Udienza davanti al Gip per il dissequestro delle famigerate carabine: la procura chiede la demilitarizzazione, il 17 dicembre l’udienza definitiva per decidere le modalità di trasformazione e restituzione. Nel frattempo, chi la rivuole si deve attivare
Si è svolta avanti al Gup di Brescia, dottor Bianchetti, l’udienza in camera di consiglio al fine di decidere sulle modalità di restituzione delle carabine Zastava M76 dissequestrate a seguito del parere espresso dal sostituto procuratore di Brescia, dottoressa Battaglia.
Preliminarmente il pubblico ministero, ribadendo l’ovvietà della restituzione, ha confermato la sua intenzione che ciò avvenga seguendo le procedure di demilitarizzazione della Circolare ministeriale n. 557 del 20 settembre 2002, trattandosi a suo dire di armi da guerra o tipo guerra e confermando anche il parere della Questura di Brescia del 7 luglio 2020.
La parola è passata alle difese, in particolare l’avvocato Antonio Bana ha voluto ribadire alcuni principi: innanzi tutto, che la vicenda attiene all’importazione delle armi Zastava M76 ed è stata definita con una sentenza assolutoria piena; in secondo luogo, che le armi sono sempre state iscritte nel catalogo delle armi comuni da sparo, con tre differenti numeri di iscrizione, tutti rilasciati previo parere favorevole della Commissione consultiva centrale per il controllo delle armi. Dopo l’abolizione del Catalogo nazionale con legge 183/2011, la carabina in questione è stata ancora classificata come arma comune da sparo dal Banco di prova di Gardone Val Trompia. L’arma zavstava M76 è stata catalogata , classificata ed importata come arma comune da sparo. Lo ha ribadito più di una volta la stessa cassazione penale il 26 novembre 2018 e il tribunale del Riesame di Brescia il 18 dicembre 2019.
La questione ha una notevole importanza per quanto attiene alle modalità di restituzione, che si configurerebbero ben diverse a secondo dell’applicazione procedurale di arma da guerra o di arma comune “difettosa”.
La procura e la questura non intendono sostenere i costi di trasporto e i relativi oneri da e verso il deposito della polizia di Senigallia, luogo dove sono a oggi ubicate una parte delle armi da dissequestrare e dove dovrebbero essere convogliate tutte le altre da rispettivi luoghi di detenzione, ancora nelle mani delle varie questure sul territorio. Le difese si sono proposte di presentare i nominativi dei soggetti aventi licenza ex art 28 Tulps mediante la quale è possibile procedere alle modifiche richieste, coinvolgendo anche il Banco di prova nella fase successiva e definitiva, prima della restituzione ai legittimi proprietari.
Alla fine di una lunga discussione Il giudice ha ritenuto opportuna concedere ancora un po’ di tempo alla procura per estendere l’elenco di tutte armi e dei nominativi dei soggetti titolari al fine di farle trasportare a Senigallia per le procedure o di demilitarizzazione o delle normali verifiche, già tra l’altro suggerite sin dal mese di giugno alla Questura di Brescia con l’avvallo del Banco di prova.
L’udienza è stata rinviata al 17 dicembre prossimo, per lasciare a chi fosse ancora interessato a ottenere la restituzione della proprio Zastava di manifestare la propria volontà nei tempi utili e prima di una sua eventuale distruzione.