C’era anche il suo zampino nello sviluppo della madre di tutte le polimeriche: la Glock. C’era la sua firma nella progettazione e nella realizzazione delle Steyr M e S. In questa nuova semiautomatica con fusto in polimeri c’è tutta la sua esperienza e la voglia di superarsi in una sfida stimolante. In pochi anni, il suo trasferimento dalle montagne dell’Austria alla sabbia del deserto di Abu Dhabi è avvenuto nel 2002, il geniale Wilhelm Bubits ha messo in piedi un progetto davvero ambizioso: creare (quasi) dal niente una nuova pistola, in grado di attaccare l’impero costruito da Gaston Glock e di contrastare gli astri nascenti delle polimeriche su tutti i fronti, dalla tecnologia applicata al prezzo contenuto. La scommessa si chiama Caracal, anche se ormai più che un sogno è una realtà: testa e idee europee, mentre i dollari sono quelli dei “re del petrolio” degli Emirati arabi uniti. In meno di due anni, da quando è stata presentata alle prime fiere, la Caracal ha già conquistato parecchi estimatori: certo, si tratta di eserciti e forze di polizia dei Paesi arabi, ma non per questo si tratta di commesse meno importanti. E adesso avanti con il vero banco di prova, l’Europa, dove le semiautomatiche polimeriche sono nate: in Italia, le pistole Caracal saranno distribuite dalla Tanfoglio, che ha deciso di bruciare tutti sul tempo e affiancare alle semiauto made in Italy, prevalentemente destinate alle discipline sportive, una pistola in grado di sfidare la concorrenza sul campo delle dotazioni destinate ai corpi di polizia municipale, agli istituti di vigilanza e a tutti gli operatori della sicurezza.
Senza dimenticare che la Caracal è una scelta ideale per tutti coloro che possono girare armati in abiti civili. La linea di mira Quick sight può equipaggiare sia la versione F sia la C, protagonista della nostra prova. Grazie a questa scelta abbiamo potuto apprezzare le ottime doti d’acquisizione dell’insieme tacca di mira e mirino: linea di mira estremamente corta e bassa, con la tacca di mira fresata direttamente sul corpo del carrello. L’istintività nel traguardare il bersaglio è molto più veloce rispetto alla versione F che avevamo in prova e che era dotata di organi di mira tradizionali. Veloce, istintiva e sfuggente, con una linea di mira davvero bassa, la Quick sight ha un riferimento bianco solo sul mirino che si inserisce all’interno della tacca di mira con un margine di luce laterale che può sembrare stretto, mentre i lunghi test a fuoco eseguiti in varie condizioni hanno dimostrato l’opposto: precise e veloci nell’acquisire il target sia sparando in tunnel con luce artificiale sia all’aperto con luce naturale. Il riferimento bianco sul mirino aiuta l’acquisizione del bersaglio alle brevi e medie distanze. Come optional è previsto anche il mirino in fibra ottica rossa. Anche nella parte meccanica la Caracal presenta una particolarità interessante: assenti le sicure manuali, la sicura automatica al percussore è affidata a una lamina che agisce in senso laterale anziché al classico piolino che lavora verticalmente. La seconda sicura automatica è costituita da una leva a bilanciere sul grilletto, che ne impedisce l’arretramento involontario. Rispetto alle concorrenti con fusto in polimeri, le Caracal possono puntare su guide di scorrimento metalliche piuttosto lunghe, incorporate in una gondola che supporta i meccanismi: qualità da considerare positiva perché riduce le torsioni del fusto polimerico e agevola lo scorrimento rettilineo del carrello in acciaio durante il ciclo di riarmo.
Guardando la faccia dell’otturatore, è evidente la realizzazione in due parti separate del carrello e dell’otturatore vero e proprio, unito a incastro e fissato con due spine. Nella parte posteriore del carrello, dal foro ricavato nella piastrina rigata antiriflesso fuoriesce il percussore in fase di armamento, segnale tattile e visivo al quale riservare massima attenzione. La molla di recupero è vincolata al guidamolla su entrambe le estremità, per evitare smarrimenti durante lo smontaggio. Gli intagli di presa, ricavati nella parte posteriore del carrello, sono “pungenti” e supportano bene la presa della mano debole. Con questo tipo di configurazione, senza sicura esterna e con carrello libero da sporgenze, è possibile anche utilizzare una tecnica d’ armamento con “mano girata” ed eseguire la presa con il palmo, anziché con pollice e indice. Nonostante le ridotte dimensioni che contraddistinguono una compatta, la pistola si impugna agevolmente sia a una mano sia a due e nelle varie sequenze di tiro, rapido e mirato, la lavorazione antiscivolo eseguita su tutta la superficie dell’impugnatura (profondi quadretti su front e back strap, buccia d’arancia sui lati, con due inserti overmolded a creare inconsueto contrasto cromatico) è risultata efficace e confortevole. A contenere le dimensioni dell’impugnatura ha contribuito in modo determinante la scelta di dotare la Caracal di caricatore in lamiera e non in plastica, come avviene per la Glock, i cui spessore sono sensibilmente più ridotti. Lo sgancio del caricatore è ambidestro, con dimensioni adatte all’impiego difensivo e al law enforcement. Pensando a un impiego sportivo, Idpa e Ipsc Production division, si potrebbe aumentare leggermente la sporgenza per velocizzare il gesto tecnico. L’hold open è ridotto al minimo, sia in sporgenza sia in superficie d’ appoggio, con un azionamento non sempre agevole: per mandare in chiusura il carrello agendo sulla leva è necessario imprimere una certa forza verso il basso ed è facile avvertire un po’ di fastidio sul dito. Anche nel movimento inverso, spingendo la leva verso l’alto, si riscontra una lieve difficoltà d’ azionamento.
