I risultati della ricerca annuale dell’università di Urbino confermano anche nell’anno passato la costante diminuzione di vittime e infortuni legati all’attività venatoria. Risultati incoraggianti, ma la Cabina di regia invita a un’attenzione collettiva ancora più elevata
Le associazioni venatorie riconosciute e il Cncn (Comitato nazionale caccia e natura) riuniti nella Cabina di regia unitaria del mondo venatorio hanno annunciato una diminuzione sostanziale di incidenti e vittime legati all’attività di caccia nel 2020, risultato di un impegno costante e collettivo da parte di tutti i cacciatori. A confermarlo sono i risultati della ricerca annuale pubblicati dall’università degli studi di Urbino, che confermano un trend di costante diminuzione negli ultimi 4 anni sia per quanto riguarda i decessi sia per gli infortuni. Nel 2017 le vittime sono state 18, 15 nel 2018 e nel 2019 e 12 nel 2020, mentre i feriti sono stati 66 nel 2017, 62 nel 2018, 60 nel 2019 e 48 nel 2020. La diminuzione degli incidenti è un chiaro segnale di una presa di coscienza da parte di tutti i cacciatori rispetto ai rischi maggiori rappresentati dall’attività venatoria, che ha determinato negli ultimi anni una particolare attenzione agli aspetti legati alla sicurezza sia per la caccia individuale sia, soprattutto, per quella in forma collettiva. Nell’analisi della ricerca, tuttavia, non si può non tenere conto del fatto che le giornate di caccia della scorsa stagione venatoria sono state inferiori rispetto a quelle degli anni precedenti a causa dell’emergenza Covid19, quindi il confronto dei dati, pur significativi, non deve fare abbassare la guardia.
«Il numero dei decessi e degli infortuni deve tendere a un “obiettivo zero” che le associazioni venatorie perseguono con determinazione» si legge nel comunicato della Cabina di regia «continueranno quindi con ancor maggior impegno le campagne informative di sensibilizzazione su larga scala al fine di mantenere alta nei praticanti la consapevolezza dell’importanza di comportamenti prudenti e informati da adottare non soltanto al momento dell’esercizio della pratica venatoria ma anche nelle fasi preparatorie, allo scopo garantire la massima tutela dell’incolumità propria e altrui e dell’ambiente in cui la medesima si svolge».