Il quotidiano on-line Repubblica.it riporta un interessante contributo della dottoressa Cristiana De Ranieri del servizio di psicologia dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, in merito ai cosiddetti “giochi educativi” per i bambini. «I giochi educativi (i classici sensoriali per la prima infanzia: tasti, suoni, luci, e quelli tipo Sapientino per i più grandi, per intenderci) vanno sicuramente bene, ma non è vero che hanno maggiore dignità dei giochi creativi. I bambin…
Il quotidiano on-line Repubblica.it riporta un interessante contributo della
dottoressa Cristiana De Ranieri del servizio di psicologia dell’ospedale
Bambino Gesù di Roma, in merito ai cosiddetti “giochi educativi” per i bambini.
«I giochi educativi (i classici sensoriali per la prima infanzia: tasti, suoni,
luci, e quelli tipo Sapientino per i più grandi, per intenderci) vanno
sicuramente bene, ma non è vero che hanno maggiore dignità dei giochi creativi.
I bambini hanno bisogno di tutto, anche di pentoline, macchinette, Subbuteo.
Quello che invece è importante è che un gioco richieda l’intervento del
piccolo. Bambole o supereroi che fanno tutto da soli, piangono, ridono e
lanciano ragnatele, oggetti peraltro in genere più pubblicizzati e costosi,
potrebbero annoiare presto perché concedono pochi spazi di creatività. Le armi
non vanno demonizzate, perché l’aggressività è parte del nostro corredo
emozionale. È giusto semmai vegliare sull’uso che i bambini ne fanno: se
giocano solo con quelle e se con le armi fanno male agli altri, una riflessione
è d’obbligo. Sui giocattoli di genere, poi, c’è da dire che sono gli adulti a
cogliere stranezze dove proprio non ci sono».