Lo scatto in semi Doppia azione, che equipaggia tutta la linea delle Caracal, si gestisce con tranquillità e sicurezza con un peso di sgancio (che si aggira intorno ai 2.200 grammi) equilibrato e una corsa del grilletto in linea con le peculiarità della pistola. Con questo tipo di scatto non esistono la Singola e la Doppia azione, ma tutti i colpi partono con la stessa intensità di trazione sul grilletto, una particolarità che può avvantaggiare l’ operatore che si trova a gestire sempre lo stesso tipo di scatto. Abbiamo messo sotto torchio le Caracal a Mazzano (Bs) dove c’eravamo dati appuntamento con il nostro Paolo Brocanelli, pluri campione Ipsc e Idpa. Al campo, abbiamo incontrato anche Giovanni Zuccolo, pluri campione italiano Ipsc Production division, e compagno di nazionale di Brocanelli; e Piero Gasparini, esperto tiratore Ipsc in Open division. Non ci siamo certo fatti sfuggire l’occasione di avere anche il loro parere: pur sparando pochi colpi, anche le loro impressioni sono state positive. Durante il test ho avuto a disposizione due modelli di Caracal: la versione C, cioè compact, con linea di mira quick sight e la versione F, full size, con mire tradizionali, ma la prova si è maggiormente concentrata sulla prima, versione molto interessante, proprio per i particolari organi di mira, per il porto occulto e la difesa personale. Avevo già avuto modo di provare le varie versioni della Caracal, in occasione della presentazione in anteprima europea durante l’Exa. In quella circostanza, la Tanfoglio, distributore in esclusiva per l’Italia delle armi Caracal, aveva organizzato due giorni di prove a fuoco, durante i quali ho saggiato con svariate scatole di munizioni Sellier & Bellot tutte le pistole Caracal. Quando ci siamo presentati al campo di Mazzano per le prove con Armi e Tiro, dunque, potevo già vantare un soddisfacente feeling con le semiautomatiche arabe.
A differenza di quanto avvenuto nel primo contatto, per l’occasione ho allestito anche svariate ricariche con palle Shooter bullets, che si sono affiancate a commerciali di produzione Fiocchi, Geco e Northwest. Le serie di tiro su bersagli multipli e ingaggi in svariate angolazioni si sono susseguite senza alcun inconveniente tecnico, con buone rosate sia con le commerciali sia con le varie ricariche approntate. Nell’eseguire alcune string con sagome Ipsc poste entro i sette metri di distanza, il timer Ced 7000 ha rilevato gli split (tempo tra un colpo e quello successivo) più veloci con tempi di 0,20 decimi di secondo. Il rilevamento e la gestione dell’arma non sono punitivi e, anche se si tratta di compact in polimero, la risposta non è stata affatto nervosa. Quest’aspetto, ovviamente, migliora ulteriormente nelle serie sparate con la versione F. In un concetto difensivo, i cambi caricatore tattici e d’emergenza con la piccola di casa Caracal si eseguono facilmente, con alcune sbavature nell’azione tecnica del cambio d’emergenza, dovute alla dimensione e alla durezza d’azionamento della leva hold open. Durante questo tipo di cambio, infatti, si ha la necessità di azionare l’hold open verso il basso per mandare in chiusura il carrello e, contemporaneamente, camerare la cartuccia.
SCHEDA TECNICA
Produttore: Caracal international Llc, Abu Dhabi (Emirati arabi uniti), www.caracal.ae
Distributore: fratelli Tanfoglio, via Valtrompia 39/41, 25063 Gardone Val Trompia (Bs), tel. 030.89.10.361, fax 030.89.10.183, info@tanfoglio.it, www.tanfoglio.it
Modello: C (compact)
Tipo: pistola semiautomatica
Calibro: 9×21
Funzionamento: chiusura a corto rinculo di canna, sistema Browning modificato
Alimentazione: caricatore bifilare a presentazione singola
Numero colpi: 13 (15 per la versione F)
Lunghezza canna: 93 mm
Lunghezza totale: 186 mm
Scatto: semi Dooppia azione
Percussione: percussore lanciato Estrattore: a gancio esterno
Sicure: al grilletto; automatica al percussore
Mire: tacca di mira Quick sight, mirino incastrato a coda di rondine Materiali: carrello acciaio al carbonio, fusto in polimeri
Peso rilevato: 631 grammi (758 grammi la versione F) con caricatore vuoto
Numero del Catalogo nazionale: 17.810; (17.811 la versione F, entrambe sono arma comune)
Prezzo: 595 euro, circa, Iva inclusa