È diventato operativo oggi il piano per l’impiego del personale delle forze armate nel controllo del territorio italiano, in affiancamento alle forze dell’ordine, secondo quanto previsto dal decreto adottato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni di concerto con il ministro della difesa Ignazio La Russa. Quattro le armi coinvolte: esercito, marina, aeronautica e carabinieri (dai reparti speciali di questi ultimi arriveranno gli uomini impegnati nel pattugliamento…
È diventato operativo oggi il piano per l’impiego del personale delle forze
armate nel controllo del territorio italiano, in affiancamento alle forze
dell’ordine, secondo quanto previsto dal decreto adottato dal ministro
dell’Interno Roberto Maroni di concerto con il ministro della difesa Ignazio La
Russa. Quattro le armi coinvolte: esercito, marina, aeronautica e carabinieri
(dai reparti speciali di questi ultimi arriveranno gli uomini impegnati nel
pattugliamento). Mille militari andranno a presidiare i Cie (Centri
identificazione ed espulsione), i Cara (Centro accoglienza per richiedenti
asilo) e i Cda/Cspa (Centro di accoglienza/Centro soccorso prima accoglienza):
70 ad Agrigento (Lampedusa), 115 a Bari, 60 a Bologna, 25 a Brindisi, 40 a
Cagliari, 70 a Caltanissetta, 30 a Catanzaro, 100 a Crotone, 80 a Foggia, 90 a
Gorizia, 80 a Milano, 40 a Modena, 60 a Roma, 50 a Siracusa, 70 a Torino e 20 a
Trapani.
Altri mille saranno impiegati nella vigilanza di siti e obiettivi sensibili,
sedi istituzionali e diplomatiche, luoghi di culto: 797 a Roma, 174 a Milano e
29 a Napoli. Le restanti mille unità saranno riservate a compiti di
“perlustrazione e pattuglia”: a Bari (90), Catania (90), Milano (170), Napoli
(150), Padova (45), Palermo (50), Roma (195), Torino (80) e Verona (75). Un
saldo complessivo di 945 uomini, cui ne vanno aggiunti 55 del “personale di
comando e controllo. “Tale attività”, spiegano al Viminale, “sarà svolta in
un’area definita dai prefetti attraverso un modulo base che prevede la presenza
di una pattuglia a piedi con due unità delle forze armate e di uno o due
appartenenti alle forze di polizia”. I militari avranno compiti di pubblica
sicurezza e non di polizia giudiziaria, potranno cioè effettuare arresti solo
in flagranza di reato: tra le priorità individuate, la lotta allo spaccio di
sostanze stupefacenti, alla prostituzione e ai reati di tipo predatorio. La
verifica dell’attuazione del piano (della durata di sei mesi, rinnovabile una
sola volta) è affidata a un comitato tecnico istituito presso il ministero
dell’Interno e composto dal capo della polizia, dal capo di Stato maggiore
della Difesa e dal comandante generale dei carabinieri. “I militari”, ha
precisato La Russa, “indosseranno divise diverse a seconda dei compiti: la
mimetica per la vigilanza dei siti sensibili, la divisa d’ordinanza per il
pattugliamento”. I compiti di pattugliamento saranno effettuati con le sole
armi corte.