Tutti se lo aspettano, dalla Smith & Wesson (che ha alzato la sua previsione di vendita per l’anno in corso da 485 milioni a 540 milioni) alla Nra: secondo le previsioni, in concomitanza con le elezioni presidenziali per la sfida tra Mitt Romney e Barack Obama si verificherà un nuovo boom nell’acquisto di armi negli Usa, come già accadde nel 2008. E, come nel 2008, la motivazione principale sarebbe il timore di restrizioni sulle tipologie di armi acquistabili nel caso di una rielezione di Obama. Con l’aggravante che, essendo ormai il primo presidente di colore degli Stati Uniti al secondo mandato, non avrebbe più il timore di scontentare il potenziale elettorato, come ha ricordato il portavoce dell’Nra Andrew Arulanandam. Sta di fatto, però, che fino al giorno successivo alle elezioni a Obama i voti dei possessori di armi fanno comodo, quindi il portavoce della campagna democratica, Adam Fetcher, si è affrettato a sottolineare che “i trascorsi del presidente hanno chiarito che lui sostiene e rispetta il Secondo Emendamento e la tradizione del possesso delle armi in questo Paese”. E ha aggiunto che “noi continueremo a combattere contro ogni tentativo di fuorviare i votanti”. Intanto, il boom sembra essere già cominciato: i circa 12 milioni di controlli preventivi dell’Fbi (Instant check) sugli acquirenti di armi effettuati fino a fine agosto rappresentano un volume di acquisti del 56% superiore a quelli del 2008 nello stesso periodo.
Tutti se lo aspettano, dalla Smith & Wesson (che ha alzato la sua previsione di vendita per l’anno in corso da 485 milioni a 540 milioni) alla Nra: secondo le previsioni, in concomitanza con le elezioni presidenziali per la sfida tra Mitt Romney e Barack Obama si verificherà un nuovo boom nell’acquisto di armi negli Usa, come già accadde nel 2008. E, come nel 2008, la motivazione principale sarebbe il timore di restrizioni sulle tipologie di armi acquistabili nel caso di una rielezione di Obama