Per contare nella società civile, le associazioni venatorie e sportive dovrebbero “contagiarsi” e fare squadra: è quanto sostiene il presidente regionale Arcicaccia dell’Emilia Romagna, Christian Maffei
“Nella mia esperienza associativa, per quanto breve, ho maturato il convincimento profondo che il sistema caccia e tiro sportivo abbiano bisogno irrinviabilmente di “fare squadra”, di contagiarsi tra i sistemi associativi che operano nel settore, riappropriandosi del protagonismo per contaminare positivamente la società civile, per un approccio più positivo alle armi utilizzate per attività culturali sportive e di gestione faunistica. È tempo di uscire dall’angolo nel quale anche per nostra responsabilità siamo finiti”. Lo dichiara il presidente regionale Arcicaccia dell’Emilia-Romagna, vicepresidente nazionale e consigliere della Fidasc, Christian Maffei. “In Emilia-Romagna”, prosegue, “una delle regioni dove la gestione faunistica è più avanzata, dove abbiamo tavoli di confronto aperti con il mondo agricolo, da valorizzare ulteriormente, l’unità del mondo venatorio è in “sonno”. La Fenaveri da troppo tempo è ferma. Al di là delle sigle (Arcicaccia, Enalcaccia, Federcaccia), occorre ripartire dalle tre della Fenaveri per ampliare la rappresentanza unitaria a quanti con buona volontà vorranno aderire. È nell’interesse degli agricoltori e della caccia, procedere nel rivendicare questa attività utile per la nostra regione e anche per la qualità e la quantità di sana carne degli ungulati da offrire all’alimentazione dei cittadini.
L’Emilia Romagna è anche una Regione dove sono consolidate le attività cinofile con strutture di valore europeo come il “Mezzano” da qualificare e rilanciare, e vi è anche una interessante “Rete” di impiantistica per il tiro sportivo amatoriale dilettantistico e agonistico. Le indicazioni di semplificazione della rappresentanza delle Federazioni sportive proposte dal Coni, considerato l’ultimo Consiglio della Fidasc, il quale si è espresso accogliendo le proposte dell’Arcicaccia, di avviare con sollecitudine un percorso che vada rapidamente nella direzione indicata, gli incontri avuti con la Fitav, i segnali unitari che vengono dal livello nazionale dell’Arcicaccia e della Federcaccia, vanno concretizzati. In attesa che l’assemblea Fitav sancisca proposte operative, forte anche del suo qualificato medagliere olimpico, iniziamo qui in Emilia-Romagna, nella regione che può concorrere a “defenestrare” funeste idee secessioniste, a offrire una moderna rete di connessioni interne e interregionali di permanenti relazioni per valorizzare: gli Atc; le attività agrituristiche venatorie; le società sportive dilettantistiche di tiro, mettendo insieme interessi multifunzionali che concorrano a una economia sostenibile. Gli spazi dell’economia green sono anche nostri, per accogliere nelle aree rurali le attività sportive con le armi, attività piacevoli e non violente, per introdurre anche l’utilizzo delle risorse alimentari venatorie. In attesa della scesa in campo di tutti i portatori di interesse dell’Emilia-Romagna, ci ritroviamo nella Fenaveri ora?”.