Dalla lettura del decreto di conferma del commissario Rugiero e tenendo presente l’appuntamento con il Tar di gennaio, emergono differenti scenari in vista delle elezioni per i vertici dell’Uits
L’assemblea elettiva per la scelta del nuovo presidente e del consiglio federali dell’Uits si dovrà svolgere entro il 15 marzo. Lo ha messo nero su bianco il ministero della Difesa, nel decreto nel quale ha confermato il commissario straordinario Igino Rugiero nel proprio ruolo, che durerà appunto fino alla nomina del nuovo presidente. Tutto chiaro, quindi, tutto semplice e lineare? Non esattamente. In effetti a complicare le cose resta ancora il nodo dello statuto dell’Uits, che è attualmente in fase di approvazione da parte del ministero vigilante e del Coni. In questo nuovo statuto dovrebbero essere inserite alcune determinazioni scaturite da esigenze di uniformazione rispetto alle altre federazioni del Coni, riguardanti aspetti tecnici quali la giustizia sportiva. Nella bozza circolata nelle scorse settimane, però, sono anche contenute alcune modifiche rispetto al precedente statuto, proposte dal commissario straordinario e di contenuto ritenuto prettamente politico, non tecnico.
Nel decreto di nomina (meglio, conferma in carica) del commissario straordinario il ministero della Difesa fa riferimento esplicito alla procedura per l’approvazione delle modifiche statutarie, qualificandola “in fase di definizione”. Da quanto esposto, è verosimile che il ministero stesso intenda sposare la linea seguita fin qui dal commissario, che aveva inteso subordinare la convocazione dell’assemblea elettiva appunto all’approvazione del nuovo statuto.
Qui si aprono, conseguentemente, diversi scenari.
Il primo è quello secondo il quale lo statuto approvato ricalchi la bozza circolata nelle scorse settimane, che comprende quindi sia le modifiche volute dal Coni, sia quelle realizzate dal commissario straordinario. In questo caso, con particolare riferimento alla norma retroattiva secondo la quale i presidenti di Tsn non possono restare in carica oltre tre mandati, è verosimile che oltre l’80 per cento dei consigli direttivi dei Tsn risulti decaduto dal giorno successivo all’entrata in vigore dello statuto. Di conseguenza, per poter indire le elezioni federali bisognerà prima che vengano eletti e si insedino tutti i presidenti di Tsn e relativi consigli. Potrebbero, a tal proposito, verificarsi tuttavia anche una serie di ricorsi giudiziari in sede amministrativa a cascata, con conseguente paralisi di tutto il sistema.
Il secondo scenario è quello secondo il quale si andrà a votare per il presidente federale con il nuovo statuto, che contenga tuttavia le sole modifiche previste dal Coni e non anche quelle del commissario straordinario. In tal caso non vi sarebbero problemi relativamente alla composizione dei Tsn e di conseguenza si riuscirebbe a rispettare i tempi previsti.
Il terzo scenario, forse meno probabile, è che si vada a votare con il vecchio statuto, perché l’approvazione del nuovo statuto non riuscirà a rispettare i tempi tecnici previsti per l’indizione dell’assemblea elettiva entro il 15 marzo.
Un altro elemento che potrebbe sparigliare i conti è l’appuntamento con il Tar del Lazio, previsto per l’11 gennaio: i giudici amministrativi sono stati coinvolti da una rappresentanza di 87 sezioni Tsn proprio per decidere sul nodo delle elezioni e hanno chiesto al ministero della Difesa ragguagli proprio sullo statuto e, in particolare, di evidenziare quali innovazioni rispetto al vecchio statuto siano state inserite in ottemperanza al Coni e quali siano invece state decise dal commissario straordinario. È verosimile che sia proprio la decisione dei giudici del Tar a stabilire quale effettivamente sarà il “nuovo statuto” e se sia con il nuovo statuto che debbano svolgersi le elezioni, oppure quello vecchio. Non resta che attendere, per capire la piega che prenderà la questione.