L’assessore abruzzese: cacciatori portatori di nuova economia

L’assessore regionale abruzzese alle politiche agricole e alla caccia Mauro Febbo ha risposto a tono alle associazioni ambientaliste, come di consueto sul piede di guerra in relazione ai calendari venatori. In particolare, il Wwf ha citato numeri decisamente sproporzionati nel rapporto tra animali e cacciatori nella regione, evocando come di consueto la “lobby della caccia” e fantomatiche “merci di scambio elettorali”.

 

L’assessore regionale abruzzese alle politiche agricole e alla caccia Mauro Febbo ha risposto a tono alle associazioni ambientaliste, come di consueto sul piede di guerra in relazione ai calendari venatori. In particolare, il Wwf ha citato numeri decisamente sproporzionati nel rapporto tra animali e cacciatori nella regione, evocando come di consueto la “lobby della caccia” e fantomatiche “merci di scambio elettorali”. “Capisco”, ha risposto l’assessore, “che il Wwf all’inizio del calendario venatorio debba dire no alla caccia, ma che tale associazione “spari” numeri al vento è incomprensibile. In una regione come la nostra, dove esistono riserve, parchi e aree protette, rimane solo il 15-18 per cento del territorio a disposizione dei cacciatori, inoltre la direzione regionale alla caccia e il sottoscritto in questi ultimi anni hanno lavorato per fornire alla Regione Abruzzo percorsi mai avviati prima che condurranno per la prima volta a una vera gestione tecnico scientifica della fauna e dell’ambiente. Al Wwf invece consiglio di verificare cosa succede nelle altre regioni o nazioni (Germania, Olanda eccetera), dove il mondo della caccia non è come loro affermano lobby o merce di scambio elettorale. I cacciatori sono portatori di una nuova economia e la loro presenza è garanzia di tutela e controllo dell’ambiente. Questo obiettivo è ciò che si prefigge questo assessorato e la direzione dove vi è la consapevolezza per il mondo venatorio di giocarsi prima di tutto una partita di identità culturale e di rispetto di quelle norme che necessariamente in un paese civile devono essere coordinate e concertate con tutti i portatori di interesse e seguendo le indicazioni dell’autorità scientifica. Le indicazioni della scienza rappresentano, infatti, l’insostituibile caposaldo per sfuggire al tentativo di innescare il conflitto e per evitare derive abolizioniste”.