Foto Matteo Galuzzi
Nato ormai oltre vent'anni fa, il progetto Pardini è sfociato, nel tempo, in una vera e propria famiglia di armi, capace di soddisfare tanto l’agonista di Tiro dinamico quanto il semplice appassionato di Tiro a segno informale: il modello base, disponibile in calibro 9×21, .40 S.&W. e .45 Acp, è denominato Gt (Gt 9, Gt 40, Gt 45) con qualifica sportiva, mentre con qualifica comune è denominato Pc (Pc 9, Pc 40, Pc 45).
La doppia catalogazione è, a ben vedere, piuttosto inusuale, anche se meno incongrua di quanto possa sembrare a prima vista: per chi acquista la pistola con intenti prevalentemente sportivi, giova poter mettere la Pardini nel novero delle sei armi sportive consentite in luogo delle sole tre comuni, mentre chi intende utilizzarla per difesa, potrà portare addosso la versione comune aggirando, in tal modo, il divieto posto dall’articolo 3 della legge 85/86.
A questo già congruo numero di armi si aggiunge la versione compensata (Pc 9S, Pc 40S, Pc 45S), con canna lunga 134 mm invece di 127 mm e un gruppo di conversioni, disponibile per la sola Gt 45, con canna, carrello, molla di recupero e caricatore in calibro 9 mm e .40, con canne di 5 o 6 pollici.
Tutte le versioni sono disponibili con finitura brunita (anodizzata nera per il fusto), cromata satinata oppure bicolore (fusto “bianco” e carrello brunito o viceversa).
La Pardini Gt 9 calibro 9×21 denuncia a prima vista la sua vocazione per il tiro sportivo: l’impugnatura inclinata consente di andare in punteria in modo istintivo e rilassato, lo scatto regolabile nella precorsa e nel collasso di retroscatto è degno di una agonistica calibro .22. Il sistema di chiusura è a corto rinculo di canna sistema Colt Browning modificato.
In sostanza, la canna è dotata di una camera di cartuccia dal profilo esterno squadrato: la porzione superiore della camera ha uno spigolo vivo che contrasta con il bordo anteriore della finestra di espulsione, in modo che, ad arma chiusa, canna e carrello risultino vincolati reciprocamente.
All’atto dello sparo, quindi, i due componenti rinculano uniti per un breve tratto, finché un piano inclinato ricavato nella parte inferiore della camera di cartuccia, contrastando con uno zoccolo in acciaio fissato al fusto (che, invece, è in lega leggera) costringe la parte posteriore della canna ad abbassarsi, liberando la camera di cartuccia dal vincolo con il carrello.
A questo punto, la canna si arresta e il carrello prosegue la sua corsa, estraendo ed espellendo il bossolo sparato. La distensione della molla di recupero riporta in avanti l’otturatore, che preleva una cartuccia dal serbatoio e la introduce in canna. Arrivato a completa chiusura, il carrello accompagna nuovamente in avanti la canna, ripristinando il bloccaggio originario.
Il carrello è dotato di guide di scorrimento interne al fusto, a tutta lunghezza. Questa soluzione, già ampiamente sperimentata da “mostri sacri” come la Sig P210, la Cz 75 e la serie Tanfoglio, garantisce uno scorrimento fluido e un più preciso accoppiamento tra le due parti.
Il carrello, in compenso, risulta un pochino più sfuggente nell’armamento, ma la duplice serie di profonde fresature, poste alle due estremità dell’otturatore, consentono comunque un azionamento fluido anche con mani sudate.
Il fusto, come anticipato, è in lega leggera (Ergal) ed è realizzato in due pezzi: il back strap, infatti, è costruito separatamente e supporta il cane esterno, la sua molla cinetica e la sicura. Quest’ultima è ambidestra ed è maggiorata, risultando ben raggiungibile dal pollice della mano forte e prestandosi molto bene come appoggio durante il tiro. L’azionamento richiede uno sforzo relativamente contenuto.
La sicura manuale al fusto è l’unica presente sull’arma: sono assenti anche la sicura automatica al percussore e la mezza monta del cane.
Il serbatoio è di tipo bifilare a presentazione singola della cartuccia: nel 9×21 tiene 17 colpi, nei calibri .40 e .45 tiene 13 colpi.
Il pulsante di sgancio è posto alla base del ponticello ed è uno dei pochi realmente ambidestri, visto che è immediatamente utilizzabile con la mano sinistra senza dover effettuare interventi manuali (cosa invece necessaria, per esempio, sulla Beretta 98 Fs). Il pulsante è piuttosto sporgente, in modo da poter essere azionato con facilità, ma è anche sufficientemente duro da scongiurare azionamenti accidentali. Per agevolare il cambio rapido, l’imbocco del caricatore è leggermente svasato.
La canna, vistosamente surdimensionata (misura ben 16 mm di diametro), contribuisce a mitigare le reazioni allo sparo, grazie alla massa non indifferente (181 grammi). La rigatura ha otto principi ad andamento destrorso con passo di un giro in 450 mm.
Lo smontaggio è semplice: davanti alla leva dell’hold open è posto un nottolino solidale a un perno che attraversa il fusto.
In posizione di sparo, la leva è trattenuta da una sporgenza circolare nel castello che si inserisce in una apposita cavità del comando. Premendo l’estremità del perno della leva, sul lato opposto del castello, si solleva il nottolino quel tanto che basta da svincolarlo dalla sporgenza nel fusto, liberandolo e consentendone, quindi, la rotazione di 90° verso il basso. A questo punto, si può sfilare il complesso canna-carrello in avanti, insieme alla molla di recupero e al guidamolla. Per il rimontaggio si procede in senso inverso.
