] Aria di elezioni presidenziali negli Stati Uniti, l’evento più importante per il popolo americano. Numerosi e agguerriti i candidati, diversi per formazione, cultura e opinioni sui più disparati temi. Anche sulla difesa e sulle armi, e per gli appassionati Usa c’è poco da stare allegri, perché molti dei candidati sono favorevoli a restrizioni più o meno ampie in materia di armi destinate ai civili. È il caso di Barak Obama, candidato democratico e sfidante diretto di Hillary Clinton (ha già incassato un successo in Iowa). Senatore dell’Illinois, Obama si è distinto nel suo Stato per opinioni alquanto nette: messa al bando delle armi semiautomatiche, restrizioni all’acquisto e al possesso di armi, restrizioni al porto occulto da parte dei cittadini, imposizione ai produttori di dotare le armi di lucchetti di sicurezza per evitare l’utilizzo da parte dei bambini. Non è troppo diversa la posizione di Hillary Clinton (partito democratico, senatrice di New York) ma, paradossalmente, il suo appoggio alla campagna in Iraq e la sua volontà di disporre di forze armate e di polizia potenti ed efficienti le ha fatto guadagnare il favore delle aziende del settore difesa. Per la prima volta, forse, nella storia, le industrie americane della difesa hanno donato più fondi ai candidati democratici rispetto ai repubblicani (103.900 dollari contro 86.800). Il terzo candidato democratico, John Edwards, senatore del North Carolina, è considerato dagli appassionati d’ armi Usa un lupo travestito da agnello: a parole figura come un ragazzo del Sud amico dei produttori di armi; nei fatti, negli ultimi anni non c’è stato praticamente un provvedimento restrittivo che non avesse il suo appoggio. Sul fronte repubblicano le cose non migliorano: Rudolph Giuliani mostra la massima decisione nei confronti di eventuali minacce terroristiche, ma per quanto riguarda la sua posizione sulle armi pesa non poco l’appoggio dato, quando era sindaco di New York, alle cause giudiziarie nei confronti dei produttori per la responsabilità oggettiva nell’utilizzo delle armi da parte dei criminali. Candidato decisamente pro-armi è, invece, il repubblicano Mike Huckabee, ex governatore dell’Arkansas, il quale nella campagna elettorale ha rilasciato dichiarazioni di questo tenore: “Credo che debbano essere i possessori di armi a controllare queste ultime, non il governo”. Fortissimo sostenitore del secondo emendamento, ha confermato in più occasioni la sua volontà di difendere il diritto dei cittadini americani di possedere armi. Più ambigua la posizione di Mitt Romney, ex governatore del Massachusetts, mormone e super-conservatore: fino a qualche anno fa aveva posizioni anti-armi, con la candidatura per le presidenziali ha cambiato radicalmente idea, tanto da iscriversi recentemente alla National rifle association. Nei suoi discorsi pubblici, ha fatto più che altro accenno alla sua contrarietà al rilascio di autorizzazioni in materia di armi ai cittadini stranieri. Resta in molti l’idea che la sua “conversione” sia solo di facciata, un mezzo per assicurarsi il favore degli elettori conservatori. Ultimo tra i “papabili” per la presidenza è il senatore dell’ Arizona John McCain, ex pilota militare (fu, tra l’altro, abbattuto in Vietnam nel 1967 e rimase cinque anni e mezzo prigioniero). Repubblicano e conservatore, dichiara di non essere possessore di armi, ma di sapere come si usano. Si è opposto, in passato, alle restrizioni sulle armi semiautomatiche e alle cause intentate ai produttori di armi per responsabilità oggettiva. La sua posizione è: tutelare il secondo emendamento alla costituzione, punire chi ne abusa.
Barak Obama Hillary Clinton John EdwardsRudolph Giuliani Mike Huckabee Mitt Romney John McCainAria di elezioni presidenziali negli Stati Uniti, l’evento più importante per il popolo americano. Numerosi e agguerriti i candidati, diversi per formazione, cultura e opinioni sui più disparati temi. Anche sulla difesa e sulle armi, e per gli appassionati Usa c’è poco da stare allegri, perché molti dei candidati sono favorevoli a r…
Barak Obama
Hillary Clinton
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Rudolph Giuliani
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Mitt Romney
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