata iniziativa comporterebbe per tutti gli addetti impiegati nel settore».