Gli organi di mira sono particolarmente curati e consentono un ottimo rendimento sia nel tiro mirato sia nel tiro celere, grazie all’ottimo rapporto prospettico tra tacca e mirino. Quest’ultimo è a lama, fissato al carrello per mezzo di una vite.
La tacca di mira è regolabile micrometricamente in elevazione e derivazione, per mezzo di una piccola chiave Allen: la Pardini è riuscita, in questo caso, a realizzare un ottimo compromesso tra facilità di acquisizione e ingombro limitato.
L’unico appunto che si può fare è relativo ai riferimenti colorati per il tiro istintivo, del tutto assenti sulla Pardini.
Lo scatto è in sola Singola azione. Il grilletto è poco arcuato e rigato in senso verticale. Per la regolazione della precorsa e del collasso di retroscatto si può agire su due grani Allen posti davanti alla leva di sparo: l’accesso per la chiave è agevolato da una feritoia oblunga praticata sul ponticello.
Con le regolazioni impostate di fabbrica, comunque, ci siamo trovati più che bene: il primo tempo è pulito e molto corto, circa 1 mm, mentre il secondo tempo è netto e breve. Il peso di sgancio si aggira intorno ai 1.500 grammi.
Abbiamo voluto mettere alla prova la Pardini con un test intensivo, che ha visto l’esplosione di circa 400 colpi commerciali con differente profilo di palla, senza la minima pulizia.
Abbiamo utilizzato munizioni Winchester con palla Fmjrn di 124 grs e Ltc di 122 grs, Geco Fmjrn di 124 grs e Fiocchi Fmjtc 123 grs.
Nonostante l’accumulo di abbondanti residui carboniosi di sparo, evidenti soprattutto dopo i primi 150 colpi, l’arma ha digerito perfettamente tutte le cartucce, senza il benché minimo inceppamento.
L’espulsione è sempre stata regolare: il bossolo veniva proiettato in verticale oltre la testa del tiratore, atterrando circa un metro alle sue spalle.
La percussione è centrata e molto potente, anche se con le cartucce più prestanti si sono evidenziati segni di anticipo di apertura, sotto forma di una leggera “strisciata” del percussore lungo l’innesco. Il difetto, comunque, non ha alcuna rilevanza in termini di sicurezza d’uso o durata dell’arma. I bossoli sono stati restituiti, in ogni caso, del tutto privi di deformazioni anelastiche e con una leggera affumicatura al colletto.
Dal punto di vista prestazionale, le più lente sono risultate le Winchester blindate, con 335,6 m/sec, seguite dalle Geco blindate, con 348,8 m/sec.
Le troncoconiche in piombo Winchester hanno espresso una buona velocità (356,8 m/sec) e una deviazione standard non elevatissima, ma sono risultate fastidiose a causa della notevole quantità di fumo sviluppata dal propellente.
Decisamente potenti le Fiocchi, con 387 m/sec, anche se alquanto incostanti.
Per le prove di precisione abbiamo tirato a 25 metri, a due mani, senza appoggio.
Le Winchester blindate sono risultate gradite all’arma, consentendo un raggruppamento di quattro colpi in 30 mm. Le Winchester in piombo ci hanno fatto un po’ sudare, ma alla fine si è riusciti a esprimere un raggruppamento di cinque colpi in 28 mm, con quattro colpi in 20 mm.
Leggermente più sparpagliate le Geco, che si sono attestate su un raggruppamento di quattro colpi in 35 mm.
Per le Fiocchi, dopo una rosata iniziale di cinque colpi in 47 mm non si è riusciti a ottenere rosate di rilievo, stante la notevole incostanza del lotto e, probabilmente, una certa mancanza di feeling da parte dell’arma nei confronti delle palle troncoconiche, evidenziata anche con le Winchester in piombo.
Personalmente, abbiamo apprezzato molto il disegno dell’impugnatura che, pur ospitando un serbatoio bifilare a grande capacità, riempie la mano senza risultare ingombrante.
L’inclinazione è ottimale per il tiro mirato e consente di trovare da subito una grande confidenza con l’arma, complici i pannelli zigrinati sul front strap e sul back strap e l’ottima texture delle guancette in legno.
I comandi sono facilmente raggiungibili e la leva dell’hold open può essere azionata con uno sforzo ridotto.
La Pardini Gt 9 si rivela uno strumento eccellente per l’appassionato di bifilari di grosso calibro che, oltre alla grande capacità di fuoco, desidera una precisione senza compromessi.
La realizzazione è accurata, il che si traduce in affidabilità e precisione, grazie anche agli accoppiamenti tra canna e carrello e tra quest’ultimo e il fusto. L’utilizzo per difesa è certamente proponibile, anche se limitato da pesi e ingombri importanti.
L'articolo completo è stato pubblicato su Armi e Tiro – settembre 2003
Produttore: Pardini, via Italica 154/a, 55043 Lido di Camaiore (Lu), tel. 05.84.90.121, fax 05.84.90.122, www.pardini.it, info@pardini.it
Modello: Gt 9 Tipo: pistola semiautomatica Calibro: 9×21
Funzionamento: chiusura geometrica a corto rinculo di canna sistema Colt Browning modificato
Alimentazione: caricatore amovibile bifilare a presentazione singola della cartuccia
Numero colpi: 17+1
Scatto: Singola azione
Percussione: cane esterno, percussore inerziale Sicure: a leva sul fusto, ambidestra
Mire: mirino fisso, tacca di mira regolabile micrometricamente in elevazione e derivazione
Lunghezza canna: 127 mm
Lunghezza totale: 225 mm Peso: 1.077 grammi (dichiarati 1.120 grammi)
Numero del Catalogo nazionale: 10.678 (arma sportiva)
Materiali: acciaio inox, fusto in lega leggera
Finiture: cromatura satinata opaca